Lesione al menisco: sintomi, cura e tempi di recupero

PUBBLICATO IL 23 MARZO 2022

La lesione al menisco è una delle lesioni più frequenti che si verificano nel ginocchio, soprattutto nello sportivo. 

Il menisco è una struttura fibro-cartilaginea che ritroviamo all’interno del ginocchio e anche nell’articolazione acromion-clavicolare. La sua principale funzione è quella di assorbire gli urti e di intervenire nei movimenti di rotolamento e scivolamento dell’articolazione, facilitando il movimento tra il condilo-femorale e il piatto tibiale. Nel ginocchio ne troviamo due: il menisco mediale e il menisco laterale. 

Cosa succede quando il menisco si lesiona? È necessario ricorrere sempre alla chirurgia o si può trattare anche in maniera conservativa? Ce ne parla il dottor Roberto Pozzoni, responsabile del Centro di Traumatologia Sportiva (CTS) all’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi.

 

Perché si lesiona il menisco

Fungendo da ammortizzatore, il menisco cerca di ridurre quelli che sono i carichi longitudinali e trasversali sulle articolazioni, proteggendo la cartilagine. 

“Quando il menisco va incontro a lesione è solitamente perché viene interessato da un evento traumatico - spiega il dottor Pozzoni -. I principali traumi sono rappresentati da rotazioni e iperflessioni o iperestensioni del ginocchio. A questo proposito, il menisco mediale si lesiona molto più facilmente del menisco laterale e questo in virtù del fatto che il menisco mediale è meno mobile del menisco laterale e quindi ‘sfugge’ meno all’evento traumatico, lesionandosi più facilmente. 

Oltre all’evento traumatico, vi sono anche altre situazioni di lesioni meniscali che dipendono da un quadro degenerativo: con il tempo, infatti, il nostro menisco può andare incontro a un’usura, perdendo parte della sua malleabilità e duttilità, diventando una struttura rigida, che conferisce sintomatologia dolorosa”.

 

I sintomi

La sintomatologia delle lesioni meniscali è solitamente caratterizzata da un dolore elettivo che si manifesta durante la deambulazione (quindi durante il carico) e che viene aggravato dai gradi estremi di articolarità, quindi nell’iperestensione e nell’iperflessione. Il paziente riferisce sempre un dolore in un punto preciso che corrisponde solitamente alla sede della lesione meniscale anche se, in alcuni casi, può essere più esteso.

“Esistono infatti alcune particolari lesioni meniscali estremamente pericolose (es. lesioni a flap e lesioni a manico di secchio) che possono dare origine a quello che viene definito come blocco articolare acuto: questo si verifica quando un frammento di menisco si sposta all’interno del ginocchio e interrompe quindi la normale articolarità tra i condili femorali e il piatto tibiale - sottolinea lo specialista -. Questa è una situazione estremamente grave e pericolosa, che necessita di un approccio chirurgico immediato, proprio perché i pazienti si trovano nell’impossibilità di articolare e di muovere correttamente il ginocchio”. 

Nel caso diuna lesione meniscale dovuta a una degenerazione della cartilagine, i sintomi possono essere molto simili a quelli di una lesione dovuta a un trauma, ed è per questo che bisogna cercare di valutare la causa che ha portato all’insorgenza del dolore attraverso un’accurata indagine anamnestica.

“Quindi la sintomatologia meniscale non è solo data dalla lesione meniscale ma anche da una possibile meniscosi, cioè da un processo infiammatorio o degenerativo del menisco - continua l’ortopedico -. Esistono soggetti che sono più predisposti alla lesione meniscale e sono quelli che presentano importanti deviazioni assiali degli arti. Immaginiamo, ad esempio, un ginocchio varo o un ginocchio valgo, cioè un ginocchio che distribuisce carichi corporei maggiormente su un lato del ginocchio: i carichi di forza saranno maggiori sulla parte mediale e sulla parte laterale, portando a un maggior stress, possibile causa di degenerazione e successiva lesione meniscale”. 

