Stipsi cronica: quando intervenire con la chirurgia mininvasiva

Stipsi cronica: quando intervenire con la chirurgia mininvasiva

PUBBLICATO IL 17 NOVEMBRE 2025

Stipsi cronica: quando intervenire con la chirurgia mininvasiva

PUBBLICATO IL 17 NOVEMBRE 2025

Consulta l'Unità di Proctologia e Pelviperineologia del Policlinico San Pietro

La stipsi cronica e le emorroidi rappresentano 2 delle patologie proctologiche più diffuse nella popolazione adulta. Spesso sottovalutate o trattate con rimedi temporanei, possono incidere in modo significativo sulla qualità della vita, generando fastidio, dolore e disagio quotidiano. 

Oggi, grazie a diagnosi sempre più precise e a tecniche chirurgiche mini-invasive, è possibile affrontare queste condizioni in modo mirato, sicuro ed efficace.

Ne parliamo con il dottor Sergio Agradi, responsabile dell’Unità Operativa di Proctologia e Pelviperineologia del Policlinico San Pietro, in provincia di Bergamo, centro di riferimento nella bergamasca per i disturbi del pavimento pelvico, dove le persone vengono accompagnate lungo tutto il percorso diagnostico e terapeutico da un’équipe multidisciplinare.

 

Cos’è la stipsi cronica 

La stipsi, o più comunemente stitichezza, è la difficoltà o l’impossibilità di evacuare in modo regolare e completo. Non si tratta di un disturbo occasionale, ma di una vera e propria alterazione della motilità intestinale o del meccanismo di evacuazione, che può diventare cronica (quando dura da almeno 3 mesi) e avere un impatto importante sul benessere generale.

“La stipsi cronica può essere legata a un rallentato transito intestinale o a un’alterazione della fase di evacuazione, spesso associata a un prolasso del retto o a un cedimento del pavimento pelvico”. 

H3 Perché la stipsi cronica può causare o aggravare le emorroidi

“In molti casi, proprio la difficoltà evacuativa e lo sforzo prolungato portano alla formazione o all’aggravamento delle emorroidi”, spiega il dottor Agradi. 

La stipsi cronica, quindi, rappresenta un fattore di rischio per le emorroidi e il loro peggioramento. Le emorroidi sono dilatazioni dei plessi venosi del retto e dell’ano, normalmente presenti, ma che, in condizioni di congestione o prolasso, possono dare origine a sanguinamento, dolore e fastidio durante la defecazione.

 

Cause e fattori di rischio di stipsi cronica 

Tra le cause più comuni di stipsi ed emorroidi ci sono:

  • dieta povera di fibre: rallenta il transito intestinale e rende le feci più dure e difficili da espellere;
  • scarsa idratazione: favorisce la formazione di feci dure più difficili da espellere;
  • sedentarietà e ridotta attività fisica: riducono la motilità intestinale e possono contribuire all’insorgenza del disturbo;
  • abitudini scorrette: come trattenere l’evacuazione;
  • gravidanza o parto: possono alterare la dinamica del pavimento pelvico;
  • età avanzata: può causare indebolimento dei muscoli, compresi quelli del pavimento pelvico;
  • stress e ansia: possono influenzare la motilità intestinale;
  • uso prolungato di lassativi o di farmaci: rallentano la funzionalità intestinale.

 

Come si manifesta la stipsi cronica 

Pur essendo condizioni strettamente legate, stitichezza ed emorroidi si manifestano con sintomi differenti.

I sintomi della stipsi cronica

La stipsi cronica può manifestarsi con:

  • difficoltà o sforzo eccessivo nell’evacuazione;
  • sensazione di svuotamento incompleto;
  • gonfiore addominale e dolori al basso ventre;
  • necessità di manovre digitali per favorire la defecazione.

I sintomi delle emorroidi

Le emorroidi, invece, si presentano con:

  • sanguinamento anale durante o dopo la defecazione;
  • dolore o bruciore;
  • prolasso dei cuscinetti emorroidari;
  • prurito o irritazione locale.

 

Gli esami per diagnosticare le cause della stipsi cronica

Comprendere le cause della stipsi è il primo passo per definire il trattamento più appropriato. Un percorso diagnostico completo, costituito da una visita specialistica con un proctologo e indagini mirate, permette di distinguere tra un problema funzionale e una condizione strutturale come il prolasso rettale interno. Tra gli esami più utili per la diagnosi ci sono:

Defecografia 

La defecografia è esame radiologico dinamico che consente di visualizzare il comportamento della parte finale dell’intestino, il cosiddetto retto, e dell’ano durante la defecazione. Permette di identificare prolassi interni, intussuscezioni o rettocele, ossia piccole erniazioni del retto verso la vagina nelle donne. È uno strumento essenziale oltre all’esame obiettivo per la valutazione preoperatoria.

