Cos’è la pericardite, l’infiammazione del pericardio, come riconoscerla e curarla

PUBBLICATO IL 18 FEBBRAIO 2025

Cos’è la pericardite, l’infiammazione del pericardio, come riconoscerla e curarla

PUBBLICATO IL 18 FEBBRAIO 2025

La pericardite è l’infiammazione del pericardio, la sottile membrana che avvolge il cuore come un sacco. Questa membrana è composta da 2 foglietti separati da un sottile strato di fluido lubrificante (liquido pericardico) che consente al cuore di muoversi agevolmente a ogni battito. Tuttavia, quando il pericardio si infiamma, il liquido può aumentare creando un versamento e generando dolore e sintomi caratteristici. 

La pericardite è una malattia da cui si può guarire, ma in cui è importante agire tempestivamente, poiché se trascurata può portare a complicazioni anche gravi come il collasso cardiocircolatorio e, quindi, può essere potenzialmente letale. 

Ne parliamo con il prof. Massimo Piepoli, Direttore dell’Unità operativa di Cardiologia universitaria perioperatoria e riabilitativa all’IRCCS Policlinico San Donato, che ci illustra tutti gli aspetti principali di questa patologia.

 

Il dolore al petto e gli altri sintomi della pericardite

Il primo segnale di una possibile pericardite è il dolore a livello del petto che è in assoluto il sintomo più comune. Il dolore che si avverte è acuto e pungente, localizzato generalmente al centro o al lato sinistro del torace e tende a peggiorare quando si prova a respirare profondamente, tossire o sdraiarsi. Questa sintomatologia è, infatti, a volte confusa con l’infarto. Altri segnali d’allarme includono:

  • respiro affannoso, soprattutto durante lo sforzo fisico o in posizione supina;
  • febbre, accompagnata da un senso di malessere generale e segni di infezione;
  • palpitazioni, battiti cardiaci accelerati o irregolari;
  • debolezza o affaticamento, in particolare nelle forme croniche.

Questi sintomi possono variare in intensità e durata a seconda che la pericardite sia acuta o cronica, e per questo è importante riconoscerli e rivolgersi tempestivamente a un medico per una diagnosi accurata.

 

Pericardite acuta e pericardite cronica 

La pericardite può manifestarsi nella forma acuta o in forma cronica.

La pericardite acuta si sviluppa rapidamente e i sintomi durano generalmente meno di 6 settimane. Il sintomo principale e prevalente è il dolore al torace, accompagnato spesso da febbre e difficoltà respiratorie. 

La pericardite cronica, invece, è spesso una conseguenza di altre malattie già presenti nel paziente, come malattie autoimmuni o infezioni non attentamente trattate. Questa problematica tende a persistere, prolungandosi per più di 3 mesi, e può essere caratterizzata dall’accumulo di liquido nel pericardio o da un ispessimento e successivamente irrigidimento dei foglietti pericardici. 

 

Le cause

Le cause della pericardite possono essere di diversa natura, ma nella stragrande maggioranza dei casi derivano da infezioni virali, come i virus coxsackie o dell’influenza. 

Altre possibili cause sono:

  • infezioni batteriche (es. tubercolosi) o fungine, più rare ma più gravi;
  • malattie autoimmuni, come lupus eritematoso sistemico, artrite reumatoide o sclerodermia, che possono attivare una risposta infiammatoria del pericardio;
  • infarto miocardico, dove il danno al cuore può infiammare il pericardio;
  • traumi al torace o interventi chirurgici cardiaci;
  • trattamenti oncologici, come la radioterapia; 
  • insufficienza renale avanzata.

In alcuni casi, inoltre, la pericardite viene definita idiopatica, ovvero senza una evidente causa scatenante.

La pericardite può, inoltre, comparire in seguito a un’infiammazione del muscolo cardiaco (miocardite).