 

Come si diagnostica una lesione al menisco

La diagnosi di una lesione meniscale è clinica, attraverso test specifici che consentono di capire se effettivamente è coinvolto o meno il menisco, e strumentale, utilizzando preferibilmente la Risonanza Magnetica

È importante che quest’ultima sia ad alto campo, da almeno 1.5 tesla, come quella presente all’IRCCS Galeazzi. Se a basso campo, la RM potrebbe non evidenziare alcuni tipi di lesione meniscale, soprattutto se interessano le porzioni più prossime alla capsula articolare.

 

Le cure

È possibile convivere con un menisco rotto? “La risposta è sì - afferma lo specialista -. A oggi, si può dire che l’approccio chirurgico a una lesione meniscale è molto più ponderato. Una volta, a fronte di un dolore al ginocchio, si tendeva subito a operare il menisco. L’asportazione del menisco, parziale o totale, potrebbe essere causa dell’insorgenza di un quadro degenerativo artrosico o di una condropatia, o comunque di una sofferenza condrale importante che negli anni può portare anche a un’artrosi vera e propria e quindi alla necessità di un intervento più impegnativo come una protesi monocompartimentale o totale. 

Al giorno d’oggi, quindi, l’approccio al menisco è dettato da 2 importantissimi fattori: 

  • il tipo di lesione;
  • la localizzazione anatomica della lesione.

La particolarità del menisco è il fatto di essere struttura in parte vascolarizzata, cioè raggiunta dal sangue. Importanti studi scientifici hanno dimostrato che la parte che è aderente alla capsula articolare riceve un’ingente quantità di sangue mentre la parte libera in articolazione non riceve nulla, questo per sottolineare che alcune lesioni,a seconda che siano localizzate nella parte vascolarizzata o non vascolarizzata,devono essere trattate in maniera differente”. 

Se la lesione si colloca nella parte vascolarizzata è possibile sperare in una guarigione spontanea, mentre se si colloca in una zona avascolarizzata sarà necessario valutare un approccio chirurgico di asportazione parziale.

La meniscectomia 

“Nel caso in cui si opti per il trattamento chirurgico, l’artroscopia è la tecnica più indicata e consiste nella realizzazione di due piccoli buchi sul derma che consentono al chirurgo di entrare in articolazione con una sonda ottica, di valutare la gravità della lesione e di decidere se procedere o meno con una meniscectomia - prosegue il medico -. Quest’ultima deve essere il più possibile selettiva, cioè bisogna cercare di asportare solamente la parte del menisco interessata dalla lesione preservando la rimanente parte dello stesso. Le meniscectomie totali sono estremamente rare e vengono effettuate in casi particolari, a differenza di quanto si faceva prima dell’avvento dell’artroscopia”. 

La sutura meniscale

“Per alcuni tipi di lesione, soprattutto se localizzate nell’area vascolarizzata del menisco, si può procedere con la sutura meniscale - continua l’esperto -. Con questa tecnica, il menisco non viene asportato, ma viene riparato. A tal proposito, esistono in commercio molti device che consentono appunto di effettuare suture selettive utilizzando particolari tecniche come, ad esempio, aghi da spinale, che consentono di far passare il filo fuori-dentro-dentro-fuori, e quindi di andare ad avvolgere la lesione meniscale e di riportarla in chiusura facilitandone la guarigione. Anche in questo caso, la scelta della sutura meniscale è strettamente vincolata e correlata al tipo di lesione e alla localizzazione anatomica. 

In caso di sutura, si consiglia di:

  • osservare il riposo evitando di flettere il ginocchio oltre i 90 gradi, quindi di raggiungere i gradi estremi di articolarità, perché sono quelli che trazionano e spingono sul menisco, impedendogli di cicatrizzare correttamente; 
  • per 60-70 giorni, quindi, evitare stress importanti al ginocchio, sia in flessione sia in estensione;
  • evitare rigorosamente movimenti torsionali e rotazionali;
  • evitare tutti gli sport che abbiano un cambio repentino di direzione, come basket, calcio, pallavolo o tennis.

