Vene varicose negli sport ad alto impatto: perché vengono

PUBBLICATO IL 03 APRILE 2023

A tutti sarà capitato di notare, soprattutto nelle gambe di alcuni sportivi, la presenza di vene più pronunciate di altre, tortuose e dalla colorazione più intensa, molto in contrasto con il chiaro della pelle. Si tratta di varici, o vene varicose, ossia dilatazioni delle vene superficiali di carattere patologico che si localizzano principalmente negli arti inferiori (cosce e gambe).

Non si sviluppano però in tutte le categorie di sportivi, bensì più frequentemente in coloro che praticano sport ad alto impatto in cui si esercita una forza maggiore come, ad esempio, il body building. Seppur di regola poco sintomatiche, il fastidio maggiore è dato dall’estetica, motivo che spinge poi a rivolgersi allo specialista in chirurgia vascolare.

Il dottor Giulio Mercandalli, responsabile dell’Unità Operativa di Chirurgia Vascolare all’IRCCS Ospedale Galeazzi - Sant’Ambrogio, spiega come riconoscerle, come diagnosticarle e come trattarle nella maniera più efficace.

 

Le cause delle vene varicose negli sport

“Chiunque pratichi sport a elevata intensità incorre in una dilatazione fisiologica delle vene che coinvolge tutto il sistema nervoso superficiale - spiega il dott. Mercandalli -. 

Queste dilatazioni rettilinee sottocutanee delle vene sono dovute al fatto che la massa muscolare che si contrae spreme il sistema venoso profondo, deviando il sangue sul sistema venoso superficiale e dilatando le vene che, con il tempo, si ipertrofizzano. Questo ha come conseguenza l’aumento della vascolarizzazione cutanea e sottocutanea e una maggiore visibilità, favorita anche dal fatto che chi fa sport, mediamente, ha meno massa grassa e quindi le vene si notano di più.

Le cause delle vene varicose in generale

Da un punto di vista patologico, le vene varicose derivano da un problema di elasticità della parete della vena e di malfunzionamento di alcune valvole che determinano un’ipertensione costante non fisiologica. Ovviamente, esistono atteggiamenti o abitudini che possono peggiorare la condizione come, ad esempio, alcuni fattori di rischio quali il sovrappeso, la vita sedentaria e lo stare troppo in piedi perché, un po’ a causa della forza di gravità, un po’ a causa dell’ipertensione intraddominale, si determina nelle persone con peso eccessivo una concentrazione di sangue maggiore negli arti inferiori”.

 

Gli sport che favoriscono le vene varicose 

Va sottolineato che non è lo sport di per sé a causare la comparsa delle varici, semplicemente alcuni tipi di sport possono accelerarne la comparsa, o accentuarle in soggetti già predisposti. In particolare, si sviluppano in coloro che sollecitano molto la muscolatura, cioè negli sport più traumatici come, ad esempio, il body building, oppure negli sport in cui si effettua la cosiddetta manovra di valsalva che consiste nello spingere con la glottide chiusa, andando di pancia, senza buttare fuori l’aria.

Gli sport che sono più a rischio di favorire la patologia venosa e di accelerarne l’evoluzione sono:

  • body building;
  • sollevamento pesi (powerlifting); 
  • crossfit

In generale, tutti quegli sport che richiedono un elevato impegno della muscolatura con ipertrofia muscolare marcata (es. ciclismo, calcio).

 

Gli sport da fare se si hanno vene varicose

Gli sport che, al contrario, sono ‘innocui’ comprendono tutte quelle discipline non aggressive, che non comportano un importante impatto muscolare e sono, ad esempio: 

Attenzione alla respirazione

“Come detto - continua l’esperto -, una delle possibili cause delle vene varicose nello sport è l’errata respirazione (manovra di valsalva); generalmente, quando si praticano sport che sollecitano molto la muscolatura, quasi nessuno mette in atto la manovra corretta. È fondamentale quindi che le indicazioni per una corretta respirazione vengano fornite dall’istruttore, dall'allenatore o dal personal trainer.

Infatti, gli sportivi che praticano, ad esempio, il powerlifting anche a livello agonistico, emettono particolari rumori di sfiato (tipo sibili) che sono quelli corretti per non portare a ipertensione eccessiva il sistema venoso e i polmoni, favorendo la comparsa delle varici”.

 

Come si diagnosticano le varici

Sicuramente, la diagnosi comincia già dall’esame clinico con lo specialista in chirurgia vascolare. Tendenzialmente, le persone decidono di rivolgersi allo specialista non tanto perché avvertono determinati sintomi (es. pesantezza delle gambe la sera, gonfiore), ma più che altro per l’impatto estetico di queste vene molto visibili.

Oltre alla visita specialistica, un ulteriore approfondimento è possibile effettuarlo con l’ecocolordoppler, esame strumentale fondamentale per comprendere la presenza di un problema clinicamente evidente, insieme alla causa e all’origine.

 

I trattamenti delle vene varicose

“Una volta stabilite le cause, che generalmente sono riconducibili al malfunzionamento delle valvole all'interno delle vene safene o alla presenza di vene comunicanti refluenti, si può procedere con la scelta del trattamento corretto per ciascun singolo caso - prosegue lo specialista -. 

Questo può essere di tipo chirurgico tradizionale oppure avvalersi del laser o della radiofrequenza e altri ancora. Nel corso dell’intervento chirurgico, la vena safena viene completamente sfilata, mentre nei trattamenti termoablativi questa viene bruciata. 

Esistono infine trattamenti di tipo sclerosante, che consistono nell’iniezione di un liquido portato a mousse (emulsione) all’interno delle vene per bruciarle, e il trattamento ‘meccanico’ attraverso un'apparecchiatura (fibra rotante) che determina irritazione meccanica della parete venosa iniettando contestualmente un collante per ottenere la chiusura della stessa.
La scleroterapia ‘semplice’ viene, invece, generalmente utilizzata per il trattamento di vene di piccole dimensioni e delle teleangectasie reticolari (capillari).

Altre indicazioni - prosegue Mercandalli - per le quali si ricorre all’intervento sono: 

  • flebiti ricorrenti, quindi la trombosi delle vene superficiali, perché il sangue, transitando all’interno di queste vene, è più propenso a coagulare e a formare un trombo;
  • ulcere venose, lesioni cutanee che compaiono in tempi molto lunghi e che hanno una spiccata tendenza alla recidiva. 

Non bisogna arrivare a questi stadi”.

 

La prevenzione delle vene varicose 

“Dal punto di vista della prevenzione, oltre a una respirazione corretta, un validissimo aiuto è dato anche dall’utilizzo di calze elastiche a compressione graduata che comprimono dall’esterno ed evitano la dilatazione delle vene, migliorando la perfusione muscolare - conclude Mercandalli -. 

È possibile inoltre rafforzare le pareti venose anche grazie all’ausilio di alcuni integratori come, ad esempio, quelli a base di mirtillo, flavonoidi, bromelina e foglie di vite rossa, e GaG (GlucosAminoGlicani), solo per citarne alcuni”.

Cura e Prevenzione