 

La diagnosi

Per indagare al meglio se si possa trattare di una pericardite, bisogna andare a fondo con l’anamnesi medica e abbinare alcuni esami clinici di supporto alla diagnosi come, per esempio:

  • elettrocardiogramma (Ecg): in grado di valutare la presenza di alterazioni del tracciato elettrico del cuore, caratteristiche della patologia;
  • ecocardiogramma: che consente di verificare l’accumulo di liquido pericardico e di valutare eventuali complicanze;
  • risonanza magnetica cardiaca (Rm cuore o Rm cardiaca): per valutare l’infiammazione del pericardio nei dettagli;
  • esami del sangue, che verificano la presenza di marcatori dell’infiammazione (proteina C o PCR, velocità di eritrosedimentazione o VES) e i livelli di troponina, per permettere di escludere la presenza di un infarto.

Un’accurata diagnosi è fondamentale per poter escludere altre cause di dolore al torace, come l’infarto del miocardio o l’embolia polmonare.

 

Come si cura la pericardite

Per trattare la pericardite bisogna innanzitutto constatare la gravità e le cause scatenanti di questa condizione. Nella maggior parte dei casi, il riposo e i farmaci antinfiammatori sono sufficienti per alleviare i sintomi e risolvere l’infiammazione.

I farmaci solitamente impiegati per il trattamento sono:

  • farmaci antinfiammatori come l’ibuprofene, utilizzati per ridurre il dolore e infiammazione;
  • colchicina, molecola di uso più recente, utile nel trattamento delle pericarditi, ma anche nella prevenzione delle sue recidive (per esempio, la Sindrome di Dressler). Spesso viene prescritta insieme ai farmaci antinfiammatori;
  • corticosteroidi, come il cortisone, molecole utilizzate per i casi più resistenti o quando la pericardite è causata da malattie autoimmuni.

 

Complicazioni conseguenti alla pericardite

Sebbene nella maggior parte dei casi la pericardite si risolva senza troppo affanno, questa può portare a complicanze se non trattata adeguatamente e con celerità.

Nei casi gravi, un accumulo eccessivo di liquidi nella cavità pericardica determina una sofferenza del cuore e si verifica il cosiddetto tamponamento cardiaco. 

Questa condizione è potenzialmente fatale, poiché il liquido può bloccare la normale contrazione del cuore e portare al collasso cardiocircolatorio. Il tamponamento può necessitare di un intervento invasivo, detto drenaggio pericardico o pericardiocentesi.

Un’altra grave condizione che può manifestarsi è la pericardite cronica costrittiva. Questa complicazione si caratterizza per la presenza di tessuto cicatriziale nel pericardio, generalmente di tipo fibroso e/o calcifico, che comprime in modo permanente il cuore, ostacolandone la sua funzione di pompa aspirante e premente. 

La pericardite cronica costrittiva è in genere idiopatica, ovvero senza apparente causa nota, ma a volte può essere causata da pericarditi acute mal curate o non risolte che possono evolvere in croniche.

 

Come si può prevenire  

Non tutte le forme di pericardite sono prevenibili, ma alcune strategie possono ridurre il rischio di svilupparla o di avere recidive. Lo stile di vita ha sempre un ruolo in primo piano nella salute generale: quindi, una dieta equilibrata, un regolare esercizio fisico, il monitoraggio della qualità del sonno e la riduzione dello stress sono fondamentali per il benessere del cuore. 

La prevenzione, però, passa anche attraverso: 

  • le vaccinazioni contro influenza e polmonite; 
  • il trattamento tempestivo delle infezioni; 
  • la gestione efficace di malattie croniche come il diabete, il lupus o altre patologie autoimmuni. 

“La pericardite non dovrebbe mai essere sottovalutata. In presenza dei sintomi caratteristici è fondamentale rivolgersi immediatamente a un medico specialista. È solo con una diagnosi tempestiva e il giusto trattamento che è possibile guarire senza complicazioni. Ascoltare il proprio corpo e prendersi cura del cuore è la chiave per vivere in salute”, afferma il prof. Piepoli.