Come riconoscere la rinosinusite cronica e come si cura
PUBBLICATO IL 29 NOVEMBRE 2024
Congestione nasale, naso che cola, alterazione di olfatto e gusto. Potrebbero essere la spia di una rinosinusite cronica, comunemente detta sinusite cronica, patologia diffusa sia nei bambini, sia negli adulti che negli ultimi anni ha mostrato un incremento d’incidenza verosimilmente legato anche alla maggior diffusione delle malattie allergiche.
Si stima che oggi la prevalenza della rinosinusite cronica (CRS) nella popolazione italiana sia circa del 10%, mentre i sintomi rinosinusali in generale rappresentano uno dei principali motivi per i quali i pazienti si rivolgono al pediatra o al medico di medicina generale.
Ma come essere sicuri che si tratti davvero di rinosinusite? Quali sono le cure oggi disponibili? Ne parliamo con il dottor Giuseppe Aresi, otorinolaringoiatra dell’Unità di Otorinolaringoiatria del Policlinico San Pietro, diretta dal dottor Mario Papalia.
Che cos'è la rinosinusite
Per rinosinusite si intende uno stato di infiammazione della mucosa nasale e dei seni paranasali, che può essere o meno associato alla presenza di polipi nasali.
“La rinosinusite - sottolinea il dottor Aresi - può essere a grandi linee classificata in:
- acuta, quando si risolve nell’arco di 30 giorni ed è in genere conseguente a un raffreddore;
- cronica, se dura almeno 12 settimane e riconosce cause diverse”.
Quali sono i sintomi
I sintomi tipici della rinosinusite cronica sono:
- ostruzione respiratoria nasale;
- secrezioni nasali;
- alterazione di olfatto e gusto;
- algie al volto e cefalea.
“I sintomi cardine e più invalidanti della rinosinusite cronica sono, in sintesi, l’ostruzione respiratoria nasale con secrezione nasale e soprattutto la perdita dell’olfatto.
In passato il sintomo cefalea era sempre considerato un segno diagnostico di sinusite, ora sappiamo che la correlazione cefalea-sinusite non è sempre vera” precisa l’otorinolaringoiatra.
Le cause
Le cause di rinosinusite possono essere diverse.
“I meccanismi alla base dell’insorgenza della rinosinusite - spiega il dottor Aresi - sono multifattoriali e comprendono:
- ostruzione degli osti (condotti che mettono in comunicazione i seni paranasali con il naso), determinata da fattori anatomici o da episodi infiammatori ripetuti nasosinusali che causano rigonfiamento della mucosa dei seni paranasali con conseguente restringimento degli osti;
- alterazione del trasporto mucociliare: può essere una condizione di natura congenita (come nel caso della fibrosi cistica) o acquisita (si verifica nel caso di infezioni batteriche o virali ricorrenti o in pazienti fumatori). Questo deficit di trasporto determina il ristagno di secrezioni nasali e sinusali che favorisce la sovrainfezione batterica e/o virale;
- alterazione delle caratteristiche del muco nasale: il rallentamento del trasporto mucociliare, il ristagno delle secrezioni nasosinusale, i frequenti episodi infiammatori determinano il cambiamento delle caratteristiche delle secrezioni che diventano molto più viscose”.
Come si diagnostica la rinosinusite cronica
Inquadrare la rinosinusite cronica in modo corretto è il primo passo per gestirla adeguatamente ed efficacemente.
“Fondamentale è sempre eseguire una visita specialistica otorinolaringoiatrica accurata cercando di comprendere la tipologia, l’entità e la durata dei sintomi. Il rapporto medico-paziente, l’empatia che si deve instaurare, è di fondamentale importanza per la raccolta dell’anamnesi” sottolinea il dottor Aresi.
Oltre alla vista, l’esecuzione di una endoscopia nasale e laringea a fibre ottiche è un accertamento diventato ormai indispensabile. Tale accertamento viene indicato come di secondo livello e generalmente viene prescritto dallo specialista otorinolaringoiatra.
