Noduli alla tiroide: cosa sono e quando si asportano
PUBBLICATO IL 29 NOVEMBRE 2019
Quando bisogna asportare i noduli alla tiroide? Le risposte della specialista di Gruppo San Donato
La tiroide è una ghiandola situata alla base del collo, molto importante per il nostro organismo, perché produce gli ormoni tiroidei, T4 e T3, che sono deputati alla regolazione del metabolismo energetico del nostro corpo.
A volte, però, questa ghiandola può portare a diverse problematiche dovute sia all’alterazione nella produzione di questi ormoni, sia ad alcune patologie morfologiche della ghiandola stessa, come i noduli.
La dottoressa Carmela Asteria, specialista in Endocrinologia e Malattie metaboliche all’Istituto Clinico Sant’Ambrogio e a Palazzo della Salute Wellness Clinic ci spiega cosono sono i noduli alla tiroide e quando è necessario intervenire con l’asportazione chirurgica.
Ipotiroidismo e ipertiroidismo
Come abbiamo visto sopra, la tiroide può andare incontro a problemi di diversa natura. Nel caso di un’alterazione della produzione di ormoni, possiamo avere:
- ipotiroidismo: la tiroide non è più in grado di produrre ormoni sufficienti per l’organismo che avrà maggiori difficoltà nel produrre l’energia necessaria all’organismo per mantenere la propria vitalità;
- ipertiroidismo: si ha un eccesso di produzione dell’ormone tiroideo con conseguente aumento di energia causata dalla perdita di consistenza dei substrati energetici (tessuto adiposo, tessuto muscolare) e iperattivazione di tutti gli altri organi.
I noduli alla tiroide
Nel caso, invece, di alterazioni morfologiche della ghiandola stessa, invece, possiamo avere dei noduli che, sovente, non danno sintomi.
“Nel corso della vita – spiega la dottoressa - la ghiandola va spesso incontro a un aumento delle dimensioni (gozzo) che la interessano sia interamente, sia in alcuni punti specifici.
Alcuni fattori come l’inquinamento ambientale, l’obesità oppure una carenza di iodio (indispensabile per il funzionamento della ghiandola) nella propria dieta, possono contribuire all’insorgere di protuberanze, chiamate appunto noduli.
La prevenzione è necessaria e aiuta molto soprattutto nella diagnosi precoce”.
Gli esami da fare
Nella maggior parte dei casi si scopre la presenza di noduli alla tiroide grazie ad esami di controllo per altre malattie.
“L’ecografia rappresenta l’esame strumentale più utile, se si sospetta un problema di questo tipo - spiega la dottoressa -, perché permette di evidenziare caratteristiche importanti come:
- la morfologia;
- la dimensione;
- i margini;
- la vascolarizzazione”.
In genere, nel momento in cui l’endocrinologo individua un nodulo, ne valuta immediatamente la pericolosità.
Se presenta bordi irregolari, microcalcificazioni e grande irrorazione di sangue è probabile si tratti di una forma maligna che si può classificare in base a 3 fasce di rischio tra basso, intermedio e alto (secondo le linee guida di AACE, ACE e AME).
Asportazione dei noduli alla tiroide: quando si fa
In caso di forma maligna, l’agoaspirato è l’esame più indicato per stabilire se si tratta o meno di una forma tumorale.
Se il risultato è positivo, occorre asportarlo: “Se il diametro è inferiore di 10 mm e la neoplasia non è estesa ad altri organi, si procede con la sola rimozione del lobo destro o sinistro (emitiroidectomia).
Se, invece, il diametro supera i 40 mm e il tumore è esteso in più parti, si opta per l’asportazione totale con rimozione dei linfonodi del collo, nei casi più gravi.
Alcune volte - conclude la dottoressa Asteria - si rende necessario anche rimuovere i noduli di carattere benigno, soprattutto quando causano gozzi voluminosi che, con la loro massa, potrebbero causare fastidi alla trachea (deviazione o restringimento)”.