È consigliato fare molto stretching, molto allungamento e molte posture in estensione, cercando di reclutare il muscolo quadricipite con contrazione isometrica ed eccentrica”.

Il trattamento riabilitativo

Da un punto di vista riabilitativo, nel caso in cui si proceda chirurgicamente, il trattamento è semplice e prevede il recupero della normale articolarità e del tono-trofismo muscolare. Solitamente, nell’arco di 1 mese, si ritorna alle proprie attività quotidiane senza dolore. 

h3: Il recupero dopo una sutura meniscale

Differente è il programma riabilitativo nel caso in cui si esegua una sutura meniscale, dove si rende necessario rispettare quelli che sono i tempi di guarigione biologica della sutura, seguendo alcune semplici indicazioni: 

  • utilizzo di stampelle;
  • non sottoporre il ginocchio a carichi eccessivi;
  • non sottoporre il ginocchio a stress eccessivi.

“Quando si esegue una sutura meniscale, i tempi di recupero si allungano notevolmente fino ad arrivare anche a 3-4 mesi dall’intervento; nel caso in cui si proceda a un approccio di tipo conservativo, è necessario avere molta pazienza, e rispettare rigorosamente le indicazioni dell’ortopedico, soprattutto nell’eseguire la fisioterapia - raccomanda lo specialista -.

Le recidive sono possibili e sono legate al fatto che a oggi, come detto, si tende a eseguire meniscectomie selettive, quindi la rimanente parte del menisco, che in quel momento è sana, potrebbe diventare patologica, in relazione a un nuovo evento traumatico. Nel caso in cui si proceda con una sutura meniscale, le possibilità di recidiva sono piuttosto elevate e possono raggiungere anche il 30-40%.

La sutura meniscale è vincolata alla stabilità articolare cioè all’integrità dei legamenti. È perciò controindicata in un ginocchio instabile, cioè in presenza di lesioni ai legamenti crociati anteriori, posteriori o collaterali. In questo contesto, le possibilità che un menisco venga sottoposto a forze di trazione longitudinali e trasversali aumentano notevolmente con una mal distribuzione delle forze sull’articolazione”.

 

Lesione del menisco e sport

Cosa succede se a lesionarsi fosse il menisco di uno sportivo? “Dipende se si tratta di uno sportivo di alto livello, quindi di un professionista - spiega l’esperto -. 

Una lesione meniscale può essere veramente difficile da trattare conservativamente in uno sportivo di alto livello perché i tempi di riabilitazione a cui si dovrebbe sottoporre andrebbero poi a inficiare sull’efficienza muscolare e sulla possibilità di ritornare in campo. Teoricamente e tecnicamente in questi soggetti, si procede quasi sempre chirurgicamente, per consentire loro un recupero più rapido. 

Negli sportivi di alto livello in età pediatrica e adolescenziale, è importante, quando possibile, eseguire una sutura meniscale - conclude Pozzoni -. Questo rallenterà il ritorno allo sport, consentendo di preservare i menischi e salvaguardando l’integrità anatomica del ginocchio. Privare un adolescente di un menisco, vorrebbe dire ‘condannarlo’ quasi sicuramente a un quadro degenerativo artrosico negli anni futuri”. 

Gli sport più a rischio di lesione al menisco

Gli sport maggiormente interessati da lesione meniscale, come detto, sono quelli in cui si verifica un movimento di rotazione e di cambio repentino di direzione. Molto più raramente possiamo riscontrare una lesione meniscale in un ciclista, piuttosto che in un nuotatore, questo perché il movimento è sicuramente più longitudinale, più assiale e il menisco risente meno del movimento di rotolamento, scivolamento e torsione, tipico del ginocchio. 

Cura e Prevenzione