Cuore e stress: nemico o stimolo? Come riconoscerne i segnali

PUBBLICATO IL 29 SETTEMBRE 2021

Anche il cuore si stressa. L'esperto spiega quali sono i segnali da non sottovalutare e come difenderlo dallo stress

Dal suo inizio l’uomo convive con lo stress, che è sempre stato un elemento imprescindibile nella nostra evoluzione, essendo l’artefice dei meccanismi di adattamento e convivenza alle cose che succedono e cambiano. Ciò che si è modificato nel corso dei secoli, è la tipologia dello stimolo stressante: per rendere meglio l’idea, si è passati dalla reale ‘bestia feroce’ pronta a sbranarci dell’antichità, all’altrettanto insidiosa ‘ansia da prestazione’, nemico invisibile dei giorni nostri.   

Lo stress colpisce il nostro organismo in diversi modi e in diverse zone… anche il cuore si stressa, anche se suona strano. Ma quali sono i fattori che contribuiscono al suo malessere e al suo stato d’ansia? Ce ne parla il dottor Massimo Medda, cardiologo interventista presso l’Unità operativa di Cardiologia dell’Istituto Clinico Sant’Ambrogio diretta dal dott. Maurizio Tespili.

 

Cos’è lo stress

“Lo stress non è una malattia - esordisce il dott. Medda -. In termini medici si intende come stress una risposta aspecifica che l’organismo ha nei confronti di uno stimolo, di qualsiasi natura, che viene in qualche maniera ritenuto eccessivo.  

Ne consegue quindi che, oltre allo stimolo stressante, definito stressor, che può esser di natura traumatica, termica, tossica o microbica ed emotiva, c’è anche un altro importante fattore cioè l’interpretazione ed elaborazione dello stimolo da parte dell’organismo, che varia da persona a persona, determinando delle risposte molto variabili (sindrome generale di adattamento). 

Se lo stimolo persiste nel tempo, può determinare un esaurimento della capacità di adattamento che predispone o determina la malattia”.     

 

L’eustress

“Lo stress non è sempre da intendere come negativo - continua l’esperto -. Esiste, infatti, una situazione definita come Eustress, in cui il nostro adattamento allo stimolo stressante, in genere non di tipo eccessivo e non protratto nel tempo, può essere d’aiuto nel gestire al meglio la quotidianità e addirittura, in casi particolari, può permettere di ottenere delle performance al di sopra delle aspettative, difficilmente ottenibili in condizioni normali”. 

Alcuni esempi? I record ottenuti in occasioni di Olimpiadi o risultati ottenuti in situazioni eccezionali di pericolo, in cui l’uomo supera le proprie potenzialità grazie alla sua capacità di interpretare ed elaborare gli importanti stimoli in senso positivo, controbilanciando e dominando le negatività (paura, istinto di fuga, tremori, palpitazioni, ipertensione, …).     

 

Stress e malattie

Il ruolo dello stress nel determinare o favorire l’insorgenza di malattie anche gravi è noto da secoli e in alcuni organi esiste un chiaro meccanismo tra stimolo stressante, acuto e cronico, e patologie.  

Ulcera da stress, colonpatia funzionale, psoriasi, depressione, cefalea, immunodepressione, giusto per citare alcuni esempi molto comuni.

 

Malattie cardiache (e non solo) da stress

“Il sistema neuroendocrino gioca un ruolo chiave in questo senso inducendo un aumento della produzione di sostanze, quali le catecolamine e cortisolo, che portano in sintesi a incremento della pressione arteriosa e della frequenza cardiaca e favoriscono gli spasmi dei vasi arteriosi - continua -. 

Vengono, inoltre, attivati i mediatori generici dell’infiammazione che portano a:

  •  un incremento della coagulazione del sangue, possibile responsabile di fenomeni trombotici;
  •  una insulino-resistenza che può evolvere in vero e proprio diabete”.

 

Il cardiopalmo

“Il sintomo cardiaco più comune legato alle situazioni stressanti sia acute che croniche - approfondisce il dottore - è rappresentato dal cardiopalmo, espressione spesso di aritmie semplici e benigne quali le fastidiose extrasistoli (battiti anticipati) fino ad aritmie più complesse quali le tachicardie e la fibrillazione atriale

Alcune di queste aritmie in realtà sono solo svelate dagli stressor eccessivi, perché riconoscono alla loro base un substrato organico aritmogeno su cui lo stimolo fa da grilletto”. 

Cefalee di nuova comparsa epistassi e ronzi auricolari possono invece indicare la presenza di ipertensione arteriosa, soprattutto incremento della diastolica per aumento delle resistenze periferiche.

 

La Sindrome di Tako Tsubo

“Alcuni importanti eventi stressanti acuti sono capaci di indurre delle risposte eccessive dell’organismo attraverso meccanismi di elaborazione e amplificazione dello stimolo di tipo individuale potendo arrivare fino a una forma particolare di infarto miocardico acuto, descritta per la prima volta dai Giapponesi e denominata sindrome di Tako Tsubo (per la particolare forma ad anfora assunta dal cuore in questo frangente). In questi casi il cuore subisce un grave danno contrattile, in genere di tipo reversibile, pur in assenza di ostruzioni organiche (placche aterosclerotiche) della coronarie”, afferma lo specialista.   

 

I danni indiretti dello stress

“Da non trascurare che gli stimoli stressanti, in particolare quelli protratti nel tempo, oltre a indurre un danno organico e psichico diretto, sono anche causa di tutta una serie di danni indiretti causati dalle cosiddette risposte comportamentali ‘trascinate’, come abitudine al fumo, alimentazione eccessiva e sregolata, sedentarietà, insonnia e altre ancora”, mette in guardia Medda.

 

Come difenderci dagli eventi stressanti

La modernità ha trasformato gli stimoli stressanti in una forma diversa rispetto al passato, ma non per questo meno aggressiva e insidiosa. 

“La nostra umanità ci obbliga, in ogni caso, a dover affrontare le situazioni al meglio delle nostre possibilità e a guardare avanti - conclude Medda -. Non ha senso cercare una cura per lo stress, si tratta soltanto di trovare la maniera di gestirlo al meglio.  

Ecco alcuni consigli:

  • stimolare la propria mente ad avere un atteggiamento più positivo nei confronti degli stressor e in generale dei cambiamenti, cercando di trovare un equilibrio tra elemento stressante negativo e capacità di adattamento positiva sviluppando delle abilità che poi renderanno routine lo stimolo inizialmente stressante;
  • riappropriarsi della gestione del nostro tempo ritagliando dei momenti per la cura della propria persona e dei nostri interessi;
  • curare l’alimentazione e il rapporto con il proprio corpo;
  • attività fisica regolare non endurance;
  • richiedere aiuto medico senza alcun timore (supporto psicologico e alcuni farmaci sono chiaramente di grande aiuto in casi selezionati)”.

Hans Selye, studioso del ‘900 dello stress inteso in senso medico, sosteneva 

“Non è lo stress che ci uccide ma la nostra reazione a esso”. 

A voi le dovute riflessioni!

Cura e Prevenzione