Cos’è la sleeve gastrectomy e come funziona

PUBBLICATO IL 08 LUGLIO 2024

La sleeve gastrectomy è attualmente l’intervento di chirurgia bariatrica più eseguito nel mondo e in Italia. Questo primato è legato al fatto che, come dimostrato da numerosi studi scientifici, la sleeve gastrectomy effettuata in laparoscopia è efficace  in termini di perdita di peso e risoluzione delle comorbidità associate all’obesità e, inoltre, non causa malassorbimento delle sostanze nutritive come, per esempio, il bypass gastrico. 

Ma in cosa consiste? Chi può accedervi? Lo abbiamo chiesto al professor Stefano Olmi, responsabile dell’Unità Operativa di Chirurgia Generale e Oncologica, del Centro di Chirurgia della parete addominale, del Centro di Chirurgia Laparoscopica avanzata e del Centro di Chirurgia dell’obesità, e professore associato della Scuola di specializzazione in Chirurgia Generale dell'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. 

 

Che cosa è la sleeve gastrectomy

La sleeve gastrectomy rientra nei cosiddetti interventi restrittivi, ovvero interventi in cui, per ottenere il calo di peso, viene asportata una parte significativa di stomaco riducendone così la capienza. 

“Nella sleeve, lo stomaco viene tagliato in 2 parti in senso verticale: la parte sinistra dello stomaco, che corrisponde all’80% di tutto l’organo, viene asportata dopo averla isolata dalle sue connessioni vascolari con la milza. La parte di stomaco che rimane in sede presenta così l’aspetto di una lunga manica, da cui il nome in inglese sleeve, che significa appunto manica - spiega il professor Olmi -. 

La parte di stomaco rimanente avrà le stesse funzioni di prima dell’intervento. Quest’ultimo, infatti, non modifica il fisiologico transito del cibo che viene ingerito. Quello che cambia è il volume residuo dello stomaco che dopo la Sleeve è di circa 100-150 ml, corrispondenti al volume di cibo che può essere ingerito dopo l’intervento”, sottolinea lo specialista. 

 

A cosa serve e come funziona

Obiettivo della Sleeve è quindi:

  • ridurre notevolmente la quantità di cibo che può essere ingerita;
  • favorire un precoce senso di sazietà

Questo duplice effetto viene ottenuto attraverso 2 meccanismi:

  • meccanico, riducendo la capienza dello stomaco che quindi si ‘riempirà’ e distenderà più velocemente, raggiungendo il senso di sazietà precocemente;
  • ormonale, agendo sulla secrezione della grelina, il cosiddetto ‘ormone della fame’ e i centri regolatori ipotalamici di fame/sazietà contrastando anche la fame nervosa. 

 

A chi si rivolge

La sleeve gastrectomy è indicata per i pazienti con grave obesità che hanno:

  • un Indice di massa corporea (IMC o BMI) superiore a 40; 
  • un Indice di massa corporea (IMC o BMI) superiore a 30 o 35 con obesità associata ad altre patologie (diabete tipo 2, ipertensione arteriosa, dislipidemie, apnee notturne, patologie articolari). 

“Ovviamente, come per tutta la chirurgia bariatrica, l’indicazione all’intervento e la scelta del tipo di intervento deve essere valutata e discussa con il chirurgo bariatrico e con la équipe multidisciplinare”, puntualizza il professor Olmi.

 

Come si svolge l’intervento

L’intervento è effettuato in anestesia generale e per via laparoscopica. “Attraverso 4 piccoli accessi nell’addome vengono inseriti gli strumenti necessari per la resezione e la successiva suturazione dello stomaco”, afferma il professor Olmi. 

Già dopo alcune ore dall’intervento, il paziente viene mobilizzato. Il giorno dopo può iniziare ad alimentarsi, dopo controllo radiologico eseguito di routine per verificare che la Sleeve sia stata bene eseguita. 

La dimissione avviene in genere dopo 2-3 giorni

 

Come comportarsi dopo l’intervento

Nell’immediato post-intervento, ma anche a distanza, è fondamentale, per la buona riuscita dell’intervento stesso, che il paziente si attenga rigorosamente alle indicazioni dell’equipe multidisciplinare in particolare per quanto riguarda la dieta e le abitudini alimentari. Indispensabile è rispettare, inoltre, il programma di controlli di follow up indicati dal chirurgo e, qualora necessario, coordinati anche con il dietista e la psicologa/o.

“Se il paziente segue in modo corretto e rigoroso tutte le raccomandazioni ricevute dal team multidisciplinare che lo segue, i risultati in termini di calo di peso sono valutabili intorno al 60% del peso in eccesso iniziale, con ottima risoluzione o evidente miglioramento anche delle malattie associate. In caso contrario, nel corso del tempo, il rischio è quello di riprendere i chili persi con la necessità di una procedura di revisione dell’intervento (ripetere l’intervento chirurgico)”.

 

Cosa mangiare dopo l’intervento

Dopo l’intervento, una volta dimesso dall’ospedale, il paziente deve seguire il cosiddetto programma di ‘svezzamento’, che dura circa 1 mese e prevede diverse fasi:

  • dieta liquida, a base di succhi di frutta limpidi, yogurt da bere e brodi;
  • dieta semiliquida, a base di omogeneizzati e cibi frullati;
  • dieta solida, in cui si può mangiare di tutto, ma in quantità limitate

Per quanto riguarda il bere, sia durante questo periodo sia dopo, è assolutamente sconsigliato bere bibite gassate e zuccherate perché queste possono causare gonfiore addominale e dilatare lo stomaco.

“Il rispetto delle indicazioni dietetiche è molto importante per evitare di sforzare le pareti dello stomaco residuo, e quindi evitare delle complicanze, oltre che per ottenere i risultati attesi per quanto riguarda la perdita di peso”, sottolinea il professor Olmi. 

 

Rischi e possibili complicanze

Le complicanze sono rare nei centri specializzati e si diversificano per gravità e tempo di insorgenza. Le più frequenti sono:

  • fistola (precoce o a distanza), cioè una piccola apertura della sutura gastrica che, nei casi più gravi, può essere trattata con una protesi endogastrica o richiedere un nuovo intervento chirurgico;
  • emorragia legata al sanguinamento lungo la sutura; 
  • dilatazione dello stomaco residuo
  • reflusso gastroesofageo.

 

La sleeve modificata: quando serve

Numerosi pazienti sottoposti a Sleeve sviluppano i sintomi tipici da reflusso gastroesofageo, cioè rigurgito acido, bruciori di stomaco, dolore o fastidio retrosternale, fino ad andare incontro, in alcuni casi, a un’esofagite di vario grado. 

Per ovviare a questo problema oggi esiste la possibilità di sottoporsi a un intervento di sleeve modificata (Rossetti-Sleeve), messa a punto quasi 10 anni fa proprio dal professor Stefano Olmi e dalla sua équipe. 

“Questo intervento, che i pazienti simpaticamente hanno soprannominato ‘sleeve con il cravattino, unisce 2 tecniche diverse

  • la sleeve gastrectomy;
  • la plastica antireflusso.

In questo modo, si possono ottenere i risultati di una sleeve tradizionale, ossia la perdita di peso e il miglioramento delle patologie (comorbidità) legate all’obesità e, allo stesso tempo, di prevenire o risolvere i  sintomi e i disturbi del reflusso gastroesofageo”, conclude il professor Olmi.

Cura e Prevenzione