Aumento di peso e ormoni: quando rivolgersi all’endocrinologo

Aumento di peso e ormoni: quando rivolgersi all’endocrinologo

PUBBLICATO IL 04 NOVEMBRE 2025

Aumento di peso e ormoni: quando rivolgersi all’endocrinologo

PUBBLICATO IL 04 NOVEMBRE 2025

Consulta il il centro specializzato in nutrizione di Ospedale Galeazzi-Sant'Ambrogio

Quando si parla di sovrappeso o obesità, la prima reazione è pensare di dover semplicemente mangiare meno e muoversi di più. Ma non è sempre così, infatti il nostro corpo è regolato da un sistema molto più complesso, dove il peso corporeo non dipende solo da ciò che si mangia o da quanto ci si allena.

Ormoni, con i loro ritmi circadiani (orologi biologici), segnali nervosi e metabolismo sono i fattori da tenere sotto controllo, dato che possono avere un ruolo decisivo quando i loro meccanismi si alterano, manifestando degli squilibri ormonali che possono portare ad un aumento di peso

È in questi casi che una valutazione endocrinologica può rivelarsi fondamentale per comprendere le reali cause dell’incremento del peso.

Ne parliamo con la dottoressa Carmela Asteria, endocrinologo, responsabile del Centro di Nutrizione a indirizzo Endocrino-Metabolico (NutrEndo_Me), responsabile scientifico INCO - Istituto Nazionale per la Cura dell'Obesità presso l’IRCCS Ospedale Galeazzi - Sant'Ambrogio che collabora anche con Palazzo della Salute Wellness Clinic.

 

Gli ormoni e il loro impatto sul peso

Gli ormoni sono le molecole prodotte dalle ghiandole endocrine che, agendo come messaggeri all’interno dell’organismo, regolano le funzioni vitali e alcune legate all’aumento del peso, come:

  • il metabolismo; 
  • il senso di fame e sazietà; 
  • la distribuzione del grasso corporeo;
  • la quantità e la forza muscolare.

“Quando l’equilibrio di alcuni ormoni specifici si altera, anche le migliori strategie alimentari o i più stringenti programmi di attività fisica possono fallire, non dando i risultati sperati” specifica la dottoressa Asteria.

Quali ormoni influiscono sul peso

Tra gli ormoni coinvolti nel controllo del peso, i principali sono: 

  • gli ormoni tiroidei che determinano il metabolismo basale, ovvero la quantità di energia che l’organismo consuma a riposo. “Se la tiroide funziona meno del dovuto, come nell’ipotiroidismo, il metabolismo rallenta, si bruciano meno calorie e si può assistere quindi a un aumento di peso, spesso anche accompagnato da stanchezza e ritenzione di liquidi” aggiunge la specialista.
  • Il cortisolo, l’ormone dello stress, può interferire; infatti, se i livelli restano elevati troppo a lungo, o nei momenti sbagliati della giornata, può favorire l’accumulo di grasso, soprattutto addominale, e la perdita di massa muscolare.
  • L’insulina: “Regola gli zuccheri nel sangue. In caso di insulino-resistenza, infatti le cellule faticano a rispondere a questo ormone e l’organismo tende a produrne quantità maggiori, facilitando così l’accumulo di grasso” spiega l’endocrinologo.
  • Leptina e grelina, responsabili rispettivamente del senso di sazietà e della fame, possono essere coinvolte e, se i segnali che inviano al cervello si alterano, può verificarsi un aumento dell’appetito senza però un reale bisogno energetico.
  • Ormoni sessuali (estrogeni e testosterone: “il loro calo, che si verifica con la menopausa o l’andropausa, può cambiare la distribuzione del grasso corporeo e ridurre la massa muscolare, con un aumento in particolare nella zona addominale per l’uomo e su fianchi e cosce nella donna” indica il medico.

 

Quando il peso aumenta per colpa degli ormoni

Tra le cause più frequenti di aumento del peso legato a squilibri ormonali troviamo l’ipotiroidismo, dove la tiroide non produce abbastanza ormoni e l’intero metabolismo rallenta.

