Intervento cardiochirurgico ad alta complessità su una bambina di 15 mesi all’IRCCS Policlinico San Donato

PUBBLICATO IL 24 MARZO 2023

Una bimba di 15 mesi ha subito un intervento straordinario di cardiochirurgia all’IRCCS Policlinico San Donato nel mese di febbraio ed è ora rientrata a casa dopo l’operazione che le ha salvato la vita. La piccola è nata con una diagnosi prenatale di: 

  • Trasposizione Congenitamente Corretta delle Grandi Arterie (CCTGA); 
  • Difetto del Setto Interventricolare (DIV); 
  • Anomalia di Ebstein a carico della valvola tricuspide.

 

La storia clinica

La piccola – seguita in utero presso l’Ospedale Vittore Buzzi, con cui l’IRCCS ha una convenzione di collaborazione da anni – aveva già subìto, a soli 20 giorni di vita, un primo intervento di bendaggio dell’arteria polmonare per proteggere i polmoni e una seconda operazione, dopo 2 mesi, di riduzione ulteriore. “È una procedura preparatoria all’intervento di correzione cardiochirurgica”, spiega il dottor Alessandro Varrica, chirurgo dell’Unità di Cardiochirurgia pediatrica e dei congeniti adulti del Policlinico San Donato.

La bambina è stata ricoverata soltanto una volta raggiunto, a 15 mesi di vita, il peso idoneo (tra gli 8 e i 10 kg) a sopportare l’operazione. L’intervento, chiamato doppio switch modificato, è tra i pochi mai eseguiti al mondo. Sono stati eseguiti contemporaneamente: 

  • uno switch atriale e arterioso;
  • un Hemi-Mustard e Glenn (BDG) con chiusura del difetto interventricolare (DIV)

In questo modo, non solo sono state riportate in connessione l’arteria polmonare con il ventricolo destro e l’aorta con il ventricolo sinistro, ripristinando così la connessione tra circolazione sistemica e polmonare, ma si è anche provveduto a chiudere il buco nella parete che separa le 2 camere inferiori del cuore. 

L’intervento chirurgico è stato eseguito con straordinario successo, tanto che la bambina è rimasta ricoverata, dopo l’operazione, solo 15 giorni, di cui 5 in terapia intensiva e 10 giorni in reparto.

 

L’expertise del Policlinico San Donato

In tutto il percorso, la bimba è stata seguita dal dottor Antonio Saracino, Responsabile dell’Unità Operativa di Cardiologia Pediatrica Clinica dell’IRCCS Policlinico San Donato.

L’Area Chirurgica Cuore – Bambino dell’ospedale milanese è il primo centro in Italia e uno dei centri più attivi in Europa nella diagnosi e nel trattamento delle cardiopatie congenite. Ogni anno vengono realizzati circa 500 interventi cardiochirurgici per il trattamento delle cardiopatie congenite, a cui si aggiungono gli oltre 600 pazienti trattati con procedure di cardiologia interventistica. 

Inoltre, l’intervento è stato il primo al mondo, di così alta complessità, ad essere eseguito con un nuovo sistema di perfusione avanzata di ultimissima generazione che l’IRCCS Policlinico San Donato aveva da poco testato per primo in ambito pediatrico, particolarmente indicato nel contenere il rischio di esposizione a lunghi tempi di circolazione extracorporea, come racconta il dottor Mauro Cotza, responsabile del Servizio di Perfusione e dell’Unità ECMO presso l'ospedale.

“Avevamo 2 opzioni: la correzione anatomica, ad altissima complessità, completamente risolutiva del quadro patologico della bimba, o la correzione fisiologica, un intervento meno rischioso che non avrebbe risolto completamente il problema anatomico, quindi con la prospettiva per la bimba di dover subire, dopo qualche anno, altri interventi chirurgici mai definitivi.

Abbiamo scelto coraggiosamente la prima strada, forti della competenza per interventi ad elevata complessità della Cardiochirurgia pediatrica dell’IRCCS Policlinico San Donato e forti della fiducia dei genitori della bambina che si sono affidati completamente a noi”, conclude il dottor Alessandro Varrica, chirurgo della Cardiochirurgia pediatrica e dei congeniti adulti, diretta dal dottor Alessandro Giamberti.

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