Come si cura l’artrosi?
PUBBLICATO IL 04 AGOSTO 2023
L’artrosi è una patologia sistemica degenerativa che colpisce le articolazioni usurandone la cartilagine e infiammando l’articolazione stessa. Può essere di 2 tipi:
- la primaria è soprattutto di carattere familiare: ci sono persone che sono maggiormente predisposte e compare principalmente nell’età senile;
- la secondaria compare a seguito di determinate patologie come, ad esempio, quelle reumatiche, oppure a malformazioni (es. displasia dell’anca, ginocchio varo o valgo) o a un esito di un trauma o frattura articolare che deviano l’articolazione.
L’artrosi può colpire anca, ginocchio, spalla, polso, gomito (in misura minore) e caviglia. A causa della sintomatologia dolorosa, l’artrosi può portare ad alcune limitazioni funzionali, compromettendo anche lo stile di vita della persona.
Il professor Franco Parente, Responsabile dell'Unità Operativa di Ortopedia del Centro di alta specialità per la Chirurgia Protesica dell'Anca e del Ginocchio dell'Istituto Clinico San Siro, fa una panoramica delle problematiche che coinvolgono anca e ginocchio e di quali potrebbero essere le possibili soluzioni terapeutiche.
Il dolore come sintomo principale dell’artrosi
“Come detto, l’artrosi si manifesta principalmente con dolore - spiega il prof. Parente -. Nell’anca e nel ginocchio, si avverte soprattutto un dolore al carico che scompare o si attenua molto quando si è a riposo o stando seduti. Altro sintomo molto comune è la rigidità mattutina al risveglio che, durante la giornata, si attenua. Vi può essere anche un versamento articolare soprattutto al ginocchio.
Oltre a questi sintomi esemplificativi, si possono associare inoltre:
- fastidio alla deambulazione;
- comparsa di zoppia;
- impotenza funzionale;
- impossibilità a compiere lunghi percorsi.
Ci sono pazienti che, magari, dopo pochi metri, sono costretti a fermarsi e ad andare alla ricerca di una panchina per sedersi.”
L’artrosi purtroppo, oltre a una limitazione funzionale, può portare a una riduzione delle attività quotidiane e a una perdita di autonomia, soprattutto nei casi più gravi.
Come diagnosticare l’artrosi
La diagnosi di artrosi, oltre a essere clinica, è anche strumentale. I primi accertamenti partono con una semplice radiografia, preferibilmente in carico, dove è possibile osservare il comportamento dell’articolazione. In caso di dubbi sull’esito, la Risonanza Magnetica consente di andare a indagare un eventuale edema osseo che accompagna di solito alcune artrosi dell’anca e del ginocchio.
Come trattare l’artrosi
“Per combattere l’artrosi, disponiamo fondamentalmente di 3 armi - continua -:
- infiltrazione con acido ialuronico: valido sia per l’anca, per cui è utile eseguire un’infiltrazione ecoguidata, sia per il ginocchio. Vi sono vari tipi di acido ialuronico che dipendono dalla grandezza della molecola: ci sono acidi ialuronici con peso molecolare medio-alto, acidi ialuronici con peso molecolare altissimo, per infine passare agli acidi ialuronici cross-linkati dove la molecola di acido ialuronico che normalmente ha un decorso rettilineo, in questo caso, con tecniche particolari, viene reticolata dando maggior consistenza al liquido e facendolo diventare quasi un gel. Dopo un’infiltrazione di questo tipo, il paziente sente l’articolazione più ‘impastata’, qualche volta anche dolente. Si consiglia, almeno per i primi giorni, di usare del ghiaccio e assumere antinfiammatori;
- PRP (Plasma Ricco di Piastrine), cioè fattori di crescita piastrinici. Con questa tecnica vengono prelevati circa 50 cc di sangue dal paziente e, attraverso una doppia centrifugazione, vengono estratti 1-2 cc di plasma ricco di piastrine che liberano fattori di crescita che, nei casi più lievi, possono riparare la cartilagine. Nelle artrosi franche, invece, hanno solo un effetto antinfiammatorio;
- cellule staminali mesenchimali (MSC): in questo caso, si effettua un prelievo da tessuto adiposo (dell’addome o del gluteo) con un intervento di mini liposuzione. Questo grasso prelevato viene poi frantumato, lavorato e infine estratti pochi cc di questa emulsione di grasso con fattori di crescita e sostanze antinfiammatorie.
Gli effetti di queste terapie conservative dipendono molto dalla risposta clinica del paziente. Per quanto riguarda l’acido ialuronico, la risposta clinica si nota dopo circa 20 giorni e se funziona si può anche ripetere a distanza di 5-6 mesi fino a quando il paziente ha beneficio. Per quanto riguarda il PRP e le cellule mesenchimali, la risposta clinica può essere di circa 1-2 anni e poi si possono eventualmente ripetere. Se invece la risposta clinica è inesistente o molto limitata nel tempo, è necessario valutare insieme al proprio ortopedico l’opzione di sostituzione dell’articolazione (protesi)”.
Sport ed esercizi che danno beneficio alle nostre articolazioni
Oltre a queste terapie di tipo medico, esistono terapie fisiche, esercizi che si possono eseguire in caso di artrosi moderate?
“Per quanto riguarda l’anca - prosegue lo specialista - il paziente è invitato, magari con l’ausilio di un fisioterapista, a fare esercizi di stretching quotidiano:
- sia della muscolatura anteriore,
- sia di quella posteriore,
- sia di quella laterale, in modo da conferire maggior elasticità all’articolazione.
Per il ginocchio, ideali sono esercizi di stretching per la:
- muscolatura posteriore - bicipite femorale
- muscolatura anteriore - quadricipite femorale.
Ottima anche la cyclette in scioltezza, senza resistenza, soprattutto per il ginocchio.
Per chi, in estate, si trova al mare, si consiglia la camminata in acqua, su fondali sabbiosi, immersi dalla cinta in giù, perché in questa condizione si mimano dei movimenti in assenza di gravità con maggior beneficio per le articolazioni. In questo modo, il liquido sinoviale che normalmente sta nelle nostre articolazioni incomincia a girare per l’articolazione stessa, così che i capi articolari vengono lubrificati e quindi, con una maggiore lubrificazione, lo scorrimento articolare migliora così come il dolore. Evitare di camminare sul bagnasciuga perché è un terreno in pendenza, con uno sbilanciamento.
Per chi, invece, preferisce la montagna, sarebbe meglio evitare escursioni di troppe ore su percorsi accidentati e le discese, dove è difficile controllare i movimenti. La passeggiata va bene ma con cautela, rendendosi conto dei propri limiti.
Per quanto riguarda gli altri sport, quelli consigliati sono:
- il nuoto (no stile rana per chi soffre di anca);
- la camminata veloce con scarpe molto ammortizzanti in modo da scaricare il più possibile le sollecitazioni.
Sconsigliata, soprattutto per chi ha un’artrosi importante, la corsa, a causa delle diverse sollecitazioni che possono causare ulteriori danni alle nostre articolazioni”, conclude Parente.