Visita urologica femminile: a cosa serve e quando farla

PUBBLICATO IL 20 OTTOBRE 2023

L’Urologia è una specialità medica comunemente percepita come “per gli uomini”, anche a causa delle campagne di prevenzione e screening per le patologie maschili. Anche la donna, tuttavia, può avere la necessità di una visita medica con un professionista urologo e si tratta di un’evenienza più comune di quanto non si creda. 

Il Prof. Francesco Greco, consulente urologo presso la Casa di Cura La Madonnina e Direttore dell’Unità Operativa di Urologia del Policlinico San Pietro di Ponte S. Pietro (BG), ci illustra meglio come funziona la visita urologica femminile e quando è necessaria.

 

Cos’è la visita urologica femminile

La visita urologica femminile consente lo studio, la diagnosi e il trattamento di patologie a carico dell’apparato urinario della donna.
“Per capire la distinzione fra le 2 prestazioni occorre partire innanzitutto dalla differenza fondamentale fra apparato genitale e apparato urinario della donna”, spiega il professore.

L’apparato urinario femminile è composto dagli organi preposti alla formazione ed espulsione dell’urina quali: 

  • reni; 
  • ureteri; 
  • vescica; 
  • uretra. 

L’apparato genitale femminile è, invece, formato dagli organi riproduttivi quali: 

  • ovaie; 
  • tube di falloppio;
  • utero; 
  • vagina; 
  • vulva.

I 2 sistemi, spesso parzialmente confusi fra loro, sono competenza di professionisti con specialità mediche ben differenti:

  • l’urologo si occupa della salute e delle patologie a carico dell’apparato urinario;
  • il ginecologo diagnostica e tratta problematiche a carico dell’apparato genitale femminile quindi relative principalmente alla sfera sessuale e riproduttiva.

Per l’uomo il discorso è più articolato in quanto l’urologia prende in carico entrambi i sistemi (urinario e genitale) per poi specializzarsi ulteriormente in andrologia e trattare le problematiche legate più specificatamente all'apparato genitale e riproduttivo maschile.

 

Quando fare la visita urologica femminile

“Sicuramente la prima indicazione per una visita dall’urologo - specifica il professore - è quella di sintomi riguardanti la minzione quali, ad esempio:

  • difficoltà ad urinare con o senza bruciore/dolore (disuria);
  • sangue nelle urine (ematuria);
  • urina maleodorante o di colore scuro;
  • incontinenza urinaria;
  • dolore o bruciore persistente nella zona renale o al basso ventre;
  • bisogno di urinare con frequenza (pollachiuria);
  • persistente emissione di un quantitativo di urina fuori dalla norma (poliuria o oliguria);
  • mancato o incompleto svuotamento della vescica.

Inoltre, così come nell’uomo, anche la donna dovrebbe sottoporsi a una visita urologica annuale a partire dai 40 anni, in maniera tale da poter individuare precocemente eventuali disturbi o malattie che nelle loro fasi iniziali risultano asintomatici.

 

Quali patologie diagnostica la visita urologica

Nella donna, una visita urologica consente di diagnosticare numerose e svariate patologie come, per citarne alcune:

  • prolasso (vescicale, uterino);
  • incontinenza urinaria;
  • infezioni delle vie urinarie (ad es. cistiti);
  • calcoli;
  • tumori benigni o maligni (ad es. a rene o vescica).
  • patologie congenite come quelle a carico dell’uretere.

 

Come si svolge la visita urologica per la donna

2 settimane prima dell’appuntamento con il medico sarebbe opportuno che la paziente svolgesse un esame chimico delle urine con urinocoltura, ovverosia l’analisi in laboratorio di un campione di urina per individuare l’eventuale presenza di batteri e infezioni.

In fase di visita, poi, dopo aver analizzato gli esiti del test e la storia clinica personale e familiare della paziente (anamnesi), il medico passa ad effettuare l’esame obiettivo addominale e, in presenza di manifestazioni cliniche di disuria e incontinenza, anche vaginale, così da escludere patologie ostruttive, fra cui il prolasso. 
Infine, viene eseguita un’ecografia all’apparato urinario per escludere la presenza di problematiche strutturali o processi infiammatori. 

Se ne dovesse emergere l’esigenza, l’urologo potrebbe prescrivere anche ulteriori accertamenti quali, ad esempio:

  • esame urodinamico (per valutare la causa e la corretta tipologia dell’incontinenza);
  • cistoscopia (la visione dell'apparato urinario dall’interno tramite speciali endoscopi);
  • esame citologico delle urine;
  • tac o risonanza.
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