Cataratta: cosa è, i sintomi e quando operarsi

PUBBLICATO IL 15 APRILE 2021

La cataratta è una malattia degli occhi che insorge con l’avanzare dell’età ma che è risolvibile con un intervento chirurgico mininvasivo. Parola all’esperto degli Istituti Clinici Zucchi.

La cataratta è una progressiva opacizzazione del cristallino che porta a una riduzione della vista e che può essere risolta con un’operazione mini-invasiva ambulatoriale.

Il dott. Fabrizio Formenti, Responsabile dell'Unità Operativa di Oculistica degli Istituti Clinici Zucchi di Monza, spiega quali sono i sintomi con cui si manifesta, quando è necessario operare e quali sono le tecniche chirurgiche utilizzate.

Cos’è la cataratta

La cataratta è una patologia oculare caratterizzata dall’opacamento del cristallino, una lente situata all'interno del bulbo, dietro l’iride, che determina un velo opaco che impedisce alla luce di raggiungere la retina, provocando una riduzione della vista.

“È una patologia molto comune che nasce fisiologicamente con l’avanzare dell’età, mediamente dopo i 65 anni - spiega il dott. Fabrizio Formenti  -  e può essere:

  • senile o pre-senile;
  • dovuta a traumi;
  • correlata a malattie come il diabete;
  • legata all’utilizzo di farmaci cortisonici.

Inoltre, è una malattia visibile anche ad occhio nudo: man mano che la malattia progredisce la pupilla perde il suo colore per diventare di colore grigio.

“Si sviluppa gradualmente in uno o in entrambi gli occhi sia negli uomini che nelle donne, con una maggiore percentuale nelle donne, stando alle nostre casistiche interne”, dichiara l’esperto.

I sintomi più comuni

In un primo momento la cataratta non causa disturbi evidenti, successivamente nel corso dello suo sviluppo si manifestano:

  • vista annebbiata;
  • percezione di aloni intorno alle fonti luminose;
  • difficoltà nella vista in luoghi molto luminosi;
  • variazione del difetto visivo che si aveva in precedenza.

La cataratta nucleare

“Ad esempio, alcune persone che leggono solo con gli occhiali, si ritrovano a farlo senza gli occhiali perché si sta sviluppando una cataratta che viene definita di tipo nucleare, cioè che provoca una miopia che va contrastare la presbiopia” spiega l’esperto.

In tutti questi casi è sempre consigliabile fissare un appuntamento dall'oculista per effettuare un controllo completo e verificare l'eventuale presenza della cataratta.

Quando è necessario l’intervento

“Una volta ci si operava quando il paziente non ci vedeva più. Adesso anche in età avanzata le necessità sono diverse, si guida ancora, si usano molto di più dispositivi elettronici come tablet e pc, e l’intervento sarà quindi indicato quando l’offuscamento del cristallino va a disturbare le normali attività svolte dal paziente nella vita quotidiana” dichiara Formenti.

Le tecniche chirurgiche

Attualmente esistono due tipologie di intervento che permettono di eliminare il cristallino opaco e di sostituirlo con una nuova lente intraoculare:

  • la tecnica di facoemulsificazione, più tradizionale;
  • la tecnica laser assistita.

La facoemulsificazione

“Viene definita tecnica di facoemulsificazione e si avvale dell’utilizzo di una sonda ad ultrasuoni che permette di frammentare ed aspirare la cataratta.

Successivamente viene inserita una nuova lente che sostituisce quella opaca rimossa”.

È la tecnica più eseguita a livello mondiale, in modalità ambulatoriale, permettendo al paziente di tornare a casa dopo circa un’ora dall’intervento. Il recupero visivo è molto rapido e il trauma per l’occhio è ridotto.

Tecnica laser assistita

Questa tecnica utilizza il laser a femtosecondi che permette di:

  •  eseguire il taglio corneale monitorando la sua estensione e profondità;
  •  ridurre l’insorgenza di un astigmatismo post-operatorio.

“Inoltre, consente anche un’apertura perfettamente circolare della capsula del cristallino con conseguente posizionamento più preciso della nuova lente intraoculare e, come ultimo passaggio, frammenta il cristallino per consentire una più dolce e più facile aspirazione., spiega il dottore.

I vantaggi rispetto alla tecnica tradizionale sono:

  • maggiore precisione in quanto il laser esegue il taglio corneale e la capsuloressi;
  • minor utilizzo di ultrasuoni e minor trauma;
  • minore reazione infiammatoria;
  • un più rapido recupero visivo.

Per entrambi gli interventi viene effettuata un’anestesia topica, cioè con gocce anestetiche, ed i controlli post operatori vengono effettuati nei due giorni seguenti all’operazione, successivamente dopo una settimana e infine entro un mese dall’operazione.

L’operazione non prevede la degenza in ospedale

In questo periodo di emergenza dovuta all’epidemia da Covid-19 il grande vantaggio è che non è prevista una degenza, ma solo il prericovero dove si eseguono tutti gli accertamenti:

  • l’elettrocardiogramma;
  • la visita con anestesista;
  • la visita oculistica per la misurazione del cristallino da impiantare;
  • esami per confermare l’assenza di infezione da Covid-19 (tampone nasofaringeo molecolare e radiografia al torace).

Prevenzione e controlli annuali

Con alcuni accorgimenti è possibile prevenire o ritardare l’opacizzazione del cristallino.

“Ai miei pazienti consiglio di:

  • seguire una corretta alimentazione con cibi contenenti antiossidanti naturali come frutta e verdura;
  • utilizzare occhiali da sole per diminuire l’esposizione prolungata ai raggi ultra violetti;
  • dove possibile, evitare l’utilizzo di farmaci come il cortisone”.

Inoltre, dopo i 45 anni, si consiglia di effettuare una visita oculistica completa una volta l’anno, per verificare lo stato di salute dell’occhio, la pressione e il fondo oculare.  

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