Malattie cardiovascolari e storia riproduttiva delle donne: qual è il legame?

PUBBLICATO IL 31 OTTOBRE 2024

Malattie cardiovascolari e storia riproduttiva delle donne: qual è il legame?

PUBBLICATO IL 31 OTTOBRE 2024

Le malattie cardiovascolari rappresentano una sfida significativa per la salute delle donne, con fattori di rischio specifici spesso trascurati o sottovalutati. Gli ormoni femminili svolgono un ruolo protettivo, ma non bisogna avere timore solo della menopausa come momento critico di aumento del rischio. 

È essenziale adottare un approccio che tenga conto della storia riproduttiva delle donne e dei fattori di rischio meno noti, strategia cruciale per migliorare la loro salute cardiovascolare a lungo termine. 

Ne parliamo con la dott.ssa Serenella Castelvecchio, Responsabile del Laboratorio di Ecocardiografia e Follow-up dell’Area Cardiochirurgica - Cuore-Adulto all’IRCCS Policlinico San Donato.

 

I numeri dell’impatto delle malattie cardiovascolari su donne e uomini

Le malattie cardiovascolari (MCV) sono la principale causa di morte per uomini e donne. In Europa, le morti dovute alle MCV superano quelle legate al cancro e colpiscono le donne in misura maggiore rispetto agli uomini, con il 45% dei decessi femminili rispetto al 39% di quelli maschili. 

Nel 2021, le malattie cardiovascolari (MCV) hanno causato oltre 217.000 decessi in Italia, con circa 122.000 donne e 95.000 uomini colpiti. 

Questo trend evidenzia l'urgenza di focalizzarsi sulla prevenzione delle MCV nelle donne, come promosso dalla Società Europea di Cardiologia (ESC) e dalla comunità scientifica internazionale.

Negli ultimi 10 anni, non si è visto un miglioramento nella riduzione del rischio di malattie cardiovascolari nelle donne, soprattutto tra le più giovani (sotto i 55 anni). 

Questo è diverso da quanto accaduto per i giovani uomini e per le donne più anziane e mette in luce una mancanza di attenzione alla storia riproduttiva delle donne nella gestione delle malattie cardiovascolari, in termini di diagnosi, cura e trattamento.

 

Il rischio cardiovascolare nelle donne

Sebbene uomini e donne condividano molti fattori di rischio cardiovascolare tradizionali (ipertensione, fumo, ipercolesterolemia, obesità), l'influenza di questi fattori varia in base al sesso. 

Nelle donne, le influenze ormonali sul metabolismo e la composizione corporea giocano un ruolo significativo. 

Le donne in premenopausa e con una storia mestruale normale hanno meno probabilità di sviluppare resistenza all'insulina, iperglicemia e obesità rispetto agli uomini. 

Il ruolo protettivo degli ormoni femminili

L'estradiolo, ormone prodotto dalle ovaie, ha un effetto protettivo contro l'ipertensione arteriosa e l'infiammazione

Tuttavia, dopo la menopausa o la rimozione delle ovaie, l'aumento della massa grassa e dei marcatori infiammatori, insieme al colesterolo elevato e agli acidi grassi, porta a un aumento del rischio cardiovascolare.

Menopausa e rischio cardiovascolare

Tradizionalmente, la menopausa è stata considerata il momento critico in cui aumenta il rischio cardiovascolare per le donne. 

Tuttavia, lo studio ARIC (Atherosclerosis Risk in Communities) Surveillance ha dimostrato che l'infarto miocardico acuto è in crescita anche tra le donne più giovani (35-54 anni), suggerendo che altri fattori di rischio, presenti già prima della menopausa, meritano attenzione.

 

Fattori di rischio specifici delle donne di tutte le età

Alcuni fattori di rischio esclusivi delle donne contribuiscono ad aumentare il rischio cardiovascolare. Tra questi:

 

Necessità di un approccio multidisciplinare

Per valutare il rischio cardiovascolare delle donne, è fondamentale una collaborazione tra specialisti (cardiologi, ginecologi, endocrinologi, neurologi, nutrizionisti) per una stratificazione del rischio accurata e personalizzata durante tutte le fasi della vita della donna.

 

Prevenzione personalizzata e strategie di intervento

Le donne con disturbi in gravidanza, come i disturbi dell’ultimo trimestre di gravidanza, o altri fattori di rischio, devono essere valutate precocemente per una stima accurata del rischio e ricevere indicazioni per uno stile di vita sano, per l’esecuzione di esami regolari e, se necessario, per terapie mirate. 

“Bisogna indagare con una raccolta anamnestica comprensiva anche di informazioni della vita riproduttiva della donna e utilizzare marcatori di imaging specifici come, ad esempio, lo spessore medio-intimale della parete delle arterie carotidi e la quantificazione del grasso epicardico. Le donne devono: 

  • ricevere indicazioni adeguate in termini di stile di vita (abitudini alimentari, intensificazione dell’attività fisica, stop al fumo di sigaretta, gestione dello stress); 
  • essere educate a prendersi cura di se stesse con controlli regolari della pressione arteriosa, controllo del peso e della circonferenza vita, esami ematochimici mirati; 
  • ricevere appropriate indicazioni terapeutiche, qualora necessarie. 

Il tutto in un’ottica di prevenzione personalizzata e in attesa che le attuali carte del rischio vengano aggiornate, includendo fattori di rischio meno noti, ma verosimilmente determinanti sulla salute cardiovascolare delle donne” afferma la dott.ssa Castelvecchio