Cos'è e come si cura l'idrocele negli adulti
PUBBLICATO IL 25 SETTEMBRE 2024
L’idrocele negli adulti è una patologia benigna dell’apparato uro-genitale, che può causare dolore e/o discomfort al paziente che ne è affetto. Da sottolineare che, trattandosi di una patologia benigna, il suo trattamento sarà effettuato soltanto al sopraggiungere di sintomi.
Ma come avviene la diagnosi e in cosa consiste il trattamento? Ne parliamo con il dottor Giuseppe Rosiello, urologo presso l’Unità Operativa di Urologia dell’IRCCS Ospedale San Raffaele diretta dal professor Francesco Montorsi, che ci spiega quali sono le cause, come avviene la diagnosi e quali sono i trattamenti più efficaci.
Cos’è l’idrocele nell’adulto e come si manifesta
“L’idrocele è una patologia benigna che consiste in un patologico accumulo di liquido tra sottili membrane simili a ‘foglietti’ che rivestono il testicolo: la tunica vaginale propria (o foglietto viscerale) e la tunica vaginale comune (o foglietto parietale).
Normalmente, tra questi 2 foglietti è già presente una sottile quantità di liquido fisiologico. Quando, tuttavia, tale quantità aumenta notevolmente, ciò determina il rigonfiamento dello scroto (o meglio, dell’emiscroto) e la manifestazione dei sintomi a esso connessi” spiega il dott. Rosiello.
Le tipologie di idrocele
“L’idrocele può verificarsi a qualsiasi età e può distinguersi tra
- idrocele congenito o comunicante, un disturbo che riguarda i neonati e i bambini che, differentemente dagli adulti, può derivare dalla mancata chiusura del dotto peritoneo vaginale;
- idrocele reattivo, o secondario o non comunicante, che si forma in seguito a un’infiammazione del testicolo, dell’epididimo o delle tuniche.
Nel caso di idrocele reattivo, o secondario o non comunicante, l’infiammazione causa un edema, che a sua volta determina l’accumulo di liquido a livello scrotale generando la formazione dell’idrocele. Tra i 2 foglietti si crea questo liquido, una raccolta di materiale fluido talvolta corpuscolato se associato a una infezione”.
Lo scroto è diviso in 2 parti: l’emiscroto di destra e l’emiscroto di sinistra, divisi dal setto scrotale. Pertanto, l’idrocele può non riguardare tutto lo scroto, ma solitamente solo una delle 2 parti dello scroto.
Dal momento che l’idrocele è una patologia benigna, si procede all’intervento solo quando questo diventa sintomatico. Quando il paziente ha una sacca scrotale molto gonfia e ha problemi a camminare e/o a svolgere le sue normali attività quotidiane, si è perciò di fronte a un idrocele sintomatico, il che da indicazione a procedere con l’intervento chirurgico.
Cause e diagnosi dell’idrocele nell’adulto
“Le cause principali che determinano l’insorgere dell’idrocele sono, solitamente, traumi o infezioni che infiammano il testicolo dell’epididimo - continua -.
In questi casi, la diagnosi è clinica e viene confermata in seguito a una visita con il paziente che consiste nella palpazione dello scroto. L’indagine diagnostica più importante è l’ecografia scrotale, che ci permette di ottenere la diagnosi definitiva di idrocele”.
In cosa consiste il trattamento
“Il trattamento prevede l’eversione e la resezione della tunica vaginale - afferma lo specialista -. Nello specifico, si esegue un’incisione mediana a livello del rafe scrotale o sull’emiscroto sede di idrocele; successivamente, si procede all’apertura degli strati sottostanti alla cute, ovvero il dartos, muscolo cremastere, fino ad arrivare al foglietto parietale della tunica vaginale.
Quest’ultimo viene inciso, permettendo la fuoriuscita del liquido in eccesso. Si esegue, poi, una resezione della tunica vaginale in eccesso e la sua eversione. Infine, si procede a una sutura emostatica. Si tratta di punti riassorbibili che restano all’interno.
Una volta terminato l’intervento, il testicolo viene riposizionato all’interno della borsa scrotale, si valuta accuratamente l’emostasi e si procede alla chiusura per strati del dartos e della cute”.
L’intervento viene effettuato in regime di day surgery con anestesia spinale o in sedazione. Il paziente, quindi, entra al mattino, esegue l’intervento e la sera stessa viene poi dimesso.
In cosa consiste il post-intervento
Durante le 48 ore successive all’intervento, il paziente dovrà preferire il riposo a letto con borsa del ghiaccio locale a intermittenza.
Per una settimana, il paziente deve rimanere a riposo evitando sforzi fisici intensi, attività sessuale o sportiva. La doccia può essere effettuata il giorno dopo, mentre il bagno in vasca dopo almeno un paio di settimane.
“Inizialmente, al paziente sembrerà di non aver risolto il problema. Il testicolo si presenterà di volume aumentato e dolente. È normale, si tratta dei normali esiti post-chirurgici. Si ritorna alla normalità dopo circa 1 o 2 mesi, mentre nei casi più complessi fino a 6” conclude Rosiello.