
La ricerca in chirurgia bariatrica: l’impegno di INCO all’IRCCS Ospedale Galeazzi-Sant’Ambrogio
PUBBLICATO IL 29 LUGLIO 2025
Quando si parla di cura dell’obesità si pensa principalmente alla dieta, all’esercizio fisico o, nei casi più gravi, alla chirurgia. Ma raramente si riflette sul fatto che, dietro ogni terapia efficace, c’è un rigoroso lavoro di ricerca.
L’IRCCS Ospedale Galeazzi-Sant’Ambrogio, in qualità di Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico e sede di INCO – l’Istituto Nazionale per la Cura dell’Obesità – integra l’attività clinica con una solida componente di ricerca scientifica, anche nell’ambito della chirurgia bariatrica. A raccontare questa importante dimensione di INCO è il suo Responsabile, il dott. Alessandro Giovanelli.
“Senza ricerca, semplicemente, non si va da nessuna parte- dichiara il dr. Giovanelli -. Il rischio è quello di diventare meri esecutori, persone che applicano protocolli studiati da altri, senza essere in grado di generare nuovo sapere. La medicina ha bisogno di idee, di innovazione, di sperimentazione: è solo così che possiamo rispondere in modo sempre più efficace e personalizzato ai bisogni dei nostri pazienti. Nell’ambito della chirurgia bariatrica, in particolare, abbiamo voluto investire in un gruppo di lavoro stabile, dedicato specificamente alla ricerca.”
Un gruppo multidisciplinare e integrato
“Il nostro gruppo di ricerca nasce dall’esperienza maturata negli anni – prosegue Giovanelli - è un gruppo strutturato, composto da medici, dietisti, psicologi. Abbiamo inoltre una ricercatrice senior, 2 data manager e teniamo collaborazioni stabili con i laboratori della struttura.
Questo ci consente di affrontare la complessità dell’obesità in modo trasversale: non solo da un punto di vista chirurgico, ma anche metabolico, psicologico, nutrizionale e genetico. INCO collabora inoltre attivamente con partner industriali, per valutare la validità di nuovi strumenti terapeutici e tecnologie medicali”.
Si tratta di lavoro costante, che porta a elaborare e sviluppare protocolli di studio su molteplici fronti: dalle tecniche chirurgiche e le nuove tecnologie, come la robotica, aspetti metabolici legati all’obesità, in particolare al rischio cardiovascolare, ma anche la componente genetica ed epigenetica dell’obesità.
Le linee di ricerca
INCO concentra l’attività di ricerca su 3 macroaree principali .
Tecniche chirurgiche e tecnologie innovative
Nell’ambito delle tecniche chirurgiche, INCO conduce sia studi retrospettivi sia prospettici, volti a valutare l’efficacia delle nuove tecniche emergenti. Particolare attenzione è rivolta alla chirurgia robotica e alle tecniche endoscopiche mininvasive, con un occhio attento all’ottimizzazione delle risorse.
Aspetti metabolici e rischio cardiovascolare
Il secondo ambito riguarda lo studio delle implicazioni metaboliche dell’obesità. “Oltre alla già nota correlazione con il diabete e la sindrome metabolica – continua il dr. Giovanelli - esploriamo in particolare il rischio cardiovascolare e lo studio del grasso epicardico. Collaboriamo con cardiologi, endocrinologi e internisti per comprendere meglio l’impatto dell’obesità sul metabolismo glicemico e lipidico, e i meccanismi infiammatori sistemici sottostanti”.
Essendo l’IRCCS Galeazzi-Sant’Ambrogio un ospedale ad alta specializzazione ortopedica, INCO pone particolare attenzione anche alle implicazioni dell’obesità sull’apparato osteomuscolare, cioè:
- carenze vitaminiche (soprattutto vitamina D)
- rischio di osteoporosi
Queste alterazioni possono infatti compromettere ulteriormente la qualità di vita del paziente obeso.
Genetica ed epigenetica dell’obesità
Un ambito sicuramente affascinante e in rapido sviluppo è quello genetico ed epigenetico correlato all’obesità. In collaborazione con l’Università Vita-Salute San Raffaele, INCO si propone di studiare i meccanismi genetici alla base dell’obesità, con particolare interesse per le forme monogeniche e poligeniche della malattia. Si tratta di un ambito che può rivoluzionare l’approccio terapeutico, offrendo indicazioni sempre più personalizzate.
“Un caso esemplare – ricorda il dr. Giovanelli - è quello di due fratelli tunisini affetti da una sindrome monogenica da carenza del recettore della leptina, cioè il ‘sensore’ che permette di segnalare al cervello il senso di sazietà e quindi di controllare il peso corporeo. Dopo un’approfondita valutazione genetica, effettuata anche sui genitori, siamo riusciti ad avviare un trattamento farmacologico innovativo, combinato con semaglutide, e un programma integrato di riabilitazione nutrizionale e comportamentale. I fratelli sono arrivati da noi in barella, supportati dall’ossigeno; oggi camminano autonomamente. Ricordo ancora con emozione il momento in cui li ho accompagnati a piedi per tutto l’aeroporto di Malpensa”.
La ricerca sui prodotti nutrizionali e sugli integratori
Un’altra linea di ricerca importante riguarda l’efficacia di alcuni prodotti nutrizionali e integratori nel mantenimento del calo ponderale e nel miglioramento della qualità della vita dei pazienti.
Insieme alle dietiste e psicologhe di INCO, si valutano prodotti a caratteristiche organolettiche specifiche, formulazioni proteiche o ipocaloriche che possano favorire il senso di sazietà e aiutare i pazienti a mantenere un regime alimentare equilibrato a lungo termine.
L’importanza e il vantaggio di lavorare in un Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico
“Lavorare in un IRCCS significa, per me, assumersi la responsabilità non solo di curare, ma di contribuire alla costruzione del sapere medico – conclude il Dr. Giovanelli - La ricerca scientifica non è un lusso, ma una necessità. Solo in questo modo possiamo garantire ai nostri pazienti cure sempre più avanzate, personalizzate e sicure.
L’obesità è una patologia complessa, sistemica, che richiede risposte articolate. All’IRCCS Ospedale Galeazzi-Sant’Ambrogio, grazie alla sinergia tra clinica e ricerca, possiamo dire di essere sulla strada giusta”.