Tumore al seno: diagnosi precoce e cure sempre più mirate
PUBBLICATO IL 10 GENNAIO 2024
Il tumore del seno è oggi il tumore più frequentemente diagnosticato nella popolazione italiana, in costante aumento in termini di incidenza negli ultimi anni. La buona notizia è che si tratta di una forma di neoplasia sempre più curabile: grazie alla diagnosi precoce e al miglioramento delle terapie, l’88% delle donne guarisce.
Approfondiamo l’argomento con il dottor Piermario Salvini, responsabile dell’Unità Funzionale di Oncologia del Policlinico San Pietro, tra gli autori di una recente pubblicazione scientifica (Neoadjuvant Systemic Therapy in Early Breast Cancer: Results of a Prospective Observational Multicenter BRIDE Study) su Cancers, una tra le più prestigiose riviste internazionali dedicate all’oncologia.
Sopravvivenza più alta grazie a screening e trattamenti
Nonostante l’aumento di incidenza del tumore al seno negli ultimi 20 anni, anche tra le donne più giovani, si è assistito a un significativo miglioramento dei tassi di guarigione e di sopravvivenza.
Spiega il dottor Piermario Salvini:“Questo miglioramento è determinato da molteplici fattori che hanno modificato la storia naturale del tumore mammario:
- migliore conoscenza dei fattori di rischio e possibilità di effettuare prevenzione primaria;
- programmi di screening con mammografie (prevenzione secondaria) e visite senologiche per la diagnosi precoce del tumore mammario;
- miglioramento dei trattamenti farmacologici che hanno un impatto positivo sempre più rilevante sulla sopravvivenza complessiva e guarigione”.
Vediamoli allora punto per punto.
I fattori di rischio per il tumore al seno
“Il tumore della mammella (o carcinoma mammario) è praticamente ubiquitario e trasversale nelle varie popolazioni, paesi e culture - osserva il dottor Salvini -. Ci sono però attualmente alcuni comportamenti associati allo stile di vita e situazioni ambientali che rendono più probabile la comparsa di tumore mammario:
- l’assunzione prolungata di terapie ormonali estroprogestiniche;
- le sindromi metaboliche caratterizzate da eccesso calorico con sovrappeso/obesità;
- il consumo di alcol (l'aumento con l'assunzione di alcol è dose-dipendente);
- anche il fumo sembra essere associato a un aumento del rischio di cancro al seno.
Andare ad agire su tali fattori, con la cosiddetta prevenzione primaria, può modificare l’incidenza di tumore mammario” sottolinea lo specialista.
I fattori di rischio non modificabili
Da qualche anno si è compreso che esistono anche altri fattori di rischio, ovvero quelli genetici individuali, pertanto non modificabili.
“In circa il 10% dei casi di tumore al seno sono presenti delle alterazioni di alcuni geni, il BRCA 1 e 2 (i 2 più famosi, ma non unici), che predispongono alla comparsa di tumore mammario ed altri tumori soprattutto in giovane età. Tali situazioni sono di tipo ereditario e si manifestano con forte familiarità.
Esistono però anche situazioni di familiarità importante per tumore mammario senza che vi siano delle alterazioni genetiche riscontrabili o note. In questi casi diventa di estrema importanza il counseling genetico e una prevenzione secondaria ad hoc”.
Gli esami per la diagnosi precoce
Lo screening mammografico, ormai attivo da più di 20 anni, ha dimostrato di essere uno strumento fondamentale di prevenzione cosiddetta secondaria, in grado di fare diagnosi precoce di tumore mammario e influire in modo significativo sulla possibilità di guarigione, riuscendo in molti casi a intercettare la malattia nelle fasi iniziali.
“Tanto prima si riesce a diagnosticare il tumore, tanto più è piccolo, tanto maggiore è la possibilità di guarigione - avverte il dottor Salvini -. Alla mammografia standard, da eseguire ogni 2 anni nelle donne tra 50 e 74 anni o annuale dai 45 ai 49 anni, si sono poi unite altre indagini quali:
- l’ecografia mammaria (contestuale alla mammografia);
- la visita senologica (da effettuare almeno una volta prima dei 49 anni);
- la tomografia mammaria e l’RMN mammaria (utilizzata in casi specifici);
- metodiche bioptiche sempre più sofisticate.
Tutti questi esami hanno reso ancora di più efficace la diagnosi precoce”.
L’importanza di un trattamento multidisciplinare
La gestione del tumore mammario in fase iniziale viene attualmente gestita da un team di specialisti afferenti a diverse discipline quali il chirurgo senologo, il radiologo dedicato, l’oncologo e il radioterapista.
“La guarigione dalla malattia è determinata sì dalla diagnosi precoce, ma anche da una gestione multidisciplinare che, nelle diverse fasi, deve comprendere sia la chirurgia sia i trattamenti oncologici sia la radioterapia”.
I progressi nelle cure
Nell’ambito delle cure del tumore al seno, negli ultimi anni si è assistito a costanti miglioramenti, non solo grazie a metodiche sempre più sofisticate, ma soprattutto grazie a farmaci sempre più attivi in continua e veloce evoluzione.
“Questo è tradotto anche in linee guida internazionali in continuo aggiornamento che definiscono i migliori atteggiamenti terapeutici conosciuti in quel determinato momento - precisa lo specialista -.
Fin dagli anni ‘70 lo storico studio dell’Istituto Tumori di Milano aveva evidenziato che l’aggiunta di chemioterapia dopo l’intervento chirurgico aumentava la possibilità di guarigione rispetto alla sola chirurgia. Da allora molti sono stati i miglioramenti farmacologici non solo di chemioterapia, ma anche di terapia ormonale, di terapie biologiche e di immunoterapia.
Si è anche compreso che in alcune situazioni intraprendere un trattamento medico/farmacologico prima dell’intervento chirurgico (terapia neoadiuvante o preoperatoria) può apportare dei benefici al paziente.
E non solo: a seconda dei casi i trattamenti medici più innovativi possono essere perioperatori, ovvero da effettuarsi sia prima sia dopo la chirurgia e non solo postoperatori.
In sintesi la ricerca clinica, che offre miglioramenti sempre maggiori e sempre più veloci, la gestione multidisciplinare, la prevenzione primaria e secondaria sono in grado di garantire altissimi tassi di guarigione per una malattia che presenta un impatto nella popolazione femminile molto importante” conclude il dottor Salvini.