Immersioni subacquee: quali visite fare

PUBBLICATO IL 09 SETTEMBRE 2022

Per immersioni subacquee in sicurezza è necessario sottoporsi preventivamente ad esami e visite mediche specifiche, lo specialista spiega perché e quali.

Le immersioni subacquee richiedono uno sforzo fisico non indifferente, per cui è opportuno verificare le proprie condizioni di salute prima di cimentarsi con questa attività. Insieme al Dott. Alberto Maria Lanzone, Responsabile U.O. Cardiologia e UTIC dell’Istituto Clinico San Rocco, parliamo di quanto sia importante individuare possibili fattori di rischio per gli amanti di questo sport.

 

La visita di idoneità

“Una visita di idoneità specifica fatta da uno specialista in medicina dello sport o di medicina subacquea iperbarica - spiega il Dott. Lanzone - è importante per valutare la presenza di particolari anomalie nell'appassionato o nell’atleta. 

Anche se l’attività subacquea oggi viene vista come ricreazionale, implica uno sforzo fisico importante e per questo è opportuno ottenere il rilascio di un certificato annuale che ne comprovi l’idoneità. 
Le motivazioni che impediscono la sua pratica possono essere molteplici e di carattere cardiovascolare, otorinolaringoiatrico o respiratorio”. 

 

L’importanza di una valutazione cardiologica completa 

“Si tratta di uno sport ad alto impegno cardiovascolare quindi, come tutti gli sport ad alto impegno cardiovascolare, è importante sottoporsi ad una valutazione completa di tipo cardiologico

Non è obbligatorio farlo, ma è sciocco non sottoporsi a degli esami che possono intercettare patologie e fattori di rischio, soprattutto data l’età media dei soggetti che praticano tale disciplina sportiva”, prosegue l’esperto.

 

Gli altri esami per l’idoneità

“Oltre al fascino di questo sport che ci permette di vedere e vivere scenari particolari - continua lo specialista - bisogna pensare al fatto che le giornate in barca sono lunghe e impegnative. In estate, il sole e la muta possono favorire la disidratazione, così come il peso delle bombole, mentre nelle altre stagioni si possono manifestare fenomeni di emozione, di stress fisico e psichico oltre al permanere nell'acqua fredda a lungo. 

In aggiunta ad una valutazione di tipo cardiologico, è importante sottoporsi anche ad una visita otorinolaringoiatrica sia per escludere problemi ai timpani e valutare come la persona sia in grado di fare una adeguata compensazione, sia per accertare l’assenza di ostruzioni dei turbinati e polipi nasali. 

Per fare subacquea, inoltre, occorre avere una buona ventilazione e non soffrire d’asma: per questo motivo anche la spirometria è un test utile per valutare questi parametri”.

 

I fattori di rischio

Patologie come ipertensione, diabete, ipercolesterolemia, dislipidemia e obesità, così come cattivi stili di vita (fumo e vita sedentaria) possono compromettere la pratica di questa disciplina sportiva esponendo ad un rischio maggiore di complicanze. 

“Un’immersione semplice, fatta con le bombole in una piscina, magari riscaldata, può essere meno impegnativa di quanto previsto. Ma quando ci si immerge nel lago, dove c’è il buio e il freddo, si può andare incontro non solo ad uno stress fisico e termico, ma anche ad un impegno emotivo importante. Nei mari oceanici o in determinate condizioni, inoltre, ci sono delle forti correnti e pinneggiare in quelle situazioni è molto provante. 

Quindi possiamo affermare che la subacquea è uno sport che alterna momenti semplici e tranquilli ad altri più impegnativi”.

 

Il forame ovale pervio: perché è importante una diagnosi precoce 

Tra le patologie congenite cardiache importanti da diagnosticare prima di intraprendere questo sport, inoltre, c’è il forame ovale pervio che è tra le cause di possibile embolia gassosa arteriosa e quindi di una delle patologie più temute dai sub che caratterizzano la patologia da decompressione

“Il forame ovale pervio - ha concluso lo specialista - è diffuso, ma spesso misconosciuto perché asintomatico. In caso di complicazioni, però, può favorire l’insorgenza di eventi cerebrovascolari come ictus e attacchi ischemici transitori

Trattandosi di una problematica con predisposizione genetica, è utile che anche i parenti più stretti, come sorelle e fratelli o figli, si sottopongano a degli accertamenti. 

Lo studio di questa condizione, tra i subacquei amatoriali e, soprattutto, tra i professionisti o in coloro che hanno già avuto in passato una patologia da decompressione, è importante per evitare ulteriori rischi, ma anche per intervenire. 
Il trattamento del PFO consiste nella chiusura percutanea eco-guidata con device eseguita in sala Emodinamica”. 

Cura e Prevenzione