Terapia occupazionale: a chi serve e come funziona

PUBBLICATO IL 26 OTTOBRE 2022

Se ne sente sempre più spesso parlare negli ultimi anni come terapia riabilitativa, in caso di disabilità, oppure di bambini o adulti che soffrono di malattie o disturbi fisici o psichici. È la terapia occupazionale, disciplina riabilitativa che promuove la salute e il benessere attraverso l’occupazione, ovvero l’utilizzo delle attività quotidiane, manuali e ludiche, per migliorare le capacità di adattamento fisico, cognitivo, sociale e psicologico della persona. 

Ma in cosa consiste di preciso? In quali casi in particolare può essere utile? Lo abbiamo chiesto alla dottoressa Chiara Motti, terapista occupazionale dell’unità di riabilitazione neurologica - Centro Vamp (Valutazione e Assistenza Multispecialistica Parkinson) dove, alle terapie convenzionali per la cura e recupero funzionale dei pazienti affetti da patologie del sistema nervoso centrale e/o periferico, sono associati percorsi terapeutici complementari, come appunto la terapia occupazionale o la tangoterapia.

 

Che cos’é la terapia occupazionale

“La Terapia Occupazionale è una disciplina riabilitativa che, utilizzando come mezzo privilegiato le molteplici attività della vita quotidiana, attraverso un intervento che può essere individuale o di gruppo, coinvolge la persona nella sua globalità al fine di migliorarne la qualità della vita”, spiega la dottoressa Motti. 

Per occupazioni si intende l’insieme delle attività della vita quotidiane significative per il proprio contesto culturale, adeguate all’età, scelte, organizzate e svolte da ogni individuo per prendersi cura di se stesso e contribuire alla vita economica e sociale della comunità.

Le occupazioni, in particolare, vengono solitamente suddivise nelle seguenti 3 aree: 

  • cura di sé: vestirsi, mangiare, lavarsi etc.;
  • attività produttive: lavoro o scuola;
  • tempo libero: sport, giardinaggio etc.

“La terapia occupazionale, in altre parole, interviene nell’ambito della prevenzione, cura e riabilitazione delle persone affette da malattie e disordini fisici e psichici, sia con disabilità temporanee, sia permanenti, utilizzando attività espressive, manuali rappresentative, ludiche, della vita quotidiana. In questo modo, i pazienti vengono attivamente coinvolti nel processo riabilitativo e i risultati della terapia occupazionale sono diversificati e adattati per ciascuno”, continua la terapista.

 

Un percorso riabilitativo ‘su misura’

Le attività proposte ai pazienti nell’ambito della terapia occupazionale sono attentamente selezionate e graduate a seconda dei bisogni e desideri della persona. Inoltre vengono tenute in considerazione componenti come: 

  • età;
  • contesto sociale;
  • malattia dell’individuo. 

“Attraverso l’osservazione e l’analisi della performance occupazionale della persona, il Terapista Occupazionale valuta ed elabora il programma riabilitativo del paziente per favorirne la partecipazione nella vita quotidiana, intervenendo anche sugli ambienti di vita, come il proprio domicilio, la scuola o il posto di lavoro - sottolinea la dottoressa Motti -. 

Ogni paziente ha un bagaglio di storie ed emozioni che porta con sé durante il trattamento, un bagaglio che condivide e che lo definisce. La terapia occupazionale utilizza questo bagaglio per recuperare o compensare le abilità perse.” 

 

In quali casi è utile

La terapia occupazionale previene, cura e riabilita: 

  • persone in età evolutiva (dalla nascita ai 18 anni) affette da patologie tra cui paralisi cerebrali infantili o da disturbi dell’apprendimento, sindrome da deficit dell’attenzione ed iperattività e disturbi dello spettro autistico
  • persone in età geriatrica al fine di garantire il mantenimento dell’autonomia nella vita quotidiana e di prevenire i rischi. 

 

Come funziona la terapia occupazionale

Il processo di terapia occupazionale, come già accennato, tiene conto della storia personale dell’individuo, delle sue aspettative, delle sue occupazioni, della sua routine, della sua storia familiare e della sua attuale condizione sociale e abitativa. 

“Tutte queste informazioni vengono reperite attraverso il colloquio e la valutazione iniziale - continua la terapeuta -. La valutazione iniziale è finalizzata a rilevare limitazioni e capacità residue dell’individuo tramite: 

  • test standardizzati; 
  • interviste individualizzate; 
  • osservazione della performance dell’individuo nel suo contesto di vita quotidiana. 

I risultati di tali valutazioni consentono la stesura di obiettivi a breve, medio e lungo termine formulati in accordo con gli interessi della persona. 

In seguito alla definizione degli obiettivi viene redatto un piano di intervento attraverso il quale il terapista occupazionale individua le strategie più opportune per ciascun individuo per raggiungere l’autonomia massima possibile nelle attività di vita quotidiana e nell’attività lavorativa e si occupa dell’abbattimento delle barriere architettoniche nell’ambiente di vita dell’individuo. 

Per tutta la durata dell’intervento il terapista occupazionale provvede a una valutazione costante di ogni cambiamento al fine di monitorare il raggiungimento degli obiettivi fino alla conclusione del processo riabilitativo”, conclude la dottoressa Motti. 

Cura e Prevenzione