“Con questo esame, mini-invasivo e indolore adatto anche ai più piccoli, è possibile valutare in modo accurato l’anatomia delle cavità nasali e della laringe e poter così evidenziare la presenza di quadri patologici (secrezione mucosa o purulenta, deviazioni del setto nasale, polipi nasali etc.).
In casi particolari, poi, il medico otorinolaringoiatra, può richiedere l’esecuzione di accertamenti radiologici: TC e/o risonanza magnetica del massiccio facciale”.
Come si cura la rinosinusite cronica
Nella terapia della rinosinusite cronica ha assunto estrema importanza la gestione multidisciplinare tra colleghi di diverse specialità.
“Fondamentale è la collaborazione tra otorinolaringoiatra, pneumologo, allergologo, dermatologo, reumatologo, gastroenterologo, il medico di medicina generale e il pediatra - osserva il dottor Aresi -. La rinosinusite cronica, infatti, spesso è associata a patologie concomitanti come asma bronchiale (nel 20% dei casi) ed allergie”.
Inoltre, ai fini di una terapia più mirata, è fondamentale differenziare le diverse tipologie di rinosinusite cronica, in funzione delle cause, con particolare attenzione anche alla presenza o all'assenza di polipi nasali.
La terapia può essere, molto schematicamente, divisa in:
- terapia medica locale e sistemica;
- terapia chirurgica.
La terapia medica locale e sistemica
“La terapia medica locale è costituita da lavaggi nasali e cortisonici topici nasali.
I lavaggi nasali favoriscono la rimozione di:
- secrezioni, stimolando la clearance mucociliare;
- allergeni, ovvero mediatori dell’infiammazione presenti nella mucosa nasale.
I corticosteroidi topici nasali servono per ridurre la sintomatologia come:
- l’ostruzione respiratoria nasale;
- le secrezioni nasali;
- l’edema delle mucose.
La terapia medica sistemica, invece, è sostanzialmente costituita da corticosteroidi sistemici - continua lo specialista -, associati ad:
- antibiotici nel caso di rinosinusiti cronica;
- antistaminici consigliati nelle persone allergiche”.
La terapia chirurgica
Quando la sintomatologia appare invalidante e la terapia medica non ha determinato un netto miglioramento del quadro clinico, si propone la terapia chirurgica.
“La terapia chirurgica consiste, infine, nella cosiddetta chirurgia endoscopica nasosinusale. La chirurgia endoscopica, oggi, sfruttando le vie naturali nasali, permette di:
- risolvere le alterazioni anatomiche congenite come, ad esempio, la deviazione del setto nasale, l’ipertrofia dei turbinati;
- aprire le porte che comunicano con i seni paranasali ripristinandone la pervietà e la funzionalità, intervenendo così sulle diverse cause alla base della rinosinusite cronica”.
I nuovi farmaci biologici per la sinusite cronica con poliposi
Recentemente la terapia per la rinosinusite cronica con poliposi è stata caratterizzata dall’avvento di nuovi farmaci cosiddetti biologici.
“Negli ultimi anni si è visto che la maggior parte delle rinosinusiti croniche presentano una accertata associazione con infiammazione di tipo 2. Da qui sono stati introdotti nuovi farmaci, ovvero anticorpi monoclonali che agiscono a livello dei processi infiammatori di tipo 2 inibendo la produzione o la migrazione di determinate molecole.
Questi farmaci sono utilizzati solo in pazienti molto selezionati che presentano rinosinusite cronica severa con poliposi nasale, già sottoposti a interventi chirurgici, a ripetute terapie cortisoniche per via sistemica e che spesso presentano patologie concomitanti.
Solamente alcuni e specifici quadri clinici hanno quindi un’indicazione alla terapia biologica e l’attenta selezione dei pazienti risulta fondamentale” conclude il dottor Aresi.