Cos’è la paralisi facciale e le diverse terapie per curarla

PUBBLICATO IL 02 DICEMBRE 2022

La paralisi del VII nervo cranico, o nervo facciale, è una malattia che può comparire senza cause apparenti oppure essere legata a infezioni acute, traumi ossei, tumori e eventi cardiovascolari. In ogni caso, si tratta di una condizione invalidante che può avere un pesante impatto negativo sulla vita quotidiana di chi ne soffre e soprattutto sull’aspetto psicologico e relazionale. 

La chirurgia plastica, associata a uno specifico percorso riabilitativo, in molti casi permette di ripristinare la simmetria del volto, compromessa dalla patologia, e dare un nuovo sorriso e una nuova speranza. Ne parliamo con il dottor Matteo Marino, chirurgo plastico di Palazzo della Salute e responsabile dell’unità di chirurgia plastica del Policlinico San Pietro, e il dottor Fabio Consiglio, chirurgo plastico della sua équipe, che da anni si occupano del trattamento chirurgico di questa patologia. 

 

Che cos’è la paralisi del nervo facciale

La paralisi del nervo facciale è dovuta al danneggiamento del nervo facciale, il settimo nervo cranico che della scatola cranica arriva fino all’orecchio e ai muscoli mimici del volto. Ha la funzione di: 

  • regolare la mobilità del volto; 
  • controllare il condotto uditivo e il senso del gusto. 

Si tratta di un nervo cosiddetto pari, ovvero presente in 2 copie, una per ciascun lato del viso, e simmetrico. 

Il danno a carico di questo nervo si manifesta con difficoltà di movimento e marcata debolezza dei muscoli di una parte o di entrambe le parti del viso.

 

Le cause della paralisi facciale

Le cause della paralisi del nervo facciale possono essere diverse. 

La più frequente è l’infiammazione del nervo facciale, che dà origine alla cosiddetta paralisi di Bell, forma che compare improvvisamente e di solito colpisce una sola metà del volto. 

“La paralisi di Bell è una neuropatia periferica che può manifestarsi a qualsiasi età senza una causa precisa. Ci sono tuttavia alcune evidenze che la mettono in relazione con la riattivazione del virus herpes simplex o il virus della varicella zoster” spiegano gli specialisti. 

Altre cause di paralisi sono: 

  • traumi; 
  • tumori (in particolare il neurinoma acustico); 
  • ictus cerebrale
  • diabete
  • trauma ostetrico, ovvero al momento della nascita. 

A seconda dell’origine, la paralisi può comparire in modo improvviso o graduale, può essere temporanea o permanente.

 

I sintomi della paralisi facciale

I sintomi della paralisi del nervo facciale variano a seconda dell’entità del danno al nervo e possono andare da disfunzioni di media entità alla paralisi completa con l’impossibilità di muovere in parte o del tutto i muscoli del viso. 

“In particolare, i problemi funzionali che la paralisi determina sono prevalentemente a carico dell’occhio e della bocca:

  • occhio sbarrato e non lubrificato;
  • caduta dei tessuti molli della regione palpebrale (lagoftalmo); 
  • ectropion palpebrale (rotazione della palpebra verso l'esterno);
  • alterazione nell’articolazione della parola;
  • abbassamento di un angolo della bocca;
  • eccesso di saliva (scialorrea).

 

Le terapie per la paralisi facciale

La terapia della paralisi facciale dipende dalla causa scatenante

Nel caso sia secondaria a tumori, ictus o diabete, la terapia dovrà intervenire per curare la causa sottostante. Se, invece, si tratta di una paralisi senza cause apparenti, possono essere indicati corticosteroidi o antivirali per ridurre l’infiammazione, colliri e pomate per lubrificare e prevenire problemi oculari, terapie fisiche con massaggi ed esercizi mirati per riequilibrare e rilassare i muscoli facciali. 

“La prognosi della paralisi di Bell è molto buona: in circa il 75% dei casi si verifica un pieno recupero entro 2 o 3 mesi. 

Ci sono però pazienti che non hanno una guarigione completa e richiedono un ulteriore supporto e trattamento medico o chirurgico (plastico). Alla chirurgia possono essere indirizzati anche pazienti che presentano lesioni permanenti, ovvero che non migliorano a 10 mesi dall’insorgenza”.

 

La chirurgia plastica 

A seconda della situazione e del livello di compromissione funzionale, l’obiettivo della chirurgia plastica è:

  • sollevare e ‘riposizionare’ l’area paralizzata (chirurgia statica);
  • ripristinare la funzionalità della parte del viso paralizzata (trattamento dinamico).

La chirurgia statica

Nel caso della chirurgia statica viene effettuata una sorta di lifting facciale, con il quale si vanno a sollevare i muscoli del volto paralizzati per migliorare la posizione della palpebra inferiore e ripristinare l’anatomia della bocca, così da restituire armonia ed equilibrio al volto.

Il trattamento dinamico

“Tra i trattamenti dinamici invece, uno degli interventi chirurgici più efficaci, è la trasposizione di fascia lata secondo ‘Morrison’. In pratica si preleva dalla coscia del paziente una porzione di muscolo e la si innesta a ponte fra il tendine del muscolo temporale e il muscolo orbicolare della bocca. In questo modo: 

  • si ripristina la simmetria con il lato sano attraverso l'attivazione del muscolo temporale e della fascia lata trasposta, 
  • si riduce la scialorrea che spesso questi pazienti manifestano e l'ectropion palpebrale”. 

L'intervento viene eseguito in anestesia generale, in regime di ricovero e deve essere seguito da uno specifico percorso riabilitativo, per aiutare il paziente a riacquistare il controllo dei movimenti e della sua espressività. 

“Molto spesso a questo intervento è necessario associare altre metodiche chirurgiche di riparazione a seconda di: 

  • data di insorgenza della paralisi; 
  • età del paziente; 
  • eventuale coinvolgimento di altri nervi”.
Cura e Prevenzione