Il prolasso vaginale: sintomi, diagnosi e trattamento

Il prolasso vaginale: sintomi, diagnosi e trattamento

PUBBLICATO IL 27 OTTOBRE 2025

Il prolasso vaginale: sintomi, diagnosi e trattamento

PUBBLICATO IL 27 OTTOBRE 2025

Consulta l'Unità di Proctologia e Patologia del Pavimento Pelvico

Il prolasso vaginale è una condizione in cui uno o più organi pelvici, come utero, vescica o retto, scivolano verso il basso e protrudono (sporgono in modo anomalo) nella vagina. 

Questo accade quando i muscoli e i legamenti del pavimento pelvico si indeboliscono o si danneggiano, spesso a causa del parto, dell’invecchiamento, della menopausa o di sforzi prolungati.

I. Se diagnosticato tempestivamente, e grazie alle terapie indicate dallo specialista proctologo, è possibile preservare l’utero e tornare alle proprie attività quotidiane.

Ce ne parla il Dr. Luca Bordoni, responsabile dell’Unità Funzionale di Proctologia e Patologie del Pavimento Pelvico e dell’Unità Operativa di Chirurgia Generale dell’Istituto Clinico Villa Aprica.

 

Come si manifesta il prolasso vaginale

“Il prolasso si presenta con una sensazione di ingombro o peso nella zona pelvi- perineale. Spesso è associato a prolasso rettale, per cui le pazienti iniziano ad avvertire alterazioni dell’evacuazione, che le spingono a consultare un proctologo - spiega il dr. Bordoni -.

Un altro sintomo frequente riguarda i rapporti sessuali, che possono diventare dolorosi o meno soddisfacenti. Questo accade perché, con l’abbassamento della vagina e la pressione dell’utero, la morfologia viene modificata. Un rapporto che in passato era normale può improvvisamente risultare fastidioso.”

È importante distinguere tra il disagio legato alla secchezza vaginale post-menopausale, che rende dolorosa la penetrazione superficiale, e quello causato da un prolasso, dove il fastidio, a volte dolore, viene percepito nel basso addome durante la penetrazione profonda. In quest’ultimo caso, la donna può avvertire ‘colpi’ o pressione anomala nella pelvi, dovuti alla spinta meccanica dell’utero e della vagina verso l’alto.

 

Come si diagnostica un prolasso vaginale

La diagnosi di prolasso vaginale è clinica e si effettua tramite una visita specialistica in proctologia e pavimento pelvico, in grado di valutare con precisione la situazione e impostare il percorso terapeutico più adatto.

Spesso le pazienti si rivolgono inizialmente al ginecologo, che può escludere patologie gravi come neoplasie tramite ecografia e Pap test, ma non sempre individua un prolasso lieve o iniziale, soprattutto se asintomatico.

 

Come si tratta un prolasso vaginale

“Le opzioni terapeutiche - continua - dipendono dalla gravità del prolasso:

  • nei casi lievi o moderati, si può intervenire con trattamenti conservativi, come la rieducazione pelvi-perineale. Presso l’Istituto Clinico Villa Aprica, è attivo un ambulatorio dedicato, dotato di apparecchiature avanzate che integrano le naturali strutture di sostegno (ad esempio, il collagene) con tecnologie come radiofrequenza ed elettroporazione, che favoriscono il rafforzamento dei tessuti.
  • nei casi più avanzati o se la terapia conservativa non è efficace, si può ricorrere alla chirurgia. In genere, il ginecologo propone un’isterectomia (rimozione dell’utero), soprattutto in donne non più fertili. Tuttavia, questa è un’opzione delicata, poiché l’utero rappresenta un elemento centrale dell’identità femminile e la sua rimozione può avere un impatto anche psicologico.”

La tecnica mininvasiva POPS 

Per questo motivo, presso Villa Aprica si esegue un intervento chirurgico mininvasivo in laparoscopia chiamato POPS (Pelvic Organ Prolapse Suspension). Questa tecnica consiste nell’applicazione di una retina di sostegno tra retto, vescica, vagina e utero, con l’obiettivo di ripristinare la posizione corretta degli organi pelvici, senza rimuovere l’utero.

“L’intervento è possibile solo se l’utero è sano – conclude Bordoni - pertanto la paziente dovrà effettuare prima una valutazione ginecologica completa, con ecografia e Pap test”.