
Tutti pazzi per beach volley e beach soccer: i consigli per evitare infortuni
PUBBLICATO IL 07 AGOSTO 2025
Il beach volley e il beach soccer sono 2 degli sport estivi più amati in riva al mare, ma ormai anche in molte città dove ogni estate vengono allestiti campi dedicati. Offrono molti benefici sia al corpo sia alla mente perché da un lato aiutano a sviluppare coordinazione, elasticità muscolare ed equilibrio, dall’altro favoriscono la concentrazione, la socializzazione e il divertimento.
Attenzione, però, agli infortuni... Per prendere solo il meglio di queste 2 attività sportive è importante seguire alcune precauzioni. Come ci spiega il dottor Davide Molisani, responsabile dell’Unità di Ortopedia e Traumatologia del Policlinico San Marco.
Infortuni e rischi più comuni nel beach volley e nel beach soccer
Spesso considerati (erroneamente) alla portata di tutti, anche di chi durante l’inverno non si dedica a nessun tipo di attività fisica, beach volley e beach soccer in realtà possono esporre a diversi tipi di infortuni, soprattutto appunto se non si è allenati adeguatamente.
Primo fra tutti, comune a entrambi, il colpo di calore o la disidratazione, dovuti allo sforzo fisico intenso sotto il sole, con sintomi come debolezza, crampi fino a mancamenti veri e propri. Risulta quindi fondamentale idratarsi a dovere ed evitare gli orari più caldi della giornata.
Le articolazioni a rischio e i traumi più frequenti nel beach volley
“Gli infortuni e le lesioni più frequenti che possono verificarsi nel beach volley riguardano in particolare:
- la spalla, che può essere interessata da semplici fenomeni infiammatori della cuffia dei rotatori fino a lesioni parziali o complete dei medesimi tendini, dovuti a eventi distrattivi causati da movimenti ripetuti delle braccia, come battute e schiacciate, che possono sovraccaricare l’articolazione; un evento traumatico più severo, soprattutto in soggetti predisposti, può anche portare alla lussazione dell’articolazione della spalla;
- la caviglia, con distorsioni dovute ad atterraggi su terreno instabile o contatti accidentali con altri giocatori;
- la colonna lombare, a causa delle sollecitazioni da continui salti e tuffi su una superficie instabile come la sabbia;
- le ginocchia, sempre a causa di salti e atterraggi ripetuti che possono favorire l’infiammazione del tendine rotuleo per sovraccarico o traumi distorsivi che possono minare l’integrità di menischi e legamenti
“Frequenti poi sono eventi distrattivi muscolari come stiramenti o strappi muscolari, soprattutto ai distretti muscolari di coscia e gamba dovuti, per esempio, ai cambi di direzione repentini che insorgono più facilmente se il muscolo non è adeguatamente riscaldato o se è affaticato.
Tra gli infortuni vanno annoverate anche le fratture da stress o traumi diretti, soprattutto a piede e dita, e le abrasioni dovute al contatto della pelle con la sabbia nelle cadute o nei tuffi”, continua lo specialista.
Le articolazioni a rischio e i traumi più frequenti nel beach soccer
Per quanto riguarda il beach soccer alcuni infortuni e traumi sono comuni al beach volley, altri invece sono più specifici. Vediamo insieme i più frequenti:
- distorsione alla caviglia, dovuta a cambi di direzione rapidi, atterraggi sbilanciati dopo salti o contrasti;
- lesioni muscolari (distrazioni muscolari ai distretti di coscia e gamba), causate da accelerazioni improvvise, scatti ripetuti su superficie instabile e dal mancato riscaldamento o da affaticamento;
- traumi al piede (contusioni, fratture da impatto, lesioni da taglio), a cui espone maggiormente il fatto di giocare senza scarpe e l’impatto diretto con avversari e pallone;
- lesioni al ginocchio (distorsione, lesioni meniscali o legamentose) per rotazioni improvvise e cambi di direzione durante le azioni di gioco;
- tendiniti o lesioni ai tendini degli arti inferiori come tendine rotuleo o tendine d’achille, soprattutto in soggetti che presentano condizioni infiammatorie a queste strutture magari derivanti da altri sport praticati nella stagione invernale.
Perché sulla sabbia ci si fa più male
Come accennato, uno dei fattori di rischio per gli infortuni negli sport giocati sulla sabbia è proprio la sabbia stessa.
“La superficie sabbiosa, da una parte, offre alcuni benefici poiché, essendo più morbida, per esempio, del parquet o di un campo in erba naturale o sintetica, ammortizza i carichi sulle articolazioni, riducendo l’impatto su ginocchia e colonna.
In realtà, però, nasconde anche delle insidie: il terreno instabile e irregolare infatti richiede uno sforzo muscolare e articolare maggiore per mantenere equilibrio e reattività. Questo comporta un aumento del rischio di torsioni, stiramenti e sovraccarichi.
Inoltre, sulla sabbia si gioca a piedi nudi e questo, come abbiamo visto, riduce la protezione del piede esponendolo a traumi e lesioni”, avverte il dottor Molisani.
Come prevenire problemi: i consigli dell’ortopedico
“La prima regola per prevenire infiammazioni o traumi alle articolazioni sarebbe effettuare, nei mesi prima di dedicarsi a questi sport, un programma specifico di rinforzo muscolare e propriocettivo per le articolazioni - sottolinea l’esperto -.
Se non lo si è fatto, ma la voglia di scendere in campo è più forte, è fondamentale almeno seguire alcune precauzioni per poter giocare in sicurezza:
- fare un riscaldamento adeguato, con esercizi di stretching e attivazione muscolare;
- idratarsi con abbondante acqua, anche arricchita di sali minerali, non solo prima della partita, ma anche durante così da evitare il rischio di disidratazione e di colpi di calore;
- indossare abbigliamento traspirante, come cotone o tessuti tecnici per favorire la sudorazione e la dispersione del calore corporeo in eccesso;
- proteggere i piedi con calzari protettivi;
- rimuovere dal campo conchiglie, pietre o oggetti duri che possono essere nascosti nella sabbia;
- smettere di giocare se si avverte dolore o affaticamento muscolare”.
Che cosa fare in caso di infortunio
“In caso di trauma acuto bisogna:
- interrompere immediatamente l’attività;
- applicare il protocollo RICE che sta per Riposo, Ghiaccio (20 minuti), Compressione (fasciatura elastica se possibile), Elevazione (nel caso degli arti inferiori);
Quando andare in Pronto soccorso
È indicato rivolgersi al Pronto soccorso se:
- il dolore è intenso e non diminuisce;
- si verifica un blocco articolare o una deformità evidente;
- il gonfiore aumenta rapidamente o compare un ematoma;
- non si riesce a camminare o muovere l’articolazione colpita.
“Segnali come dolore acuto, gonfiore, incapacità a muovere l’articolazione o a sostenere il peso su un arto sono campanelli d’allarme. Anche un dolore che peggiora nelle ore successive o non migliora in 48 ore richiede attenzione. In questi casi una valutazione del curante o una valutazione specialistica ambulatoriale sono necessari per un corretto inquadramento della problematica”, conclude il dottor Molisani.