Il tumore alla vescica e l’importanza della diagnosi precoce per curarlo

PUBBLICATO IL 17 APRILE 2024

Il tumore della vescica rappresenta, insieme al tumore della prostata, una delle patologie più trattate dalle unità operative di urologia. Negli ultimi anni si è assistito a un aumento dell’incidenza di questa neoplasia nella popolazione: nel 2023 si sono toccati circa 30.000 casi diagnosticati. Colpisce in particolare gli uomini, ma è in aumento anche nelle donne. La diagnosi precoce è l’arma migliore per prevenirlo o per trattarlo con successo. Ne parliamo con la dott.ssa Elena Tondelli dell’Unità operativa di urologia dell’Istituto Clinico Beato Matteo diretta dal dott. Iaonnis Kartalas Goumas. 

 

I sintomi 

Il principale sintomo del tumore della vescica è la presenza di sangue nelle urine, la cui comparsa richiede quindi sempre un’adeguata valutazione medica e l’eventuale esecuzione di accertamenti specifici. 

In alcuni casi, invece, i sintomi possono essere più sfumati e imitare una classica infiammazione vescicale come, per esempio:

  •  bruciore persistente durante la minzione;
  •  necessità di urinare molto spesso;
  •  fastidio continuo al di sopra del pube.


I fattori di rischio

Nel più del 50% dei casi il fumo da solo è responsabile di questa patologia, ma anche l’esposizione professionale ad alcuni coloranti o idrocarburi (operai in fabbriche di prodotti di verniciatura/parrucchieri) rappresenta un importante fattore di rischio.

 

Come avviene la diagnosi

Una semplice ecografia dell’apparato urinario a vescica piena e un esame citologico delle urine possono fornire già indicazioni precise sull’eventuale presenza di un tumore vescicale. In alcuni casi può essere necessario eseguire esami diagnostici più invasivi come una cistoscopia (introduzione di uno strumento flessibile con telecamera per vedere all’interno della vescica) o una TAC con mezzo di contrasto.

“È bene ricordare – sottolinea la specialista - che anche in assenza di sintomi, può essere presente una malattia vescicale. È quindi importante eseguire periodicamente un’ecografia delle vie urinarie, per consentire una diagnosi precoce”.

 

Perché la  diagnosi precoce è un fattore determinante

Il tumore della vescica è nella maggior parte dei casi di tipo superficiale e quindi trattabile con interventi non particolarmente invasivi. “Il tempo della diagnosi però modifica in modo notevole la terapia e le possibilità di guarigione. Una diagnosi precoce, infatti, permette di trattare la malattia e di monitorare nel tempo le eventuali recidive senza variazioni della qualità di vita e della sopravvivenza, mentre una diagnosi tardiva, purtroppo, potrebbe precludere un trattamento e richiedere procedure più aggressive”, spiega la dott.ssa Tondelli.

 

Come si cura

Il trattamento del tumore della vescica prevede nella maggior parte dei casi l’asportazione della lesione dall’interno della vescica con un intervento endoscopico (senza tagli) al termine del quale si posiziona un catetere vescicale che verrà rimosso in tempi diversi, a seconda della complessità della lesione stessa. 

C’è da specificare che:

  • nelle forme superficiali questo intervento è risolutivo. In alcuni casi, spiega la dottoressa, si eseguono in seguito anche trattamenti ambulatoriali che prevedono l’inserimento di farmaci immunoterapici in vescica (BCG o Mitomicina) con lo scopo di prevenire l’insorgenza di recidive;
  • nelle forme più aggressive o nelle diagnosi tardive, la terapia può prevedere l’asportazione della vescica, in particolare:
  •  nell’uomo, una chemioterapia e/o l’asportazione di tutta la vescica e della prostata;
  •  nella donna, una chemioterapia e/o l’asportazione  della vescica con utero e ovaie.  

Nel caso in cui venga rimossa la vescica si confeziona una derivazione esterna per il drenaggio dell’urina; oppure, in casi particolarmente selezionati, una nuova vescica utilizzando l’intestino.

“Rispetto ad altre patologie neoplastiche, come, per esempio, il tumore della prostata, le alternative terapeutiche sono poche e i protocolli di trattamento sono i medesimi a livello nazionale e internazionale. La diagnosi precoce rappresenta quindi un‘arma fondamentale per prevenire e, soprattutto, trattare con successo una malattia la cui conoscenza purtroppo è ancora oggi poco diffusa tra la popolazione”, conclude la dott.ssa Tondelli.

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