I sintomi e le cure per le apnee ostruttive del sonno

PUBBLICATO IL 18 MAGGIO 2022

Più della metà degli italiani russa e quasi 1 su 4 soffre delle cosiddette apnee nel sonno. Di cosa si tratta? Parola all’esperta.

Il russare è un disturbo del sonno che spesso crea non pochi problemi anche a chi dorme vicino a noi. In molti casi, però, il russare è sintomo di una patologia più grave, la cosiddetta sindrome delle apnee ostruttive del sonno (OSAS – Obstructive Sleep Apnea Syndrome). 

Si tratta di una patologia caratterizzata da ripetuti episodi di occlusione delle vie aeree superiori durante il sonno: queste apnee comportano dei microrisvegli continui, brevi e inconsapevoli, e sono associate a una pericolosa riduzione della concentrazione di ossigeno nel sangue. 

Ne parliamo con la Dott.ssa Piera Ranieri, pneumologa dell’Ambulatorio Disturbi Respiratori del Sonno dell’Istituto Clinico S. Anna.

Perché le apnee notturne sono pericolose 

La Sindrome delle apnee ostruttive del sonno è un disturbo respiratorio caratterizzato da completa (apnea) o parziale (ipopnea) ostruzione delle vie aeree superiori con riduzione dei valori della saturazione d’ossigeno arteriosa

Chi ne è affetto presenta un rischio maggiore di sviluppare: 

Ma non solo: è stato riscontrato, in coloro che ne soffrono, anche un senso continuo di affaticamento e un’eccessiva sonnolenza diurna che, a sua volta, espone ad un maggior rischio di essere coinvolti in incidenti lavorativi e stradali. 

Identificandola per tempo, però, è possibile trattarla con la giusta terapia, riducendo il rischio di patologie correlate e migliorando la qualità della vita.

 

I sintomi 

I sintomi più comuni riconducibili alla sindrome delle apnee notturne sono di 2 tipi: 

  • notturni, nei quali rientrano:
    • russamento;
    • pause respiratorie;
    • sonno frammentato da frequenti risvegli;
    • risvegli con sensazione di soffocamento;
    • nicturia (l’esigenza di urinare nel corso della notte);
    • sudorazione notturna; 
  • diurni, tra cui troviamo:
    • stanchezza al risveglio;
    • scarsa concentrazione con deficit di memoria;
    • mal di testa mattutini;
    • disturbi dell’umore;
    • eccessiva sonnolenza diurna. 

 

La diagnosi

Non sempre è facile diagnosticarla perché, in alcuni casi, si manifesta in modo asintomatico o non se ne riconoscono i sintomi. Come ci spiega la specialista: “La prima cosa a cui prestare attenzione, inevitabilmente con l’aiuto di un famigliare, è il russamento: se si presenta in modo abituale, persistente o ci si accorge della presenza di pause respiratorie, potreste soffrire di OSAS

Il modo migliore per scoprire e trattare questo problema è eseguire una valutazione approfondita da parte di un medico esperto in medicina del sonno (pneumologo), che verificherà l’indicazione ad eseguire una polisonnografia (PSG), o studio del sonno, gold standard per la diagnosi di questo disturbo. 

Si tratta di un test eseguito sotto la guida di un professionista del sonno esperto, al domicilio mentre il paziente è addormentato e registra: 

  • respirazione
  • livelli di ossigeno nel sangue
  • frequenza cardiaca
  • russamento
  • movimenti del corpo

 

Il trattamento PAP delle OSAS al S.Anna

All’Istituto Clinico S. Anna è stato creato un team multidisciplinare, che si occupa di apnee, è formato da: 

È stato, infatti, creato un percorso diagnostico assistenziale che si prende carico del paziente dalla prima visita (ORL/pneumologica che sia) alla scelta terapeutica più appropriata. 

“La pressione positiva nelle vie aeree (PAP) - ha precisato la pneumologa - è un termine generico applicato a tutti i trattamenti per le apnee del sonno che utilizzano un flusso di aria compressa in grado di mantenere pervie le vie respiratorie durante il sonno. La terapia con PAP è di prima scelta nei pazienti con un quadro di apnee e ipopnee ostruttive durante il sonno di grado moderato-grave”. 

Come funziona la terapia PAP

“Con la terapia PAP si indossa una maschera durante il sonno. Il ventilatore soffia dolcemente aria ambiente pressurizzata nelle vie aeree superiori attraverso un tubo collegato alla maschera. Questo flusso d'aria positivo aiuta a mantenere pervie le vie respiratorie, impedendo il crollo che si verifica durante l'apnea, permettendo così la normale respirazione. Affinché la terapia con PAP sia efficace, però, è necessario utilizzarla ogni qualvolta si va a dormire, inclusi i sonnellini pomeridiani”. 

Cura e Prevenzione