
Corsa e infortuni: come prevenirli e come la medicina rigenerativa può accelerare il recupero
PUBBLICATO IL 16 OTTOBRE 2025
La corsa è uno degli sport più praticati al mondo ed accessibili: bastano un paio di scarpe, un po’ di tempo libero per allenarsi e si può praticare ovunque, in città, al parco, in montagna.
Tuttavia, anche se la corsa è un’attività totalmente naturale, il corpo non è sempre pronto a reggere i carichi improvvisi, ripetuti e mal distribuiti che ne derivano e purtroppo, gli infortuni da corsa sono dietro l’angolo. Almeno 1 runner su 2, soprattutto tra gli amatoriali, incorre ogni anno in un qualche tipo di problema fisico.
Ma cosa succede effettivamente quando corriamo, come possiamo prevenire gli infortuni da corsa e, soprattutto, come può la medicina rigenerativa favorire un recupero più rapido e naturale?
Ne parliamo con la professoressa Laura Mangiavini, ortopedico dell’Équipe Universitaria di Ortopedia Rigenerativa e Ricostruttiva (E.U.O.R.R.) dell’IRCCS Ospedale Galeazzi – Sant’Ambrogio e parte di RE.GA.IN., centro di medicina rigenerativa dello stesso Ospedale.
Cosa succede al nostro corpo quando corriamo
“Quando corriamo, il carico principale si concentra sugli arti inferiori - spiega la professoressa Mangiavini. - Parliamo di muscoli, ma anche di articolazioni, tendini e legamenti che stabilizzano anca, ginocchio, caviglia e le piccole articolazioni del piede”.
Gli infortuni da corsa più frequenti li possiamo suddividere in 2 grandi categorie:
- acuti, come le distorsioni o le lesioni muscolari
- cronici, che compaiono nel tempo a causa di sovraccarico, microtraumi ripetuti o postura e biomeccanica scorretta.
Tra gli infortuni cronici più frequenti nei runner troviamo tendiniti achille e rotulee, fascite plantare e le prime forme di artrosi da overuse, soprattutto al ginocchio.
Interessante, però, è la differenza che si può verificare tra i runner più esperti e gli amatori: “Chi corre a livello amatoriale tende a farsi male più facilmente per errori di base, intendo scarso riscaldamento, scarpe inadatte, tecniche sbagliate. I professionisti, invece, pur avendo una preparazione migliore, sono più esposti a problemi cronici per via dell’intensità e della quantità di allenamenti”, chiarisce la specialista.
Prepararsi bene: cosa fare per prevenire gli infortuni da corsa
“Prevenire, in questo caso, è molto meglio che curare. La prima regola è semplice, ma spesso sottovalutata: mai partire a correre a freddo. Il riscaldamento, infatti, è fondamentale, così come lo stretching mirato. Preparare muscoli e tendini allo sforzo aiuta a prevenire lesioni che, altrimenti, rischierebbero di manifestarsi improvvisamente” sottolinea l’ortopedico.
“Un altro aspetto spesso ignorato è la scelta delle scarpe. Chi inizia a correre senza esperienza sceglie spesso calzature sbagliate, magari solo in base all’estetica o alla marca. Ma ogni piede e ogni tipo di appoggio richiedono un modello specifico.
Anche il terreno di corsa ha la sua importanza. Asfalto, sterrato, pista: ognuno comporta stress diversi, e va scelto con attenzione”.
Infine, è importantissimo imparare ad ascoltare il proprio corpo. Un dolore lieve e passeggero può essere normale, ma se persiste, soprattutto dopo l’attività o a riposo, è il caso di fermarsi e farsi controllare. “In generale, se il fastidio dura più di 10 giorni, vale la pena rivolgersi a un esperto” aggiunge la professoressa.
Medicina rigenerativa: come funziona e quando serve
Negli ultimi anni, accanto alle terapie tradizionali, si sta facendo strada la medicina rigenerativa, che punta a stimolare i processi naturali di riparazione del corpo.
“La medicina rigenerativa non introduce qualcosa di esterno, ma sfrutta le risorse biologiche del paziente (sangue, cellule e tessuti) per stimolare la guarigione dei tessuti danneggiati”, spiega la professoressa Mangiavini.
Le tecniche di medicina rigenerativa per lo sport
Le tecniche di medicina rigenerativa più utilizzate per trattare gli infortuni da corsa oggi sono:
- PRP (ovvero Plasma Ricco di Piastrine), si ottiene con un semplice prelievo di sangue che viene centrifugato per concentrare le piastrine (che contengono fattori di crescita antinfiammatori e rigenerativi); la porzione di plasma arricchita in piastrine viene poi iniettata direttamente nella zona da trattare. Il PRP è indicato per le lesioni muscolari e tendinee e nelle prime fasi di artrosi, solitamente con una somministrazione in 2-3 sedute.
- derivati cellulari in cui si prelevano piccole quantità di tessuto adiposo (ad esempio dalla pancia) o di midollo osseo. Dopo una lavorazione specifica, il materiale viene reiniettato per stimolare i processi riparativi e rigenerativi propri del tessuto danneggiato.I derivati cellulari, che sono più complessi da ottenere, vengono usati per condizioni degenerative più avanzate o quando il PRP non ha ottenuto l’efficacia desiderata. Per questi ultimi basta una sola infiltrazione, ma richiede una piccola procedura ambulatoriale con anestesia.
Benefici e rischi della medicina rigenerativa
I benefici della medicina rigenerativa per gli sportivi e i runner sono molteplici:
- tempi di recupero più rapidi;
- riduzione dell’infiammazione;
- meno necessità di ricorrere alla chirurgia;
- minore rischio di ricadute.
“Attenzione però, in entrambe le tecniche, lo scopo ultimo non è ricostruire il tessuto danneggiato da zero, ma spegnere l’infiammazione e quindi il processo degenerativo in atto, per creare un ambiente più favorevole alla riparazione spontanea” indica la professoressa.
I rischi di queste procedure sono minimi. “Presso il nostro Ospedale usiamo materiali autologhi, quindi provenienti dal paziente stesso, il che evita episodi di rigetto. Gli effetti collaterali possono quindi essere un po’ di dolore e gonfiore locale nei giorni successivi all’infiltrazione, legati alla risposta infiammatoria, che però è proprio quella che vogliamo stimolare” spiega la specialista.
Il percorso personalizzato RE.GA.IN: molto più di una terapia
A differenza di un trattamento ‘mordi e fuggi’, il modello seguito da RE.GA.IN dell’Opsedale Galeazzi - Sant’Ambrogio, è quello del percorso personalizzato:
“Seguiamo ogni paziente dalla valutazione iniziale fino al follow-up, e adattiamo il piano terapeutico alle sue esigenze specifiche” racconta la professoressa Mangiavini.
Una delle forze del centro è il monitoraggio dei risultati nel tempo:
“Vogliamo raccogliere dati reali sull’efficacia delle terapie, per capire meglio come funzionano in base alla patologia e alle caratteristiche individuali del paziente” conclude la professoressa Mangiavini.