Come funziona la Medicina Rigenerativa per gli sportivi e quando è indicata

Come funziona la Medicina Rigenerativa per gli sportivi e quando è indicata

PUBBLICATO IL 25 NOVEMBRE 2025

Come funziona la Medicina Rigenerativa per gli sportivi e quando è indicata

PUBBLICATO IL 25 NOVEMBRE 2025

Scopri di più sul Centro RE.GA.IN dell’Ospedale Galeazzi – Sant’Ambrogio

Lo sport fa bene al corpo e alla mente, richiede dedizione e disciplina, ma talvolta, a causa di sollecitazioni meccaniche intense e ripetute, può mettere alla prova articolazioni e muscoli con traumi acuti o condizioni da overuse, ovvero da sovraccarico funzionale. Ad oggi, la medicina rigenerativa rappresenta una delle frontiere più promettenti per chi vuole preservare la funzionalità articolare e continuare a praticare attività sportiva in sicurezza. 

A spiegarlo è la dott.ssa Laura de Girolamo, biologa e Direttrice del Laboratorio di Biotecnologie applicate all’Ortopedia e del Centro RE.GA.IN (Regenerative Galeazzi Institute) dell’IRCCS Ospedale Galeazzi – Sant’Ambrogio.

 

Le articolazioni e gli infortuni più a rischio per chi fa sport

Spiega la dottoressa De Girolamo: “Le sedi più frequentemente coinvolte sono le articolazioni degli arti inferiori e superiori, in particolare ginocchio, caviglia e spalla, ma anche anca e gomito, a seconda dello sport praticato”.

Gli infortuni sportivi e condizioni più frequenti nel calcio

Per esempio, gli sport che comportano cambi di direzione o movimenti esplosivi, come il calcio, possono favorire lesioni meniscali e legamentose.

Gli infortuni sportivi e condizioni più frequenti nel basket

Gli infortuni nel basket sono molto frequenti, tra questi le tendinopatie rotulee legate ai salti.

Gli infortuni sportivi e condizioni più frequenti nel tennis e padel

Nel tennis o nel padel, caratterizzati da movimenti ripetitivi e asimmetrici, troviamo spesso giocatori esposti a fenomeni infiammatori o degenerativi, come il cosiddetto gomito del tennista

Gli infortuni sportivi e condizioni più frequenti nello sci

Tra gli sport più a rischio di infortuni c’è anche lo sci: “In questo caso le lesioni più frequenti sono a carico del ginocchio – spiega la dottoressa - poiché la caviglia, bloccata dallo scarpone, non può ammortizzare i movimenti. Non mancano anche fratture o lussazioni degli arti superiori dovute a cadute ad alta velocità”. 

Le condizioni che coinvolgono la colonna vertebrale

Anche la colonna vertebrale può risentire di un allenamento scorretto o eccessivo, soprattutto a livello lombosacrale dove si concentra gran parte del carico posturale.

Il ginocchio: perché è l’articolazione più sollecitata nello sport?

Tra le articolazioni più complesse e sollecitate del corpo umano, il ginocchio svolge un ruolo cruciale nella maggior parte dei gesti atletici, sia a livello amatoriale sia agonistico, rendendolo pertanto essenziale, ma altrettanto vulnerabile. Nel contesto sportivo, il ginocchio è spesso sede di disturbi:

  • lesioni legamentose e meniscali;
  • tendinopatie;
  • forme precoci di artrosi legate al sovraccarico funzionale. 

“Si tratta di condizioni che, anche quando non gravi, possono compromettere la performance e la qualità della vita di chi pratica sport in modo regolare”, prosegue la dottoressa de Girolamo.

 

La medicina rigenerativa per gli sportivi: quando e come interviene

La medicina rigenerativa può essere utile sia in caso di traumi, sia nelle patologie da sovraccarico.

I trattamenti di medicina rigenerativa per i traumi acuti

“Nei traumi acuti, le tecniche rigenerative vengono spesso impiegate come supporto alla chirurgia, ad esempio, nelle: 

  • ricostruzione del legamento crociato;
  • suture meniscali

In questi casi, il chirurgo può utilizzare un preparato biologico, ad esempio, il PRP, per stimolare e velocizzare i processi di guarigione”. 

I trattamenti di medicina rigenerativa per il sovraccarico

“Nelle condizioni da overuse, invece, la medicina rigenerativa può essere utilizzata senza intervento chirurgico attraverso un approccio conservativo tipicamente infiltrativo per: 

  • favorire il recupero; 
  • ridurre il dolore e l’infiammazione”.

