
Cos’è la mastopessi e a cosa serve dopo un intervento di chirurgia bariatrica
PUBBLICATO IL 23 APRILE 2025
Dopo un dimagrimento importante, come quello conseguente a un intervento di chirurgia bariatrica (o una dieta particolarmente rigida), è molto frequente che il seno si svuoti e assuma così un aspetto “cadente”. Un problema estetico che può condizionare la soddisfazione per i traguardi raggiunti in termini di peso e di salute, oltre a favorire irritazioni della pelle nella zona sotto il seno.
Per “chiudere il cerchio” e riarmonizzare le forme è possibile ricorrere all’intervento di mastopessi post-bariatrica. Come ci spiega il dottor Matteo Marino, responsabile dell’Unità di Chirurgia plastica e ricostruttiva del Policlinico San Pietro e dell’Unità di Chirurgia plastica post-bariatrica dell’IRCCS Galeazzi–Sant’Ambrogio.
Seno cadente: una conseguenza fisiologica di forti dimagrimenti
“Il cosiddetto seno ptosico (cadente) è una delle conseguenze più comuni nelle donne che hanno seguito un percorso di chirurgia bariatrica - conferma il dottor Marino -.
Si tratta di un fenomeno naturale, poiché come tutti i tessuti del corpo anche il seno perde massa grassa. Inoltre, essendo in genere un dimagrimento rapido i tessuti non riescono ad adattarsi al nuovo e ridotto volume e perdono di elasticità. Questo può causare grande disagio fisico e psicologico alla paziente e farla sentire meno soddisfatta della sua perdita di peso”.
In questi casi la mastopessi, o lifting del seno, permette di correggere la ptosi restituendo alla nuova immagine corporea che la paziente ha di sé, dopo il dimagrimento, la sua integrità”.
A cosa serve e come funziona l’intervento di mastopessi
L’intervento di mastopessi o lifting mammario ha come primo obiettivo quello di rendere il seno armonico e tonico, ripristinando le proporzioni naturali, grazie al sollevamento del complesso mammario.
“La mastopessi è un intervento chirurgico che permette di sollevare e dare compattezza”, spiega il dottor Marino.
Durante l’intervento, effettuato in anestesia generale, il chirurgo innanzitutto pratica le incisioni necessarie, la cui posizione ed estensione può variare a seconda della quantità di tessuto in eccesso e dal grado di ptosi.
“La cicatrice può essere posizionata nella sola zona circostante l’areola, oppure potrebbe essere necessario effettuare un’altra via di accesso verticale che dalla areola va al solco sottomammario. Nei casi in cui la cute in eccesso sia significativa, invece, la cicatrice verticale può prolungarsi brevemente e in orizzontale nel solco mammario con una forma a L oppure a T capovolta”, sottolinea il dottor Marino.
Successivamente il chirurgo rimuove l’eccesso di pelle, riposiziona capezzolo, areola e ghiandola mammaria in alto e chiude le incisioni con una sutura accuratamente eseguita grazie a speciali fili, privilegiando la tecnica della sutura intradermica in modo da evitare che i punti siano visibili all’esterno.
Generalmente, l’intervento ha una durata complessiva di 2 ore e mezza circa.
Il post intervento
Il giorno successivo all’intervento di mastopessi la paziente può rientrare a casa con una medicazione protettiva, che verrà sostituita dopo 4 o 6 giorni. La probabilità di complicazioni è minima.
Dopo 10-12 giorni sia la medicazione sia le suture vengono rimosse.
Per chi è indicata e come si accede
La mastopessi post-bariatrica, come gli altri interventi di chirurgia plastica post-bariatrici, può essere effettuata in convenzione con il Sistema Sanitario Nazionale se il paziente rispetta alcuni requisiti:
- aver raggiunto il calo di peso ideale;
- avere un BMI (Indice di massa corporea) pari o inferiore a 26 (sotto i 40 anni) e pari o inferiore a 30 (sopra i 40 anni);
- essere stabile con il peso da almeno 6 mesi;
- avere una grave ptosi mammaria con una distanza tra giugulo-capezzolo superiore ai 30 centimetri.
“Inoltre, è necessario possedere la documentazione dettagliata degli interventi di chirurgia bariatrica effettuati in precedenza e rispettare i livelli della tabella di Pittsburgh; quest’ultima è uno strumento fondamentale perché classifica e definisce clinicamente le deformità morfologiche dopo il dimagrimento.
Se il paziente raggiunge un numero sufficientemente alto in questa tabella può sottoporsi a mastopessi e agli interventi correttivi di natura estetico/funzionale con il SSN, perché significa che ha subito un forte dimagrimento certificato con conseguente grave danno ai tessuti cutanei.
È importante sottolineare, però, che nel caso della mastopessi post-bariatrica con SSN non è previsto l’inserimento di protesi (mastopessi con protesi), un intervento a pagamento con cui è possibile riempire e/o aumentare il seno”, conclude il dottor Marino.