Alle Smart Clinic di Bergamo, valutazioni oculistiche per la prevenzione

PUBBLICATO IL 02 APRILE 2024

In ambito oculistico, come per tutte altre branche della medicina, la prevenzione è fondamentale per garantire lo sviluppo e il mantenimento di una corretta capacità visita. Ma quando iniziare a eseguire i controlli visivi e quali sono le fasce d’età più ‘a rischio’ di sviluppare patologie? Ne parliamo con la dottoressa Sonia Palmieri, oculista del Policlinico San Marco, Policlinico San Pietro e di Smart Clinic all’interno de “Le Due Torri”, dove è possibile sottoporsi a valutazioni oculistiche di secondo livello, non invasive.

 

A che età è consigliabile fare una prima visita oculistica

I primi controlli vengono effettuati in tutti i punti nascita, in cui viene eseguito l’esame del riflesso rosso del fondo e i casi considerati dubbi vengono inviati all’attenzione del medico oculista - spiega la dottoressa Palmieri. 

Una prima visita completa andrebbe effettuata intorno ai 3 anni per tutti i bambini, in particolare se ci sono dubbi di: 

  • strabismo; 
  • patologie familiari, congenite; 
  • problemi di lacrimazione. 

A questa età, infatti, è possibile ottenere una discreta collaborazione da parte dei bimbi per valutare la refrazione e iniziare una quantificazione visiva: è comune riscontrare la presenza di un residuo di ipermetropia e a volte astigmatismi che, se superano un certo livello (gradazione), necessitano di correzione con occhiali da vista. Nei quadri meno evidenti, le alterazioni visive vengono, qualora necessario, corrette successivamente, con l’inizio della scuola. 

È inoltre utile la visita ortottica per verificare come lavorano insieme i 2 occhi sia da lontano sia da vicino, nonché la presenza della stereopsi, cioè la visione tridimensionale”. 

 

L’inizio della scuola: un momento cruciale

All’inizio della scuola primaria il bambino dovrebbe aver già eseguito una visita oculistica completa. 

“Qualora non vi siano difetti importanti è utile ripeterla almeno ogni 2 anni per valutare la necessità di correzione refrattiva in caso di astigmatismo, ipermetropia e miopia, la cui età d’insorgenza sta molto scendendo (spesso è già evidente dai primi anni di elementari)” suggerisce la specialista. 

 

La frequenza della visita oculistica nell’adolescenza

Anche in questo caso è consigliabile una visita ogni 2 anni. “In particolare, è importante non trascurare le forme di astigmatismo che, se compaiono in adolescenza, devono essere gestite con rapidità e cure specifiche. 

Nel caso si diagnostichi una patologia grave come il cheratocono è necessario essere tempestivi nel trattarlo in modo adeguato” sottolinea la dottoressa Palmieri.

 

Le regole di una corretta prevenzione in età adulta

A tutte le età è fondamentale eseguire visite oculistiche di controllo anche in assenza di sintomi specifici. 

“Vedere bene, con o senza occhiali, infatti, non garantisce che l’occhio sia sano - avverte la specialista -. Inoltre, una valutazione oculistica corretta può aiutare a diagnosticare patologie di vario tipo come quelle reumatologiche o tiroidee, nonché ipertensione, diabete (per citarne solo alcune, relativamente comuni e note). 

In età adulta, una fase ‘delicata’ è quella dopo i 40 anni, quando anche in persone che ritengono di aver sempre visto adeguatamente inizia ad insorgere la presbiopia e diventano più frequenti patologie come il glaucoma, legato ad aumento cronico della pressione dell’occhio.

Un’altra problematica rilevante che generalmente insorge già intorno ai 60 anni è rappresentata dalla cataratta, ovvero una progressiva opacizzazione del cristallino che determina la riduzione della capacità visiva e disturbi alla guida, al punto da rendere necessario l’intervento chirurgico di sostituzione del cristallino. 

Dopo i 65 anni, invece, particolare attenzione deve essere posta alle maculopatie, patologie che determinano la distorsione delle immagini e la progressiva perdita della visione centrale. Nelle forme avanzate possono manifestarsi riduzioni importanti della capacità visiva, a volte da trattare con iniezioni specifiche (terapie intravitreali)” conclude la dottoressa Palmieri.

 

Le valutazioni oculistiche alle Smart Clinic di Bergamo e il modello hub&spoke 

Nelle Smart Clinic di Bergamo è possibile eseguire larga parte delle valutazioni oculistiche di secondo livello, non invasive:

  • OCT (tomografia a coerenza ottica) degli strati della retina (per maculopatie, edemi, sindrome dell’interfaccia vitreoretinica) e del nervo ottico (in caso di glaucoma);
  • campo visivo per valutare eventuali danni neurologici o da glaucoma;
  • topografia corneale per valutare l’astigmatismo corneale con screening specifico per cheratocono e valutazione angolo irido-corneale nei casi sospetti di glaucoma a chiusura angolare;
  • pachimetria corneale per valutare lo spessore corneale;
  • valutazione ortottica con motilità oculare.

Qualora si rendano necessari esami di approfondimento invasivi o trattamenti chirurgici e/o laser, potranno essere effettuati presso il Policlinico San Marco e il Policlinico San Pietro con la garanzia di continuità diagnostica e terapeutica, grazie al modello hub&spoke e al fatto che gli specialisti oculisti che lavorano nelle Smart Clinic fanno parte dell’équipe delle 2 strutture ospedaliere.

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