 

I principali trattamenti rigenerativi per gli sportivi

Nell’ambito muscolo-scheletrico, i trattamenti rigenerativi si basano sull’utilizzo dei cosiddetti ortobiologici, ovvero derivati dal sangue o dai tessuti del paziente stesso. I più utilizzati sono il PRP e le cellule mesenchimali.

Che cos’è e cosa fa il PRP

Tra i prodotti derivati dal sangue, il più comune è il PRP (Plasma Ricco di Piastrine), che si ottiene tramite un semplice prelievo di sangue e una centrifugazione che separa e concentra la frazione piastrinica, ricca di fattori di crescita. Queste molecole: 

  • favoriscono i processi riparativi
  • hanno anche un’importante azione antinfiammatoria

Cosa sono e a cosa servono le cellule mesenchimali 

L’altra grande categoria è rappresentata dai prodotti basati sulla presenza di cellule, in particolare cellule mesenchimali (MSC). Si tratta in questo caso di cellule che sono già presenti in tutti i nostri tessuti e che entrano in azione ogni volta che questi sono interessati da un danno o un’infiammazione. 

Si possono preparare da un piccolo prelievo di tessuti come il tessuto adiposo o midollo osseo. Si utilizzano nella sede del problema, per esempio, in: 

  • un’articolazione; 
  • un tendine lesionato. 

 

Come funzionano i trattamenti rigenerativi PRP e MSC

Si tratta in entrambi i casi di procedure mininvasive, che si svolgono in ambulatorio e che permettono di sfruttare la naturale capacità rigenerativa del nostro corpo. I protocolli variano in base al tipo di prodotti:

I trattamenti a base di cellule mensenchimali:

  • prevedono 1 sola somministrazione
  • i loro benefici possono manifestarsi in un periodo compreso tra i 2 e i 3 mesi e durare anche oltre 2 anni

Il trattamento con PRP:

  • si esegue in cicli di 2-3 infiltrazioni distanziate di circa 2 settimane
  • i pazienti riferiscono miglioramenti significativi dopo circa 1 mese e in media mantiene i suoi benefici fino a 12-18 mesi.

 

Per chi è indicata la medicina rigenerativa

Non si tratta però di soluzioni definitive — sottolinea la dottoressa —, perché l’invecchiamento e i processi degenerativi continuano. In alcuni casi, ripetere il ciclo dopo un certo periodo è perfettamente normale e non rappresenta un fallimento terapeutico, ma una fisiologica necessità di mantenimento. 

È importante infatti sottolineare che la medicina rigenerativa non è una terapia preventiva: non esistono evidenze scientifiche che ne dimostrino l’efficacia in questi casi. Si tratta invece di un approccio indicato per chi:

  • ha una patologia articolare, tendinea o muscolare in fase iniziale o moderata
  • desidera recuperare funzionalità e ridurre il dolore in modo conservativo, evitando, o ritardando, interventi più invasivi e complessi”. 

Non tutti i pazienti, tuttavia, reagiscono allo stesso modo: “Sappiamo che circa il 25% dei pazienti non risponde in modo significativo al trattamento – sottolinea la dottoressa de Girolamo -. Queste differenze possono dipendere da: 

  • fattori genetici; 
  • caratteristiche del tessuto trattato;
  • patologie associate;
  • qualità del sangue o del grasso prelevato. 

Comprendere meglio questi meccanismi ci aiuterà a personalizzare ulteriormente le terapie e ottenere risultati migliori”.

 

La prevenzione dei danni muscolo-scheletrici

In ambito sportivo, la prevenzione dei danni muscolo-scheletrici non si limita agli aspetti biomeccanici o legati all’allenamento. 

“Un tessuto ben vascolarizzato, con un metabolismo cellulare equilibrato e un microambiente privo di infiammazione cronica — spiega de Girolamo — è meno predisposto a sviluppare lesioni da sovraccarico e risponde meglio ai trattamenti rigenerativi. 

Infatti, stato infiammatorio e composizione corporea influenzano direttamente la risposta delle cellule sia a stimoli meccanici sia a stimoli biologici, e rappresentano quindi fattori cruciali sia nella prevenzione sia nella personalizzazione delle cure”. 

 

Il centro RE.GA.IN dell’Ospedale Galeazzi-Sant’Ambrogio

All’interno dell’IRCCS Ospedale Galeazzi – Sant’Ambrogio, RE.GA.IN – Regenerative Galeazzi Institute è un punto di riferimento per lo sviluppo di terapie innovative nel campo dell’ortobiologia.

“L’obiettivo — conclude de Girolamo — è trasformare la ricerca in soluzioni cliniche sicure, efficaci e accessibili, per aiutare sempre più persone a recuperare la funzionalità articolare e a tornare alla loro vita, sportiva e quotidiana, nel modo più naturale possibile”.