I sintomi dell’ipertiroidismo: quali sono e come si curano

PUBBLICATO IL 31 MARZO 2023

Aumento della frequenza cardiaca, insonnia, nervosismo: sono questi alcuni dei modi in cui si manifesta l’ipertiroidismo, patologia che riguarda più frequentemente le donne e che si verifica quando la tiroide lavora eccessivamente

Conosciamone meglio i sintomi e le cause, ma anche le terapie che possono essere utili per limitare i disturbi con l’aiuto della dottoressa Carmela Asteria, endocrinologa di Palazzo della Salute – Wellness Clinic e Responsabile Scientifico di INCO (Istituto Nazionale per la Cura dell’Obesità) dell’IRCCS Ospedale Galeazzi – Sant’Ambrogio; collabora, inoltre, con Smart Clinic. 

 

Che cosa si intende per ipertiroidismo

La tiroide è una piccola ghiandola endocrina a forma di farfalla, posta nella parte anteriore del collo, molto importante per il nostro organismo, perché produce gli ormoni tiroidei T4 e T3 coinvolti nella regolazione di importanti funzioni dell’organismo, tra cui la respirazione, il battito cardiaco, la temperatura corporea, lo sviluppo del sistema nervoso centrale e la crescita corporea.

“Quando la tiroide produce una quantità eccessiva di ormoni si parla di ipertiroidismo - spiega la dottoressa Asteria -. L’effetto principale dell’eccesso di ormoni tiroidei è un incremento del consumo di ossigeno e un aumento del metabolismo basale”.

 

Le cause

La principale causa di ipertiroidismo è il morbo di Basedow-Graves, malattia autoimmune, cioè causata da un'alterazione del sistema immunitario che induce la tiroide a produrre autoanticorpi diretti contro la tiroide. Altre cause possono essere:

  • tiroiditi, ovvero infiammazioni della tiroide che possono essere causate da un’infezione virale, da un’infiammazione della tiroide autoimmune che insorge dopo il parto e, più raramente, da un’infiammazione autoimmune cronica; 
  • noduli tiroidei tossici (iperattivi), cioè aree circoscritte della tiroide che vanno incontro a una crescita anomala; 
  • gozzo tossico multinodulare (detto anche malattia di Plummer), condizione in cui sono presenti molti noduli;
  • assunzione eccessiva di iodio, anche sotto forma di integratori (lo iodio contenuto nel cibo è utilizzato dalla tiroide per produrre gli ormoni; un’assunzione eccessiva di integratori di iodio può, quindi, stimolare l’attività della tiroide); 
  • assunzione di alcuni tipi di farmaci (ad esempio, l’Amiodarone usato in caso di particolari aritmie).

 

I sintomi dell’ipertiroidismo

L’aumento degli ormoni tiroidei legato all’ipertiroidismo causa condizione che determina un’accelerazione delle funzioni vitali dell’organismo e una serie di sintomi tra i quali i più comuni sono:

  • nervosismo e ansia;
  • perdita di peso ingiustificata;
  • aumento del battito cardiaco;
  • insonnia;
  • fini tremori alle mani;
  • rigonfiamento visibile della ghiandola tiroidea.

Nelle donne, poi, può provocare anche irregolarità del ciclo mestruale, mentre negli anziani sono comuni la fibrillazione atriale e l’insufficienza cardiaca.

Se la causa dell’ipertiroidismo è il morbo di Basedow–Graves, infine, possono comparire nel 20% dei casi anche disturbi a carico degli occhi (oftalmopatia Basedowiana), ovvero:

  • occhi sporgenti (esoftalmo);
  • diplopia (visione doppia);
  • eccessiva lacrimazione.

 

La diagnosi

La diagnosi si basa, in prima istanza, sul dosaggio dei livelli di TSH (ormone ipofisario stimolante la tiroide), T4 e T3 nel sangue, da associare al dosaggio di specifici autoanticorpi, quali quelli diretti contro il recettore per il TSH che aiutano nella diagnosi del Morbo di Graves-Basedow. Consigliati sono inoltre: 

  • l’ecografia tiroidea per l’individuazione di eventuali noduli
  • la scintigrafia tiroidea, che fornisce informazioni su morfologia e funzionalità della ghiandola.

 

La terapia

La terapia dell’ipertiroidismo dipende da diversi fattori come: 

  • età; 
  • condizione fisica della persona; 
  • causa; 
  • gravità della malattia. 

“L’approccio terapeutico, a seconda dei casi, può essere: 

  • farmacologico, con farmaci che bloccano la sintesi di ormoni tiroidei. Tra questi i farmaci anti-tiroidei, della classe delle tionamidi; 
  • radiometabolico con iodio radioattivo che, assunto per bocca, viene assorbito selettivamente dalla tiroide e determina una riduzione della produzione di ormoni tiroidei e del volume della ghiandola; 
  • chirurgico: l’intervento di tiroidectomia (ovvero asportazione di tutta o parte della tiroide) si può rendere necessario quando non sono possibili altre cure, ad esempio, in gravidanza, in presenza di un grande gozzo, in pazienti con frequenti recidive o intolleranza ai farmaci”.
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