Cos’è l’osteocondrosi giovanile, come si diagnostica e cura

Cos’è l’osteocondrosi giovanile, come si diagnostica e cura

PUBBLICATO IL 14 MAGGIO 2025

Cos’è l’osteocondrosi giovanile, come si diagnostica e cura

PUBBLICATO IL 14 MAGGIO 2025

Osteocondrosi è un termine che descrive un gruppo di malattie ortopediche che coinvolgono la crescita e lo sviluppo delle ossa durante l’età dell’accrescimento.

La dottoressa Eleonora Caboni, coordinatrice dell’ambulatorio di Ortopedia Pediatrica dell’Istituto Clinico San Siro e ortopedico presso l’Unità operativa di Ortopedia Pediatrica all’IRCCS Ospedale Galeazzi - Sant'Ambrogio, ci delinea gli aspetti principali di questa patologia e di come affrontarla.

 

Cos’è l’osteocondrosi giovanile 

Con il termine di osteocondrosi giovanile ci si riferisce a tutta una serie di patologie ortopediche molto comuni che colpiscono i bambini e i giovani a livello delle cartilagini di accrescimento delle ossa e le zone più colpite sono gli arti inferiori.

“L'osteocondrosi giovanile può creare alterazione nello sviluppo in alcune zone delle ossa, in cui sono presenti dei nuclei di accrescimento secondari – aggiunge la specialista –. È una patologia che comporta una infiammazione e una sofferenza acuta o cronica delle epifisi (le estremità delle ossa lunghe) o della apofisi (le parti sporgenti delle ossa), zone in forte crescita durante lo sviluppo dei ragazzi”.

Le articolazioni più colpite da osteocondrosi giovanile sono:

  • anca;
  • ginocchio;
  • piede; 
  • vertebre. 

 

Le tipologie di osteocondrosi giovanile

“In base al distretto anatomico colpito esistono diverse tipologie di osteocondrosi, ognuna delle quali prende il nome direttamente dagli specialisti che l’hanno descritta” spiega la dottoressa Caboni. 

Tra le più note si possono individuare:

  • il morbo di Osgood-Schlatter, il più comune, che colpisce l’apofisi tibiale anteriore, ovvero la parte anteriore della tibia, dove si inserisce il tendine rotuleo. È molto frequente tra i 10 e i 14 anni e colpisce soprattutto i ragazzi che praticano sport ad alto impatto, come calciatori, giocatori di basket e pallavolo;
  • la sindrome di Sinding-Larsen-Johansson che interessa l’apice della rotula;
  • il morbo di Sever che coinvolge l’apofisi posteriore del calcagno, in prossimità del tallone, ed è più comune nei bambini e nei ragazzi che praticano atletica.

“Esistono poi delle forme più severe che necessitano una maggiore tempestività di riscontro e capacità di diagnosi; sono quelle che colpiscono l’anca e le vertebre - afferma la specialista -. Tra queste troviamo, ad esempio: 

  • il morbo di Scheuermann, che interessa la colonna vertebrale e provoca deformità dorsali o lombari;
  • la malattia di Legg-Calvé-Perthes, che colpisce l’epifisi prossimale del femore causandone una progressiva deformità non reversibile, richiede quindi un intervento immediato per evitare esiti invalidanti”.

 

Le cause dell’osteocondrosi giovanile

Le cause di insorgenza dell’osteocondrosi giovanile non sono ancora conosciute esattamente, ma è ipotizzabile che questa possa derivare da una combinazione di fattori, tra cui:

  • una predisposizione genetica individuale; 
  • un sovraccarico meccanico della struttura ossea e cartilaginea colpita (soprattutto nelle apofisiti da trazione);
  • sofferenza vascolare temporanea.

“La cosa importante da sapere è che la maggioranza dei casi di osteocondrosi giovanile comporta una restitutio ad integrum, cioè una guarigione completa – specifica la specialista –. Raramente la patologia lascia la presenza di importanti deformità residue”.

 

I sintomi 

Il sintomo principale dell’osteocondrosi giovanile è il dolore, localizzato nella parte colpita, che provoca una limitazione nelle normali attività.

In aggiunta a questo, in base anche al distretto interessato, il bambino o il ragazzo può accusare sintomi come:

  • gonfiore locale;
  • rigidità articolare;
  • debolezza della parte colpita;
  • zoppia.

 

Come si diagnostica 

La diagnosi di osteocondrosi giovanile si basa principalmente su una valutazione clinica da parte di uno ortopedico, specialista in patologie pediatriche e dell’età dell’accrescimento.

“La visita ortopedica consiste nella raccolta della storia clinica del bambino o dell’adolescente e nella valutazione dei sintomi che vengono riferiti. 

È fondamentale, in questa fase, riuscire a eseguire una corretta diagnosi differenziale. Questo lo possiamo fare solo verificando che il dolore sia localizzato all’area che ipotizziamo possa avere un’osteocondrosi e che si manifesti in circostanze specifiche come, ad esempio, durante uno sforzo continuo o durante un’attività particolare”, spiega la dottoressa Caboni.

Un ulteriore passaggio, a completamento della diagnosi clinica e che permette di valutare il grado di coinvolgimento delle strutture, consiste nell’esecuzione di una radiografia della zona in cui si sospetta l’osteocondrosi. 

“L’esame radiografico è utile per identificare eventuali alterazioni ossee o cartilaginee significative che potrebbero richiedere o una sospensione dell'attività fisica o, nei rari casi più gravi e complessi, un approccio chirurgico”, spiega l’ortopedico.

 

Come si cura l’osteocondrosi giovanile

La cura dell’osteocondrosi giovanile è, nella quasi totalità dei casi, di tipo conservativo, salvo complicanze derivanti da maggiore sovraccarico del distretto osseo colpito. Le principali indicazioni in caso di osteocondrosi, quindi, sono:

  • riposo da attività fisica per qualche giorno;
  • stretching del distretto affetto e rinforzo muscolare selettivo;
  • antidolorifici, prescritti dallo specialista, da assumere nella fase acuta di dolore;
  • ghiaccio, laddove possibile applicarlo.

“Se il dolore non dovesse regredire nel giro di qualche settimana è sempre consigliabile tornare dall’ortopedico per valutare ulteriori approfondimenti e definire una strategia di cura personalizzata”, conclude la dottoressa Caboni.