Vene varicose o gambe gonfie? Il rimedio può essere la TRAP
PUBBLICATO IL 14 DICEMBRE 2021
La TRAP o fleboterapia rigenerativa è un innovativo trattamento eseguito dalla Vein&Derma Clinic di Pavia per i problemi di insufficienza venosa. Parola al chirurgo vascolare.
Oggi è possibile curare la malattia varicosa con la TRAP (acronimo inglese per fleboterapia rigenerativa tridimensionale ambulatoriale), più comunemente conosciuta con il nome di fleboterapia. Ne parliamo con la dott.ssa Alessia Dossena, Responsabile Vein & Derma Clinic dell’Istituto di Cura Città di Pavia.
Cos’è la TRAP e cosa cura
La TRAP è una terapia ambulatoriale ancora poco conosciuta ma molto efficace, che è in grado di ripristinare il calibro dei vasi venosi superficiali degli arti.
È indicata per la cura di:
- capillari dilatati;
- venule o vene varicose evidenti sulle gambe, braccia o mani, ma può essere effettuata anche in altri distretti corporei come l’addome o il torace;
- inestetismi legati alla dilatazione delle vene;
- l’ipertensione venosa (migliorando sensibilmente anche gonfiore e pesantezza, qualora presenti);
- Ulcere da stasi, dermo-ipodermiti, eczema da stasi;
- Emorroidi;
- Varici vulvo-pudende.
La malattia varicosa
“La malattia varicosa – spiega la specialista - è molto diffusa nella popolazione e colpisce più frequentemente le donne. Si tratta di una patologia genetica, caratterizzata da una debolezza strutturale della parete venosa la quale, nel corso del tempo e sotto lo stimolo di alcuni fattori, si dilata e si allunga in modo irreversibile. Possono essere fattori scatenanti nei soggetti che sono predisposti allo sviluppo di questa patologia:
- le gravidanze;
- l’aumento di peso;
- lo stile di vita sedentario;
- la menopausa.
Possono esserne colpiti vene, capillari, venule, vasi venosi di calibro più piccolo e si possono quindi avere quadri clinici differenti da persona a persona”.
I sintomi
“Oltre al disturbo estetico, che può condizionare la vita sociale, la malattia varicosa – precisa la dottoressa - può accompagnarsi a sintomi quali la sensazione di pesantezza agli arti inferiori dopo una giornata passata in piedi o seduti e il gonfiore alle gambe, in particolare a piedi e alle caviglie, specialmente nella stagione calda. Talvolta, possono manifestarsi crampi notturni al polpaccio.
Quando trascurata, la malattia varicosa può complicarsi con flebiti, trombosi – ossia la formazione di coaguli nelle vene che ne occludono il lume - dermo-ipodermiti, eczema da stasi e ulcere perimalleolari, solo per citarne alcune”.
In cosa consiste il trattamento
“Il trattamento – spiega la specialista - è mininvasivo, viene effettuato in ambulatorio, senza ricovero ed ha una sua stagionalità: va effettuato nei mesi freddi, da metà ottobre a fine aprile.
In genere sono sufficienti 6-8 sedute (tre-quattro per ogni arto) di circa 30 minuti l’una, a cadenza settimanale, nelle quali il medico, tramite micro-aghi, inietta direttamente nei vasi venosi superficiali il farmaco rigenerante. La sostanza iniettata riporta il vaso al suo calibro originale, rendendo da subito evidente la scomparsa delle caratteristiche e inestetiche vene scure e gonfie, riducendo la pesantezza e prevenendo il gonfiore e l’infiammazione.
Questa procedura viene eseguita grazie ausilio del transilluminatore, uno strumento in grado di evidenziare meglio i vasi venosi. Terminata la seduta, il paziente potrà riprendere la sua attività quotidiana, sport incluso. Unica raccomandazione è che al termine delle iniezioni, vengano indossate calze elastiche contenitive di tipo medicale (non le calze preventive)”.
Quando ricorrere al trattamento
“Essendo un trattamento poco invasivo, può essere un’alternativa alla chirurgia nel trattamento delle vene varicose:
- negli stadi precoci;
- nei pazienti anziani o affetti da altre patologie che controindicano l’atto chirurgico;
- per chi rifiuta la chirurgia.
