Mammografia: un esame ″salvavita″

PUBBLICATO IL 13 NOVEMBRE 2019

La mammografia è, insieme al pap test, l'esame di prevenzione più importante per le donne. Il metodo più affidabile per la diagnosi precoce del tumore al seno, in grado di evidenziare modificazioni del tessuto mammario anche di dimensioni millimetriche.

Questo esame, infatti, permette di individuare il tumore nel suo stadio iniziale, quando le dimensioni sono ancora ridotte e la possibilità di guarigione aumenta sensibilmente.

Ce ne parla la dottoressa Svetlana Teyatnikova, medico radiologo del servizio di Radiologia e Diagnostica per Immagini del Policlinico San Marco di Zingonia (BG).

In questa struttura è possibile effettuare screening con ecografi e mammografi di ultima generazione, che consentono immagini precise con minor fastidio per la donna.

Mammografia classica e mammografia con tomosintesi

La mammografia standard è un esame radiologico che, utilizzando raggi X, consente uno studio molto accurato della mammella.

La mammella viene posizionata su un apposito sostegno e compressa mediante un piatto in materiale plastico detto compressore. Vengono eseguite di base due proiezioni per ogni mammella.

La dose di radiazioni è davvero minima soprattutto con la tecnica digitale che oggi si utilizza.

“Il nostro reparto di Diagnostica per Immagini – spiega la dottoressa -, tra i pochi sul territorio bergamasco, è dotato di una mammografia con tomosintesi. Questa particolare tecnica mammografica, associata all’ecografia ed eseguita da operatori esperti, aumenta molto la sensibilità dell’esame rendendola sovrapponibile a quella di una Risonanza Magnetica con contrasto.

Consente, inoltre, di documentare le lesioni talvolta non visibili mediante la mammografia standard, permettendo una corretta diagnosi della malattia con successiva pianificazione di un adeguato trattamento”.

E bisogna chiarire che non si tratta di un esame doloroso: “Con i macchinari di ultima generazione – racconta l’esperta - la sensazione di dolore è notevolmente ridotta. In genere si avverte  una semplice pressione che dura solo pochi secondi”.

Screening mammografico: a che età si fa?

“Da gennaio 2019 lo screening proposto dalla Regione Lombardia prevede l’esecuzione della prima mammografia a 45 anni. Si prosegue poi fino a 75 anni, con una cadenza annuale dai 45 ai 50 anni e biennale dai 50 ai 75”, spiega la dottoressa.

A seconda della storia personale di ogni donna, però, lo specialista può suggerire di anticipare la prima mammografia e programmare controlli più ravvicinati. Come avviene, nel caso delle pazienti ad alto rischio per famigliarità di primo grado (che abbiano cioè avuto un parente stretto con tumore al seno: madre, sorella, figlia o padre): “Solamente in questi casi - avverte la specialista - il primo controllo è consigliabile già a partire dai 35 anni”.

Quando fare la mammografia: i periodi di distensione del seno

“È preferibile eseguire l'esame nella prima metà del ciclo mestruale, perché è il periodo in cui il seno è meno teso ed è quindi più agevole effettuare la necessaria compressione. Nelle donne in menopausa invece è generalmente possibile eseguire l’indagine in qualunque momento”.

Mammografia in gravidanza e allattamento: si può fare?

“Ovviamente lo stato di gravidanza è una delle controindicazioni per eseguire l’esame, che invece è assolutamente consentito durante l'allattamento.

Nella mia esperienza personale, anzi, la mammografia ci ha permesso di fare la diagnosi di un cancro al seno sia nelle donne in allattamento, sia nelle portatrici delle protesi”, conclude la dottoressa Teyatnikova.

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