Patologie

Ischemia cerebrale (ictus)

Cos’è

Il termine ictus include un gruppo eterogeneo di patologie caratterizzate da improvvisa insufficienza di afflusso sanguigno ad un’area del cervello; si tratta di una grave condizione medica che può risultare potenzialmente mortale se non si interviene tempestivamente. Gli ictus possono essere divisi in:

  • ischemici, derivanti da trombosi o embolia;
  • emorragici, dovuti a rottura vascolare.

Ictus ischemici con sintomi transitori, che si risolvono spontaneamente entro le successive 24 ore e non presentano evidenza di infarto cerebrale acuto vengono invece definiti come attacco ischemico transitorio (TIA). 

I sintomi si verificano all’improvviso e sono piuttosto variabili; in generale i pazienti colpiti da ictus subiscono una perdita di funzioni cerebrali più o meno grave, dovuta dalla necrosi di una parte del cervello. Alcuni segnali di pericolo possono essere: violenti ed anomali mal di testa, afasia e difficoltà a deglutire, alterazione della vista, debolezza, difficoltà a camminare o movimenti scoordinati, formicolii ed intorpidimenti, perdita di equilibrio, svenimento o vertigini.

Prevenzione

Esistono diversi fattori che possono predisporre all’insorgenza di un ictus, ed essi si distinguono in fattori di rischio potenzialmente modificabili e fattori di rischio non modificabili. Con l’avanzare dell’età aumentano le probabilità di essere colpiti da un’ischemia cerebrale. Tuttavia, vi sono alcune condizioni a cui è possibile porre rimedio attraverso una terapia farmacologica o un cambiamento degli stili di vita; esse includono:

  • ipertensione arteriosa o pressione alta;
  • aterosclerosi;
  • ipercolesterolemia o colesterolo alto;
  • diabete;
  • sovrappeso e obesità;
  • malattie cardiovascolari e aritmie cardiache;
  • vizio del fumo;
  • abuso di alcool;
  • uso di droghe;
  • stile di vita sedentario.

Diagnosi

L’ictus è caratterizzato da episodi ad insorgenza improvvisa, le cui manifestazioni devono essere diagnosticate in maniera immediata per poter agire tempestivamente prima che la situazione del paziente si aggravi. In genere l’iter diagnostico prevede:

  • esame obiettivo volto a riconoscere i sintomi;
  • valutazione dell’anamnesi ed identificazione dei fattori di rischio;
  • esami del sangue;
  • test strumentali, quali TAC, risonanza magnetica, ecografia, indispensabili per stabilire le cause scatenanti, definire il tipo di ischemia e identificare l’area del cervello colpita.

Cura

Il trattamento dell’ischemia dipende da una serie di fattori diversi come la gravità della situazione, l’area del cervello colpita, il tipo di ictus o le cause scatenanti. Identificare il tipo di ictus è fondamentale per definire una terapia: l’ictus ischemico, infatti, necessita di cure volte a ripristinare il flusso sanguigno, mentre per l’ictus emorragico bisogna bloccare l’emorragia e ridurre la pressione intracranica.

Nel caso di ictus ischemici, ed in alcuni casi selezionati, è possibile procedere con terapia trombolitica endovenosa volta ad eliminare l’ostruzione, fluidificare il sangue e ristabilire il flusso. Un’altra opzione terapeutica invasiva è rappresentata dalla trombectomia meccanica di un trombo o di un embolo, eseguita con un particolare dispositivo per via intrarteriosa, anch’essa con lo scopo di ripristinare il circolo dei vasi cerebrali. Nel caso di ictus emorragici, invece, si effettua un intervento di craniotomia per rimuovere l’ematoma e riparare le arterie danneggiate.

Per i pazienti colpiti da ictus, inoltre, è fondamentale seguire un processo di riabilitazione per il massimo recupero delle funzioni cerebrali, motorie e il ristabilimento della coordinazione; senza riabilitazione in molti casi non sarebbe possibile riprendere una vita autonoma, determinando diversi gradi di invalidità permanente.