Ludopatia, cosa è e come può essere curata
PUBBLICATO IL 03 LUGLIO 2023
La ludopatia è una patologia che rientra nella categoria delle dipendenze comportamentali e, principalmente, fa riferimento alla dipendenza dal gioco d’azzardo. Rientrano anche nella ludopatia la dipendenza da giochi elettronici, dagli acquisti online, dai social network e da contenuti pornografici che si trovano sul web.
Il Prof. Stefano Pallanti, psichiatra e direttore del Centro di Neuroscienze per la Salute presso Zucchi Wellness Clinic di Monza e dell’Istituto di Neuroscienze di Firenze ci spiega quali sono le cause, i sintomi e come affrontarla e trattarla.
Chi è il giocatore patologico
“È una persona che non è capace di gestire e controllare l’impulso che porta al comportamento dal quale inizialmente ricava una eccitazione.
Solitamente sono maschi, i quali, pur avendo la consapevolezza degli effetti negativi tendono a ripetere il comportamento, finché non diventa compulsivamente obbligatorio - dichiara il prof. Pallanti -.
Si inizia con il nasconderlo agli altri, fino a negarlo a se stesso. Ma, l’aspetto che in maniera rilevante apporta conseguenze sulla vita del giocatore è quello legato al decision-making economico, cioè l’incapacità di prevedere il vero danno economico di tali comportamenti e l’inopportuna gestione delle perdite. Questo porta la persona affetta a incrementare ancor di più la quantità di tempo trascorso a giocare con il fine di recuperare i soldi persi”.
Inoltre, l’esperienza del gioco compulsivo causa:
- bramosia;
- incapacità di considerare le conseguenze;
- difficoltà di inibizione e controllo;
- instabilità a livello emozionale.
Quali sono i fattori scatenanti
I principali fattori di rischio riguardano:
- lo stile di vita;
- l’abitare in quartieri disagiati;
- la mancanza di istruzione;
- la condizione di disoccupato;
- l’aver vissuto eventi traumatici come lutti e/o violenze.
“È stato anche dimostrato che la vicinanza residenziale alle sale da gioco è associata alla frequenza di gioco patologico.
Inoltre, le persone che giocano d'azzardo in modo compulsivo hanno spesso problemi di:
- abuso di sostanze;
- disturbi della personalità;
- depressione o ansia.
Il gioco d'azzardo compulsivo - continua l’esperto - può anche essere associato a:
- disturbo bipolare;
- disturbo ossessivo-compulsivo (OCD) o disturbo da deficit di attenzione/iperattività (ADHD);
- spesso ai disturbi del comportamento alimentare”.
Quali sono le conseguenze
“La ludopatia ha effetti diretti sulla salute in senso medico. Il giocatore si trascura e ha più probabilità di:
- cadere in depressione per la bassa autostima;
- sviluppare disturbi legati allo stress;
- diventare ansioso;
- avere disturbi del sonno;
- sviluppare un problema di abuso di sostanze.
Molto frequenti sono anche i comportamenti violenti, nei confronti di chi vorrebbe ostacolare tali dannose abitudini e anche violenze verso sé stessi, che possono sfociare nel suicidio.
Come affrontare e trattare la ludopatia
“Il trattamento della ludopatia richiede un approccio integrato, in grado di coinvolgere la rete sociale e i familiari del paziente, e la decisione di cambiare da parte del paziente, senza di questa le cure sono inefficaci.
Sarà poi importante effettuare una valutazione globale del paziente, compresi gli aspetti neuroevolutivi circa la presenza di disturbi dell’attenzione. Successivamente bisognerà cercare di definire in che modo le diverse dimensioni dell’esperienza del gioco quali la bramosia, l’incapacità di aver presente le conseguenze, la difficoltà di inibizione e controllo e l’instabilità emozionale, agiscano nel determinare la patologia.
Sulla base di queste valutazioni si potrà decidere su cosa focalizzare il trattamento, cioè se sulla sfera della gratificazione, del controllo inibitorio o di altro e di conseguenza si potrà definire se è opportuno integrare cure farmacologiche o no” indica il prof. Pallanti.
I trattamenti proposti dal Centro di Neuroscienze per la Salute in Zucchi Wellness Clinic
“Il Centro di Neuroscienze per la Salute propone un trattamento integrato al centro del quale vi è la Stimolazione Magnetica Transcranica (TMS).
I primi passi riguardano l’attuazione di un programma che prevede innanzitutto il coinvolgimento dei familiari del paziente e anche il trattamento di eventuali problematiche legate all’alimentazione, di tipo metabolico e infiammatorio.
Dopodiché si procede con l’inizio del ciclo di sedute con la TMS, con l’obiettivo di ridurre la bramosia del gioco, di aumentare il controllo e migliorare le capacità di calcolo economico e di razionalizzazione. L’obiettivo è quello di resistere all’impulso del gioco e di recuperare la relazione con sé stesso e con gli altri” conclude l’esperto.