Gambe gonfie in estate: l’insufficienza venosa degli arti inferiori e caldo
PUBBLICATO IL 29 GIUGNO 2023
L’insufficienza venosa degli arti inferiori è una patologia cronica causata dalla difficoltà del sangue nel ritornare dalle vene periferiche delle gambe al cuore. Il periodo estivo e il caldo vanno ad acuire i sintomi di questa condizione, le gambe diventano infatti più affaticate, doloranti e gonfie.
Più del 30% delle donne in Italia soffre di questa patologia, nonostante oggi si assista ad un aumento di casi negli uomini. Questa incidenza può andare però a peggiorare, poiché strettamente legata ad abitudini alimentari scorrette e stili di vita sedentari, tipici dei contesti Occidentali.
A parlare della sua insorgenza e della stagionalità, il dottor Matteo Lino Ravini, chirurgo vascolare dell’Unità Operativa di Chirurgia Vascolare dell’IRCCS Ospedale Galeazzi - Sant’Ambrogio e presso Palazzo della Salute – Wellness Clinic.
Cos’è l’insufficienza venosa: i fattori che la determinano
L’insufficienza venosa degli arti inferiori è una condizione di malfunzionamento del ritorno del sangue venoso degli arti inferiori.Spesso legata alla familiarità, interessa individui di qualsiasi età, con incidenza maggiore in proporzione agli anni, e nelle donne.
“Questa principale incidenza al femminile è legata a problematiche di tipo ormonale – spiega il dottor Ravini –, ma soprattutto alla fase della gravidanza in quanto si assiste ad un'ulteriore difficoltà del sangue a raggiungere il cuore per una progressiva compressione delle vene addominali ed uno sforzo maggiore delle vene degli arti inferiori”.
Non si può parlare di predisposizione genetica vera e propria legata a questa condizione, però, ci sono dei fattori che possono velocizzare la sua comparsa. I principali fattori di rischio, strettamente legati all’impossibilità o alla difficoltà di deambulazione e abitudini scorrette, sono:
“Camminando si attivano i muscoli del polpaccio, che comprimendo le vene in sede garantiscono il ritorno del sangue verso il cuore. Problemi di deambulazione, stili di vita non sani e condizioni lavorative in ortostatismo possono determinare una difficoltà del ritorno venoso perché non viene attivata correttamente la pompa muscolare” spiega il chirurgo vascolare.
Il caldo, nemico dell’insufficienza venosa
Durante il periodo caldo il corpo umano subisce una vasodilatazione di tutto il circolo venoso. Le vene delle gambe, già affette dall’insufficienza venosa, hanno quindi maggiore sofferenza data dall’ulteriore ingrossamento.
I sintomi tipici della patologia durante la stagione estiva peggiorano, sfavoriti dal ristagno di liquidi che il drenaggio più lento causa. L’umidità, le temperature alte e la più marcata sedentarietà aumentano il disagio.
“I mesi caldi, da aprile a ottobre, sono i nemici della patologia venosa agli arti inferiori. Le gambe diventano particolarmente gonfie e spesso doloranti. È questo il periodo dell’anno in cui occorre fare più attenzione a questo disturbo - spiega il medico –. Le vene già compromesse, infatti, possono trovare peggioramenti rapidi per via del caldo.
È in questo periodo dell’anno che consiglio una visita specialistica se insorgono problemi agli arti inferiori”.
Gli esami da fare
“Il mio consiglio è quello di fare un controllo angiologico non appena sorgono i primi disturbi. Una visita specialistica associata ad un ecocolordoppler venoso degli arti inferiori è il primo passo per la definizione della patologia”.
L’ecodoppler venoso degli arti inferiori è un esame ecografico non invasivo, di breve durata ed eseguito in ortostatismo, e studia la funzionalità del circolo profondo e del sistema venoso superficiale. “Attraverso questa procedura è possibile studiare la funzionalità delle valvole di non ritorno all’interno delle vene. Sono infatti queste che permettono al sangue di andare dai piedi verso il cuore e di non cadere verso il basso, un loro scorretto funzionamento può dare origine alla malattia venosa” spiega il chirurgo vascolare.
In base ai risultati di questa prestazione ecografica vengono valutate poi dallo specialista in chirurgia vascolare le successive indicazioni e i trattamenti più adatti al caso specifico.
Il trattamento
“L’indicazione principale dopo la valutazione della presenza di una insufficienza venosa agli arti inferiori resta sempre l’utilizzo della calza elastica preventiva, corrispondente a 140 denari (o superiore in base alla gravità della malattia). Una compagna fastidiosa soprattutto con il caldo e tacciata per essere antiestetica, ma che si rivela ideale perché, comprimendo il polpaccio, riduce il gonfiore delle gambe, garantendo un ripristino del ritorno venoso” afferma il dottor Ravini.
La chirurgia per le vene varicose
La patologia, quando in stadi più avanzati, può presentare vene dilatate in corrispondenza delle gambe, le famose vene varicose, o varici. “La vena si dilata e perde di elasticità; il sangue al suo interno, non più spinto verso il cuore, ristagna formando le famose vene varicose. La chirurgia è la risorsa principale per trattare la patologia varicosa” chiarisce il chirurgo vascolare.
Nel caso in cui la disfunzione venosa interessi la safena o i suoi collaterali, la tecnica chirurgica più appropriata è la varicectomia (o stripping per la safena): questa procedura, attraverso delle microincisioni locali, permette di sfilare le vene interessate dalla dilatazione eliminandole e bloccandone il corso.
“La malattia varicosa può ripresentarsi, per questo anche dopo l’intervento chirurgico la calza elastica è sempre consigliata. La più appropriata è una di I classe, superiore ai 140 denari” conferma il medico.
Esistono poi trattamenti mininvasivi, quando il caso permette la loro applicazione, come:
- la laser terapia;
- la radiofrequenza;
- la obliterazione meccanica chimica.
I rimedi che danno sollievo
Sono sufficienti pochi accorgimenti per dare sollievo alle gambe durante il periodo estivo. Suggerisce il dottor Ravini: “Ai miei pazienti consiglio:
- docce fredde alle gambe: il freddo agevola la vasocostrizione delle vene degli arti inferiori;
- indossare la calza elastica;
- utilizzare, sempre sotto prescrizione medica, dei flebotonici, farmaci specifici che vanno a ridurre l’infiammazione locale, drenare i liquidi e potenziare la parete della vena”.