Ginocchio valgo e ginocchio varo nei bambini: quando preoccuparsi?
PUBBLICATO IL 08 APRILE 2021
Quando è necessario intervenire per correggere un ginocchio varo o un ginocchio valgo nei bambini? L’esperta spiega di cosa si tratta, quando e come intervenire.
Il ginocchio valgo e quello varo sono deviazioni assiali del ginocchio, cioè deviazioni sul piano frontale, visibili a occhio nudo se poniamo il bambino in posizione eretta di fronte a noi.
Ma cosa si intende per valgismo e varismo delle ginocchia in età pediatrica? Quando si definiscono costituzionali? E, soprattutto, quando vanno trattati?
Lo chiediamo alla prof.ssa Luisella Pedrotti, specialista in Ortopedia, con particolare interesse per l’ortopedia pediatrica, Responsabile dell’U.O. di Ortopedia dell’Istituto di Cura Città di Pavia.
Cosa sono il ginocchio valgo e il ginocchio varo
Il ginocchio valgo è quella deformità in cui l’asse meccanico non attraversa, come di norma, il centro del ginocchio, ma cade all’esterno di esso, facendo in modo che le ginocchia puntino verso l’interno.
Il ginocchio varo si ha nel caso opposto, quindi, le ginocchia puntano verso l’esterno.
Il concetto di varismo e valgismo “costituzionale”
“Durante lo sviluppo – spiega la professoressa Pedrotti – si evidenziano periodi di atteggiamento in varo-valgo fisiologici in relazione all’età, che vengono solo monitorati clinicamente.
Per contro, esistono molteplici patologie, in cui la deformità assiale è una delle caratteristiche principali (ad esempio, in molte forme di displasia scheletrica, malattie genetiche, malattie metaboliche, esiti di traumi). E’ ovvio, che non possiamo chiamare costituzionali questi ultimi quadri, che hanno una causa precisa”.
Quindi, per esclusione definiamo costituzionali le deformità del ginocchio che:
- non rientrano nelle variazioni fisiologiche legate all’età;
- non rientrano nei quadri chiaramente patologici di alcune malattie.
Valgismo costituzionale
“E’ possibile parlare di ‘valgismo costituzionale’ - continua la specialista – quando l’angolo tra l’asse del femore e quello della tibia (angolo femoro-tibiale) supera gli 8°, dopo i 7-8 anni di età”.
Varismo costituzionale
“Invece, il varismo ‘costituzionale’ è molto più difficile da quantificare. In teoria, è qualsiasi atteggiamento in varo venga osservato dopo i 3 anni, con tendenza a peggiorare”.
Quando correggere il ginocchio varo e il ginocchio valgo
Come spiega la prof.ssa Pedrotti: “Vanno considerati diversi elementi:
- la gravità della deformità, anche in relazione all’età e alle possibili variazioni in base all’etnia;
- i fattori extra anatomici sulla base dei quali pianificare il trattamento”.
È necessario individuare i limiti/disagi che il paziente e i genitori percepiscono, le loro aspettative, le eventuali patologie legate e i trattamenti pregressi.
Una volta esclusi, per età ed entità gli atteggiamenti sicuramente fisiologici e le deviazioni su altri piani, lo specialista esamina l’intero arto inferiore, per verificare l’eventuale coinvolgimento dell’anca o della caviglia.
Il cover-up test per la valutazione del ginocchio varo e valgo
“Nel caso del ginocchio varo dopo i due anni si utilizza il cover-up test, che valuta l’allineamento della parte superiore della gamba, coprendo la parte media e terminale.
Il test è positivo quando l’allineamento tra la coscia e la parte prossimale della gamba è in varo o neutro; in tal caso è necessario effettuare una radiografia.
È, invece, negativo, quando è presente un lieve valgismo.
In presenza di deviazioni oltre il valore fisiologico in relazione all’età (un varismo oltre i 3 anni e un valgismo superiore a 10° dopo gli 8 anni), dopo un adeguato periodo di osservazione, può essere presa in considerazione una indicazione chirurgica”.
Intervento chirurgico o plantari?
Non esiste una indicazione assoluta, tuttavia può essere giustificata l’adozione di plantari, allo scopo di influenzare l’orientamento dell’asse di carico, anche se in misura minima.
“In ogni caso - precisa la specialista - la decisione se intervenire o meno deve essere confermata dal quadro radiografico.
Vi può essere indicazione all’intervento in caso di deformità significative o di dolore persistente”.
Le tecniche chirurgiche
“La tecnica ideale per il trattamento di questo tipo di deformità è l’emiepifisiodesi, nota anche come intervento di crescita guidata - continua l’esperta - che si basa sulla possibilità di influenzare l’attività della cartilagine di coniugazione (la struttura che garantisce la crescita dell’osso), bloccandone temporaneamente una parte e permettendo la normale funzione dall’altra.
Si utilizza un sistema di placca e viti, per riallineare l’arto e una volta raggiunto l’allineamento, vengono rimossi i mezzi di sintesi impiegati. Naturalmente l’intervento deve essere eseguito quando il soggetto è in fase di crescita.
Benché l’intervento di crescita guidata sia considerato poco invasivo, la proposta chirurgica deve essere valutata con estrema attenzione e prevede una adeguata informazione dei genitori e del paziente, nel rispetto dei principi dell’etica professionale per un processo decisionale condiviso in quanto non sono escluse possibili conseguenze”.