Nei casi in cui sia indicato il trattamento chirurgico delle safene e delle varici, la fleboterapia può rappresentare un efficace completamento per la cura dei capillari e delle venule dilatate che, se presenti, permangono anche dopo la chirurgia”, spiega ancora il medico.
È solo il chirurgo vascolare, che in seguito ad un’accurata visita specialistica, darà indicazione di poter effettuare questo trattamento.
Imprescindibile, lo studio della circolazione con l’Ecocolordoppler, una ecografia particolarmente sofisticata a cui si aggiunge un software specifico per lo studio del flusso sanguigno. Con questo esame è possibile stabilire la funzionalità del circolo profondo e superficiale, misurare l’entità del flusso e dell’eventuale reflusso, misurare il calibro delle vene e valutare l’evoluzione della patologia nel tempo.
Lo specialista, una volta studiato il caso, proporrà al paziente la strategia terapeutica più idonea. Non tutti i pazienti trovano nella fleboterapia la cura più adatta. In casi di patologia molto avanzata e di vene molto dilatate, infatti, è consigliabile optare per altre soluzioni terapeutiche.
I Punti di forza
In punti di forza della TRAP sono:
- Rapidità del trattamento;
- Ripresa immediata della normale attività quotidiana;
- Minimi effetti collaterali (ecchimosi);
- Pochissime controindicazioni assolute (allergia al farmaco, immobilità forzata);
- Risultati visibili da subito e persistenti nel tempo;
- Trattamento mininvasivo con nessuna cicatrice.
I vantaggi della TRAP rispetto ad altre tecniche
“La fleboterapia – continua la dott.ssa Dossena - si differenzia profondamente dalle altre tecniche proprio per il suo meccanismo di azione. Infatti:
- La chirurgia ‘asporta’, toglie cioè le vene malate. Questo spesso impatta la funzionalità delle vene residue e altera l’emodinamica venosa. A seguito di ciò, possono comparire nuove varici o nuove teleangectasie (es. vene dilatate, vene varicose…) anche in fase precoce.
- La scleroterapia ‘chiude’ i vasi venosi con buoni risultati immediati ma con la possibile ricomparsa di vasi dilatati nella stessa zona. Può anche essere complicata da iperpigmentazioni cutanee dalla lenta scomparsa;
- Il laser transcutaneo ‘brucia’, quindi presenta gli stessi limiti della scleroterapia. Inoltre il calore può causare, come effetto del danno termico, la comparsa di “matting”, cioè macchie vascolari poi molto difficili, se non impossibili, da rimuovere. Possono comparire anche ipopigmentazioni o iperpigmentazioni cutanee irreversibili.
La fleboterapia (TRAP), invece è una terapia conservativa. Mantiene infatti intatto il patrimonio venoso e lo cura ripristinandone il calibro e di conseguenza la funzionalità.
Questo si traduce per il paziente in un triplice vantaggio:
- Miglioramento dell’aspetto estetico;
- Correzione della ipertensione venosa che si traduce in un miglioramento dei sintomi (pesantezza, gonfiore, crampi notturni) e in una efficace prevenzione delle complicanze della malattia varicosa (flebiti, trombosi, ulcere da stasi, eczemi, etc);
- Arresto della progressione della malattia che permette di evitare l’aggravamento della malattia e l’insorgenza delle temibili complicanze legate alla stessa.
A tutto ciò – precisa la specialista - aggiungiamo il vantaggio che le complicanze come il matting o le iperpigmentazioni non compaiono praticamente mai”.
L’importanza della prevenzione della malattia varicosa
È importante spiegare al paziente che la malattia varicosa è una patologia benigna, non grave, ma cronica. Ciò significa che con le tecniche attualmente a nostra disposizione, possiamo curarla in maniera efficace, possiamo arrestarne la progressione, possiamo minimizzarne gli inestetismi e prevenirne le complicanze, ma non siamo in grado di guarirla in modo definitivo.
Se ci prendiamo cura della malattia varicosa dagli stadi più precoci e la curiamo nel tempo con sedute di fleboterapia, possiamo assicurare al paziente una qualità di vita eccellente, sia in termini estetici, che in termini di funzionalità della circolazione venosa.
La parola cardine – conclude la dottoressa - rimane ‘prevenzione’, sia in termine di stile di vita, sia in termine di cure adeguate, costanti e tempestive. Non trascuriamola, non trascuriamoci”.