Sleeve gastrectomy con plastica antireflusso: che cos’è e quando si fa
PUBBLICATO IL 03 OTTOBRE 2024
Un intervento di sleeve gastrectomy associato a una plastica per prevenire o eliminare problemi di reflusso gastroesofageo comuni tra i pazienti obesi, sia prima sia dopo l’intervento di chirurgia bariatrica ‘tradizionale’. Si chiama sleeve gastrectomy con plastica antireflusso a 360° o Rossetti-Sleeve ed è stata messa a punto quasi 10 anni fa dal professor Stefano Olmi e dalla sua équipe.
Scopriamo insieme al prof. Olmi, Responsabile dell’Unità Operativa di Chirurgia Generale e Oncologica, del Centro di Chirurgia della parete addominale, del Centro di Chirurgia Laparoscopica avanzata e del Centro di Chirurgia dell’obesità del Policlinico San Marco e Professore associato della Scuola di Specializzazione in Chirurgia Generale dell'Università Vita Salute San Raffaele di Milano, di cosa si tratta e quali vantaggi offre.
Il reflusso gastroesofageo post sleeve gastrectomy tradizionale
La sleeve ‘tradizionale’ è associata a un tasso di reflusso esofageo post-operatorio variabile tra il 10% e il 30%.
“I meccanismi attraverso i quali la sleeve gastrectomy può contribuire allo sviluppo o al peggioramento del reflusso gastroesofageo sono diversi - continua l’esperto -. Tra questi:
- alterazioni anatomiche: la riduzione volumetrica dello stomaco può alterare la normale funzione dello sfintere esofageo inferiore (LES), riducendo la sua capacità di prevenire il reflusso;
- aumento della pressione intragastrica: la diminuzione della capacità dello stomaco può aumentare la pressione intragastrica, facilitando il reflusso del contenuto gastrico nell'esofago;
- modifiche della motilità gastrointestinale di stomaco ed esofago, contribuendo al reflusso;
- ernia iatale: la presenza di un’ernia iatale non corretta durante l’intervento chirurgico di sleeve può favorire il reflusso acido;
- eccesso di fondo gastrico: un eccesso di fondo gastrico residuo può favorire il ristagno di cibo e il conseguente reflusso gastrico acido”.
La sleeve gastrectomy ‘modificata’ per i problemi di reflusso: quando si fa
Prima di eseguire una sleeve gastrectomy, soprattutto nei pazienti che abbiano sintomi o segni (esofagite) da reflusso-gastroesofageo, è importante effettuare sempre una manometria esofagea.
“Questo esame permette di vedere le pressioni e la motilità dell’esofago e della valvola cardiale (sfintere esofageo inferiore). In presenza di una pressione bassa della valvola cardiale e di una scarsa motilità dell’esofago non conviene eseguire una sleeve gastrectomy tradizionale per il rischio elevato che il reflusso peggiori dopo l’intervento - spiega lo specialista -.
Nei pazienti affetti da obesità patologica associata a malattia da reflusso gastro-esofageo (MRGE) e/o ernia iatale, quindi, in alternativa al bypass gastrico che di solito trova indicazione, a nostro giudizio la soluzione migliore è rappresentata dalla sleeve con plastica antireflusso (sleeve gastrectomy modificata).
La sleeve con plastica antireflusso, inoltre, può essere utile anche in pazienti che, pur non avendo sintomi di reflusso prima dell’intervento, potrebbero svilupparli in seguito. È stato, infatti, ampiamente dimostrato da numerosi articoli scientifici che l’incidenza di reflusso e di esofagite dopo una sleeve con plastica antireflusso tende a ridursi all’1% con risultati migliori rispetto anche al bypass gastrico.
Presso il nostro Centro di Chirurgia Bariatrica, ormai da circa 9 anni viene effettuato l’intervento di sleeve gastrectomy con associata plastica antireflusso laparoscopica con ottimi risultati in oltre 800 pazienti” conclude il professor Olmi.