
Quali sono le differenze tra ecografia mammaria e mammografia
PUBBLICATO IL 23 GIUGNO 2025
Ecografia mammaria e mammografia sono 2 esami fondamentali per la prevenzione e la diagnosi precoce delle patologie mammarie, tumore al seno in primis. Ma quali sono le differenze tra questi 2 esami? Quando è indicato farli? Con quale frequenza?
Lo abbiamo chiesto alla dottoressa Svetlana Telyatnikova, radiologo del servizio di Radiodiagnostica per Immagini del Policlinico San Marco e del Policlinico San Pietro.
Cos’è l’ecografia mammaria e come si svolge
“L’ecografia mammaria è un esame diagnostico che, mediante una sonda che emette ultrasuoni, analizza:
- le mammelle;
- i cavi ascellari.
Attraverso questo esame lo specialista radiologo può visualizzare noduli, cisti, lesioni benigne o sospette, valutando dimensioni, forma e caratteristiche dei tessuti.
L’esame dura circa 10-15 minuti”, spiega la dottoressa Telyatnikova.
Lo specialista applica un gel trasparente sulla pelle per facilitare la trasmissione degli ultrasuoni. Utilizzando una sonda ecografica, il radiologo esamina 1 o entrambe le mammelle con valutazione obbligatoria dei cavi ascellari e delle sedi sovra- e infraclaveari bilaterali.
Le immagini vengono visualizzate in tempo reale su un monitor e salvate per controlli successivi.
Quando fare l’ecografia mammaria
“L’ecografia mammaria è un esame indolore, sicuro e rapido. Deve essere eseguita come esame di completamento diagnostico della mammografia oppure come esame di primo livello in donne giovani con età inferiore a 40 anni come test diagnostico in presenza di alterazioni cliniche o noduli palpabili - continua la specialista -.
Nel dettaglio è indicata:
- nelle donne sopra i 40 anni, a completamento diagnostico della mammografia;
- come esame di prevenzione, a partire dai 25 anni;
- per monitorare nel tempo noduli benigni già noti nelle donne di qualsiasi età”.
Ogni quanto fare l’ecografia mammaria
La cadenza con cui fare l’esame e i relativi controlli deve essere indicata dallo specialista in base al profilo di rischio personalizzato della donna, che tiene in considerazione:
- l’anamnesi;
- l’eventuale familiarità per tumore al seno;
- l’età.
Sottolinea la dottoressa Telyatnikova: “In assenza di patologie specifiche le linee guida per lo screening indicano:
- nelle donne sotto i 40 anni, ogni 1-2 anni come controllo preventivo;
- nelle donne sopra i 40 anni, ogni 2 anni dopo ogni mammografia a completamento diagnostico”.
Cos’è la mammografia e come si svolge
La mammografia è un esame radiologico che utilizza raggi X a basso dosaggio per ottenere immagini dettagliate della mammella.
“È l’esame più indicato per la prevenzione del tumore al seno nelle donne oltre i 40 anni. Lo scopo dell’esame mammografico è individuare eventuali:
- opacità;
- distorsioni;
- asimmetrie parenchimali;
- calcificazioni.
Tutte queste condizioni possono essere sia di problemi sia di tipo benigno sia patologico”, evidenzia la specialista.
La mammella viene posizionata su un apposito sostegno e compressa mediante un piatto in materiale plastico, detto compressore. Vengono eseguite di base 2 proiezioni per ogni mammella.
La dose di radiazioni è davvero minima soprattutto con la tecnica digitale che oggi si utilizza, così come la sensazione di dolore che, con i macchinari di ultima generazione, è notevolmente ridotta (si avverte solo una semplice pressione per pochi secondi).
Il Servizio di Diagnostica per Immagini dei nostri Ospedali è dotato di una mammografia con tomosintesi. “Questa particolare tecnica mammografica, associata all’ecografia ed eseguita da operatori esperti, aumenta molto la sensibilità dell’esame rendendola sovrapponibile a quella di una Risonanza Magnetica con contrasto.
Consente, inoltre, di documentare le lesioni talvolta non visibili mediante la mammografia standard, permettendo una corretta diagnosi della malattia con successiva pianificazione di un adeguato trattamento”, precisa la dottoressa Telyatnikova .
In quali casi e ogni quanto è indicata la mammografia
La mammografia è l’esame di riferimento per lo screening e la diagnosi precoce del tumore al seno. Da gennaio 2019 lo screening proposto dalla Regione Lombardia prevede l’esecuzione gratuita della prima mammografia a 45 anni proseguendo poi fino ai 75 anni, con una cadenza:
- annuale dai 45 ai 50 anni;
- biennale dai 50 ai 75.
“A seconda della storia personale di ogni donna, però, lo specialista può suggerire alcune variazioni, programmando controlli più ravvicinati o anticipando rispetto allo screening la prima mammografia, ad esempio, nelle pazienti ad alto rischio per familiarità di primo grado (che hanno cioè avuto un parente stretto con tumore al seno: madre, sorella, figlia o padre). Solamente in questi casi, il primo controllo è consigliabile già a partire dai 35 anni.
Aderire allo screening mammografico regionale è importantissimo prima di tutto per essere valutati da 2 radiologi esperti, che esaminano ogni mammografia a doppio cieco. Questo significa che non c’è alcuna influenza di parere di uno sull'altro: in questo modo riusciamo a trovare il maggior numero dei tumori quando sono ancora piccoli (inferiori a 14 mm).
Solamente la mammografia riesce a individuare le calcificazioni patologiche, segno di un tumore. Nessun tipo di ecografia, come pensano molte donne, potrebbe sostituire la mammografia eseguita con i macchinari di ultima generazione e analizzata con 2 specialisti altamente qualificati”, avverte la specialista.
Quando fare ecografia mammaria e mammografia insieme
In molti casi, ecografia e mammografia vengono usate insieme per aumentare l’accuratezza diagnostica. In particolare, l’esecuzione di entrambi gli esami è consigliata:
- nelle donne over 40 con seno denso;
- se la mammografia mostra anomalie da approfondire;
- come controllo post-operatorio o in follow-up oncologico.
Altri esami per la prevenzione senologica e l’importanza dell’ascolto della donna
La scienza medica a disposizione per la prevenzione in ambito senologico, però, non si ferma a mammografia ed ecografia.
“Nei nostri Ospedali sono disponibili altri esami di altissima importanza diagnostica come la risonanza magnetica delle mammelle senza e con contrasto e la mammografia con contrasto, che permettono di individuare, nelle lesioni sospette, le alterazioni non visibili né con la mammografia né con l’ecografia, sfruttando il principio di accumulo precoce del mezzo di contrasto, descritto nei referti come ‘contrast enhancement’.
Dopo la valutazione di tutte le informazioni raccolte dalle indagini, è possibile procedere alle biopsie mirate nelle sedi indicate con l’aiuto di macchinari all’avanguardia - spiega ancora la specialista -.
Tutti questi esami diagnostici sono fondamentali per diagnosticare precocemente un eventuale tumore al seno. Altrettanto però lo è la valutazione clinica della donna, con accurata raccolta dell’anamnesi familiare e ascolto della donna stessa, perché spesso è proprio la donna che ci aiuta a individuare il problema, perché lei e solo lei, in primis, si accorge dei cambiamenti del suo seno.
L’ascolto della paziente, quindi, è importantissimo per un corretto inquadramento diagnostico e clinico con successivo trattamento e guarigione”, conclude la dottoressa Telyatnikova.