
Come funziona la POPS, l’intervento per correggere il prolasso degli organi pelvici
PUBBLICATO IL 03 APRILE 2025
Una tecnica mini-invasiva che permette di risolvere contemporaneamente il prolasso di vescica, utero e retto. Si chiama POPS (Pelvic Organs Prolapse Suspension), si esegue in laparoscopia o in chirurgia robotica e consente, attraverso il posizionamento di una rete biocompatibile, di correggere il prolasso degli organi pelvici conservando, però, l’utero stesso che invece con le tecniche tradizionali viene generalmente asportato.
Ne parliamo con il dottor Sergio Agradi, responsabile dell’Unità di Proctologia e Pelviperineologia del Policlinico San Pietro.
Prolasso degli organi pelvici: un problema più comune di quanto si pensi
Fra i disturbi più frequenti che possono interessare le donne, soprattutto ma non solo con il passare dell’età, c’è il prolasso degli organi pelvici (utero, vescica e retto).
“Gli organi pelvici sono sostenuti e mantenuti nella loro posizione fisiologica grazie a una struttura formata da un sistema di muscoli, legamenti e tessuti, simili a un’amaca. Se i muscoli si indeboliscono, i legamenti o i tessuti si allentano oppure se i nervi o altri tessuti vengono danneggiati, non riescono più a sostenere gli organi interni pelvici che quindi scendono e possono protrudere dalla vagina (prolasso)”.
Le donne possono avvertire una sensazione di pesantezza, pienezza o pressione o avere problemi di minzione o di evacuazione.
Fattori di rischio per l’insorgenza del problema sono:
- precedenti gravidanze con parto vaginale;
- obesità;
- età;
- pressione intraddominale aumentata (ad esempio, a causa di stipsi, sollevamento di oggetti pesanti o patologie respiratorie croniche).
Come si svolge l’intervento con tecnica POPS
“L’intervento con tecnica POPS si esegue in laparoscopia o in chirurgia robotica con 3 piccole incisioni di 1 centimetro e consiste nel posizionare, sotto la membrana peritoneale, una benderella di materiale biocompatibile, chiamata mesh, che, fissata alla vagina e ai muscoli laterali dell’addome, sostituisce o rinforza le strutture indebolite o rotte.
L’utero quindi viene riportato nella sua sede anatomica e, di conseguenza, vengono riposizionati anche la vescica e il retto - continua il dottor Agradi -. In questo modo viene ripristinata la normale anatomia pelvica e le funzioni degli organi.
In alcuni casi, per correggere l’eventuale prolasso rettale residuo, si può associare o effettuare in un secondo tempo una STARR (Stapled Trans Anal Rectal Resection), tecnica mininvasiva che prevede la resezione del prolasso rettale attraverso il canale anale per mezzo di uno speciale strumento chirurgico che permette di evitare di effettuare tagli chirurgici”.
Il ricovero è di 3 giorni ed è possibile una rapida ripresa della vita normale e dell’attività lavorativa.
I vantaggi della tecnica POPS
Oltre alla mini-invasività e quindi a tempi di recupero e ripresa post intervento più brevi, minore stress chirurgico e dolore, un grande vantaggio della tecnica POPS è la conservazione dell’utero.
“L’utero, se sano ovviamente, non viene asportato, ma collocato nella sua posizione fisiologica. Questo è molto importante sia nelle donne giovani in età fertile sia nelle donne in menopausa.
L’utero infatti è l’organo più importante nel garantire la corretta statica pelvica: evita che la vescica si distenda eccessivamente, causando problemi di svuotamento incompleto o incontrollato. Inoltre, impedisce al retto di essere ‘schiacciato’, limitando così problemi di stitichezza e ‘gonfiore’ addominale che ne potrebbero derivare.
Conservare questo organo è importante anche dal punto di vista psicologico affinché la donna non si senta mutilata nella sua femminilità”, conclude il dottor Agradi.