Quali sono i sintomi della miocardite, le cause e come si cura
PUBBLICATO IL 13 FEBBRAIO 2025
La miocardite è un’infiammazione del miocardio, il tessuto muscolare del cuore con la funzione di pompare il sangue nel corpo.
Spesso può associarsi anche alla pericardite, se l’infiammazione arriva a coinvolgere il pericardio, il sacco che accoglie il cuore.
La miocardite richiede sempre una diagnosi tempestiva, perché in molti casi può guarire completamente se il trattamento è adeguato e celere, evitando lo sviluppo di complicanze gravi come l’insufficienza cardiaca o aritmie minacciose della vita.
Per saperne di più, ne parliamo con il prof. Massimo Piepoli, Direttore dell’Unità Operativa di Cardiologia Universitaria Perioperatoria e Riabilitativa all’IRCCS Policlinico San Donato, che ci guiderà nella comprensione di questa complessa patologia.
Le cause della miocardite
La miocardite può avere diverse cause che si distinguono principalmente in infettive e non infettive.
Le infezioni virali rappresentano la causa più comune. Tra i virus maggiormente coinvolti troviamo il Coxsackie-virus, il Citomegalovirus, il virus dell’epatite C, l’Herpes virus, l’HIV, l’Adenovirus e il Parvovirus.
In questi casi il ruolo del virus è quello di provocare un’infiammazione attaccando direttamente, come bersaglio, le cellule del tessuto muscolare cardiaco. Possono anche intervenire le cellule immunitarie del paziente che, cercando di combattere l’infezione, attivano un sistema di risposta infiammatoria al virus.
Meno frequentemente, la miocardite può essere causata da infezioni batteriche, come quelle da streptococco o stafilococco, oppure da funghi e protozoi o parassiti.
Comprese tra le cause non infettive ci sono, invece, tutte le patologie su base autoimmune e infiammatorie sistemiche, come il lupus eritematoso sistemico, l’artrite reumatoide, la sclerodermia o la sarcoidosi, che possono scatenare una risposta infiammatoria contro il miocardio.
La miocardite può essere anche determinata da fattori esterni come l’esposizione a farmaci, a radioterapia, o altre sostanze tossiche che scatenano una risposta infiammatoria che può avere effetto protettivo inizialmente, ma dannoso se persiste nel tempo.
Tra i farmaci annoveriamo i chemioterapici, gli antibiotici o gli antipsicotici che possono causare reazioni allergiche o attivare il sistema immunitario. Anche alcune droghe come la cocaina o le anfetamine possono determinare un danno diretto alle cellule del miocardio.
I sintomi della miocardite
La miocardite può manifestarsi con sintomi aspecifici che rendono difficile diagnosticare facilmente la patologia, perché sovrapponibili a quelli di altre condizioni cardiache. Tra i sintomi più comuni troviamo:
- dolore toracico, simile a quello dell’infarto;
- affaticamento e mancanza di fiato, anche durante attività leggere;
- svenimenti o perdita di coscienza;
- palpitazioni o sensazione di battito cardiaco irregolare;
- gonfiore alle gambe o ai piedi, nei casi più gravi di insufficienza cardiaca;
- sintomi simil-influenzali, come febbre, dolori muscolari e debolezza, soprattutto quando la causa è un’infezione virale.
Può manifestarsi con gravità variabile a seconda del grado di compromissione del cuore. La patologia può, infatti, presentarsi in forma acuta, con sintomi improvvisi e intensi, o in forma più subdola, con manifestazioni più lievi, ma persistenti nel tempo.
Diagnosi della miocardite
La diagnosi di miocardite si basa su una combinazione di sintomi, esami fisici e test diagnostici. Quando l’anamnesi suggerisce la presenza di miocardite, gli esami comunemente consigliati sono:
- elettrocardiogramma (ECG) per rilevare anomalie nel ritmo cardiaco;
- risonanza magnetica cardiaca, che permette di visualizzare eventuali infiammazioni del miocardio in modo non invasivo;
- esami del sangue, per individuare le molecole marcatori di infiammazione o di danno cardiaco, come la troponina;
- biopsia miocardica, ovvero un piccolo prelievo di tessuto cardiaco, nei casi più complessi, per confermare la diagnosi;
- coronarografia o angioTAC alle coronarie, se si necessita in casi specifici, di monitorare anche le coronarie.
Trattamento della miocardite
Il trattamento della miocardite dipende dalla causa e dalla gravità della patologia.
Nei casi più lievi, può essere sufficiente il riposo, con la raccomandazione all’astensione dall’attività fisica fino a 6 mesi, insieme a farmaci antinfiammatori per ridurre l’infiammazione.
Per le forme più severe, invece, come in caso di presenza di malattia autoimmune, possono essere necessari farmaci specifici, come corticosteroidi o immunosoppressori.
Generalmente la cura della miocardite necessita di breve ricovero ospedaliero per monitorare la risposta alla terapia e le condizioni del paziente. Nei casi gravi, l’ospedalizzazione dura più a lungo per gestire eventuali complicazioni, come insufficienza cardiaca o aritmie. In questo caso sono necessarie anche terapie per sostenere la funzione cardiaca, tra cui diuretici, beta-bloccanti o ACE-inibitori.
Come prevenire la miocardite
Sebbene non sia sempre possibile prevenirla, si possono adottare delle misure di prevenzione che possono ridurre il rischio di sviluppare miocardite o prevenirne le complicanze. Sicuramente è importante:
- vaccinarsi contro le malattie infettive;
- trattare tempestivamente infezioni virali o batteriche;
- gestire in modo efficace malattie croniche come il diabete o il lupus.
Un consiglio sempre valido è quello sullo stile di vita sano, con una dieta equilibrata, attività fisica regolare e, da non dimenticare, la riduzione dello stress. È consigliabile anche evitare l’abuso di alcolici, sostanze tossiche o farmaci senza prescrizione medica.
È importante agire. Sottolinea il prof. Piepoli: “La miocardite è una condizione che non va mai sottovalutata. Riconoscere i sintomi e intervenire tempestivamente può fare la differenza, soprattutto per evitare complicazioni gravi che possono mettere a rischio la vita del paziente”.