Un’altra condizione è la sindrome dell’ovaio policistico, che colpisce molte donne in età fertile. 

“Si tratta di un disturbo caratterizzato da:

  • alterazioni ormonali (aumento degli androgeni), spesso accompagnate da insulino-resistenza; 
  • irregolarità del ciclo mestruale;
  • infertilità”. 

E aggiunge la dottoressa Asteria: “Può favorire l’aumento di peso ma, a sua volta, il sovrappeso può peggiorarne la sindrome instaurando un circolo vizioso”.

Anche il diabete di tipo 2 e l’insulino-resistenza interferiscono con il corretto utilizzo degli zuccheri da parte dell’organismo, portando all’accumulo di grasso a livello viscerale.

Infine, possono esserci alcune condizioni più rare come la sindrome di Cushing, in cui il corpo produce troppo cortisolo, spesso a causa di problemi alle ghiandole surrenali o per l’uso prolungato di farmaci corticosteroidei. In questi pazienti l’aumento si concentra soprattutto su viso, addome e tronco, mentre braccia e gambe possono apparire più magre.

 

Quando rivolgersi all’endocrinologo

È importante sapere che un lieve sovrappeso non è sempre legato a problemi ormonali; tuttavia ci sono alcuni segnali da non sottovalutare, in presenza dei quali è indicato rivolgersi a un endocrinologo e che non si dovrebbero sottovalutare, come:

  • stanchezza persistente e non giustificata;
  • sensazione di gonfiore;
  • difficoltà a perdere peso nonostante uno stile di vita corretto;
  • irregolarità del ciclo mestruale, nelle donne;
  • alterazioni del sonno;
  • riduzione della forza muscolare.

“Anche in presenza di diagnosi già conosciute (diabete, ipotiroidismo o sindrome dell’ovaio policistico) è bene tenere sotto controllo la situazione ormonale per poterla gestire tempestivamente e in modo efficace qualora si modificasse” sottolinea la specialista.

 

Come avviene la diagnosi di squilibrio ormonale

La valutazione da parte dell’endocrinologo inizia sempre con un’accurata anamnesi del paziente

“In sede di prima visita vengono analizzati lo stile di vita, le abitudini alimentari, il livello di attività fisica, la qualità del sonno, le patologie pregresse e i sintomi riferiti dal paziente.

Solo in base a questi elementi, il medico può capire quali esami del sangue specifici richiedere per valutare i livelli degli ormoni tiroidei, del cortisolo, dell’insulina, degli zuccheri nel sangue e degli ormoni sessuali.

A seconda dei casi, possono essere necessari anche alcuni esami strumentali di approfondimento, come ecografie tiroidee, addominali, ovariche o risonanze magnetiche”, spiega il medico. 

 

Il percorso di cura

Quando viene diagnosticato uno squilibrio ormonale, il trattamento è su misura, ovvero viene costruito sulla base della condizione specifica del paziente. 

“In caso di ipotiroidismo, ad esempio, si prescrive una terapia ormonale sostitutiva per ristabilire i valori normali di ormoni tiroidei. 

Nei casi più complessi, come la sindrome di Cushing, si procede con terapie mirate, che possono includere anche un intervento chirurgico” afferma la specialista.

Accanto alla terapia specifica, l’endocrinologo può valutare un piano nutrizionale personalizzato, calibrato sulle esigenze ormonali e metaboliche del paziente, e in alcuni casi integratori specifici, da assumere sempre sotto controllo medico.

“Spesso, il lavoro dell’endocrinologo si inserisce in un approccio multidisciplinare del paziente, dove il monitoraggio continuo è essenziale per adattare le terapie in corso. È, infatti, necessario verificare sì i cambiamenti di peso, ma anche lo stato di salute generale del paziente, la risposta alla terapia e non da ultimo la composizione corporea, distinguendo tra massa grassa e massa magra durante tutto il percorso di cura” conclude la dottoressa Asteria.