Manometria rettale

La manometria anorettale misura la pressione e la funzionalità dello sfintere anale e dei muscoli del pavimento pelvico. Serve a individuare alterazioni della coordinazione muscolare o della sensibilità rettale, che possono essere alla base della stipsi ostruttiva.

Ecografia transanale o transrettale

Permette di valutare in modo non invasivo le strutture del canale anale, identificando eventuali danni muscolari o prolassi interni.

Colonscopia e rettoscopia

Colonscopia e rettoscopia sono esami endoscopici fondamentali per valutare direttamente la mucosa del colon e del retto. Consentono di escludere patologie organiche, come infiammazioni, polipi o lesioni neoplastiche, che possono manifestarsi con sintomi simili alla stipsi o al sanguinamento emorroidario. Sono inoltre utili per valutare lo stato delle emorroidi interne e guidare la pianificazione del trattamento più appropriato.

Grazie alla combinazione di questi esami è possibile delineare una mappa funzionale e anatomica precisa, indispensabile per scegliere la terapia più adatta alla singola persona.

 

Trattamento conservativo della stipsi cronica

Il trattamento della stipsi cronica dipende dall’origine del disturbo. In molti casi, i cambiamenti nello stile di vita possono offrire un miglioramento significativo. In particolare può essere utile: aumentare l’assunzione di fibre (frutta, verdura, cereali integrali), bere almeno 1,5–2 litri di acqua al giorno (per mantenere le feci morbide e a favorirne l’espulsione), praticare attività fisica regolare (per favorire la funzione intestinale, stimolando il movimento delle feci lungo l’intestino).

 

Se questi rimedi non danno i benefici sperati, è possibile ricorrere  a lassativi mirati, su indicazione e sotto controllo medico e riabilitazione del pavimento pelvico, utile nei casi di dissinergia muscolare.

 

H2 L’intervento mininvasivo per la stipsi cronica: quando si fa e come funziona

Se la causa della stipsi cronica è un prolasso rettale interno o una sindrome da ostruita defecazione, allora si interviene con la chirurgia mini-invasiva con tecnica STARR.

La STARR (Stapled Trans-Anal Rectal Resection) è una procedura mini-invasiva che consente di rimuovere il tratto di retto prolassato e ripristinare la normale anatomia e funzionalità del pavimento pelvico.

“L’intervento viene eseguito per via naturale attraverso l’ano, senza incisioni esterne, utilizzando uno strumento meccanico (stapler) che reseca e sutura il tratto di retto ridondante in un unico passaggio”, spiega il dottor Agradi.

H3 I benefici della tecnica STARR

  • procedura mini-invasiva, con tempi operatori brevi (circa 30/45 minuti);
  • ripristino immediato della funzionalità evacuativa;
  • dolore post-operatorio minimo e rapido recupero;
  • dimissione precoce, spesso in 24-48 ore;
  • miglioramento significativo della qualità di vita.

L’indicazione alla STARR è sempre personalizzata, in base ai risultati degli esami diagnostici e alla valutazione funzionale complessiva della persona.

 

Come si curano le emorroidi

Per la cura delle emorroidi, invece, a seconda del grado, oltre alle modifiche dello stile di vita che migliorando la stipsi cronica aiutano anche prevenire le emorroidi, le terapie possono comprendere creme o supposte locali (con anestetici, corticosteroidi per brevi periodi) e terapie ambulatoriali (legatura elastica, scleroterapia etc.).

 

L’esperienza del Policlinico San Pietro: il ruolo dell’infermiera case manager e  un percorso su misura

Presso il Policlinico San Pietro di Ponte San Pietro, il percorso diagnostico e terapeutico della persona con stipsi ed emorroidi è multidisciplinare. La persona è accompagnato da una infermiera case manager, figura di riferimento che coordina ogni fase: 

  • prima visita specialistica; 
  • programmazione degli esami; 
  • post-operatorio; 
  • follow-up. 

“La presenza di un professionista dedicato garantisce un’assistenza personalizzata, riduce l’ansia legata al percorso chirurgico e assicura una comunicazione costante tra persona e team medico - continua il dottor Agradi -. 

La stipsi e le emorroidi non devono essere considerate solo disturbi fastidiosi, ma condizioni mediche trattabili con approcci mirati. Grazie a una diagnosi accurata, alle tecniche chirurgiche moderne come la STARR e a un percorso di cura guidato e personalizzato, è oggi possibile restituire alla persona benessere, comfort e qualità di vita” conclude lo specialista.