A cosa servono le iniezioni di eparina

PUBBLICATO IL 18 MAGGIO 2023

L’eparina è un farmaco cosiddetto anticoagulante, cioè che impedisce la formazione di coaguli, o qualora essi siano già formati, ne evita l’aumento e fluidifica il sangue. Può essere assunto sia sotto forma di iniezione (di norma sottocutanea, ma in alcuni casi gravi, in regime ospedaliero può essere eseguita anche in infusione in vena), sia sotto forma di collirio o pomata. 

Considerato come farmaco salvavita, comporta talvolta alcune complicanze anche importanti, per questo è sempre necessario venga prescritto dallo specialista. Ma in quali casi specifici viene somministrato? Ce ne parla la dottoressa Doris Mascheroni, responsabile dell’Unità Operativa di Medicina Interna dell’Istituto Clinico Villa Aprica.

 

La formazione di coaguli di sangue

“I coaguli di sangue all’interno di un vaso sanguigno, solitamente, sono fenomeni positivi perché diminuiscono e fermano la perdita di sangue da una ferita o qualsiasi lesione, interrompendo cioè un’emorragia - spiega la dott.ssa Mascheroni -.

Tuttavia, la formazione di questi coaguli, in assenza dell’urgenza emorragica, all’interno di un vaso o del cuore (i cosiddetti trombi), è una condizione altamente pericolosa in quanto il grumo di sangue può determinare un’ostruzione alla circolazione oppure frammentarsi e mandare in giro per l’organismo piccoli coaguli (emboli) che vanno a ledere organi anche di vitale importanza.

Per questo l’introduzione dell’eparina nella terapia di un paziente che rischia la formazione di trombi o emboli è indispensabile come prevenzione di danni gravi o anche letali”.

 

Perché si assume eparina

Sono diverse le tipologie di pazienti che devono assumere l’eparina. Tra questi:

  • soggetti che, per esempio, presentano malattie cardiache da ostruzione delle coronarie o malattie dovute a placche di aterosclerosi sparse nei vasi di tutto il corpo;
  • soggetti che hanno una difficoltosa circolazione alle gambe;
  • soggetti in cui il flusso del sangue è più rallentato (quindi a rischio di formazione di trombi) come coloro che si sottopongono a intervento chirurgico, oppure la persona immobilizzata per una frattura, o anche l’anziano allettato o che fa fatica a muoversi.

Quando l’eparina è un farmaco salvavita

Alcuni soggetti, spesso, in buona salute, si recano dallo specialista angiologo per una flebite, cioè un’infiammazione delle vene degli arti (più frequentemente inferiori) e scoprono dalla diagnosi che non si tratta di una sola infiammazione, ma di una trombosi venosa profonda, cioè dell’ostruzione da parte di un trombo del lume della vena la quale impedisce una buona circolazione del sangue.

In questi casi (molto frequenti soprattutto in chi ha varici o subisce traumi), l’utilizzo dell’eparina ha essenzialmente scopo preventivo e si propone di impedire la formazione di ulteriori trombi all'interno del circolo venoso. 

La più temibile complicanza di tale evento è l’embolia polmonare, conseguente all'ostruzione di un'arteria dei polmoni da parte di un frammento staccatosi dal coagulo, e poi spinto dal sangue al cuore e da qui al circolo polmonare. Per questo l’eparina diventa un farmaco salva vita.

 

Quando non somministrarla

Ovviamente l’eparina va somministrata solo a giudizio medico ed evitata in quei pazienti che: 

  • soffrono di disturbi della coagulazione in senso emorragico
  • assumono altri farmaci anticoagulanti”.

 

Quando è necessario somministrarla

Invece, pazienti che non hanno sintomi o malattie particolari, ma che presentano un disturbo genetico detto trombofilia, cioè una mutazione genetica che si eredita e che comporta un maggior rischio di formazioni di coaguli/trombi, in particolari condizioni, devono utilizzare l’eparina in modo preventivo, per esempio, in caso di voli aerei molto lunghi, superiori alle 5 ore. Questo perché la posizione seduta prolungata causa un ristagno di sangue nelle gambe, peggiorata dall’accavallamento delle gambe e dal fatto che anche un eventuale movimento nel corridoio è molto breve e limitato. 

Come detto, infatti, è la scarsa mobilizzazione a scatenare eventi trombo embolici, a maggior ragione a coloro che hanno un disturbo genetico.

“Si comprende pertanto che, anche per traumi non gravi come fratture, ma solo distorsioni o contusioni che limitano il movimento degli arti - conclude Mascheroni - è consigliabile la somministrazione di eparina (ovviamente in pazienti che non siano già in trattamento coagulante per altri motivi)”.

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