Cos'è la fluorangiografia retinica e quali sono i rischi?

PUBBLICATO IL 31 GENNAIO 2023

La Fluorangiografia Retinica (FAG), o angiografia con fluoresceina, permette di diagnosticare le patologie vascolari dell’occhio e in particolare quelle che riguardano la retina, fra cui la retinopatia diabetica, la degenerazione senile della macula, le occlusioni vascolari. 

Esame indolore e di veloce esecuzione, si effettua attraverso una semplice fotografia, senza contatto con l’occhio.  Si tratta di un’indagine sempre più frequente anche considerato l’innalzamento dell’età media e la sempre maggiore diffusione di patologie come il diabete

Ma in cosa consiste? Che tipo di preparazione si deve seguire prima di sottoporsi a questo esame? Lo abbiamo chiesto al dottor Claudio Savaresi, responsabile dell’Unità di oculistica del Policlinico San Marco di Bergamo e oculista di Palazzo della Salute – Wellness Clinic di Milano. 

 

Che cos'è la retina

La retina è una membrana trasparente che si trova all’interno del bulbo oculare e ha il compito di trasformare i segnali luminosi provenienti dall’esterno in immagini. Nel dettaglio è formata da 2 zone:

  • la macula, cioè la zona centrale che permette di distinguere gli oggetti, i movimenti e i volti;
  • la papilla ottica, ovvero l’area in cui il nervo ottico (nervo che trasmette le informazioni visive dalla retina al cervello) incontra la retina.

 

Che cos’è la fluorangiografia

La fluorangiografia retinica è una tecnica di diagnostica per immagini che permette di visualizzare e fotografare in modo dettagliato, grazie all’utilizzo di un particolare colorante, i vasi sanguigni del fondo oculare ed evidenziare eventuali patologie circolatorie a carico della retina, tra cui le più frequenti sono: 

Come si svolge l’esame

“La prima fase dell’esame prevede la: 

  • somministrazione di un mezzo di contrasto colorante, chiamato fluoresceina; 
  • dilatazione delle pupille con un collirio midriatico. 

Il mezzo di contrasto, iniettato in una vena del braccio, entra immediatamente nel circolo venoso per diffondendosi in pochi secondi nell’organismo raggiungendo così anche i vasi sanguigni dell’occhio - spiega il dottor Savaresi -. 

Subito dopo, viene effettuato l’esame vero e proprio con uno strumento denominato fluorangiografo che illumina il fondo dell’occhio con una luce di lunghezza d’onda idonea, come quella blu, in grado di stimolare il mezzo di contrasto a emettere fluorescenza. Il sistema ottico dello strumento rileva la fluorescenza emessa dai vasi sanguigni e ricostruisce, grazie a un programma computerizzato, un’immagine digitalizzata precisa e dettagliata dei vasi analizzati e del flusso del sangue al loro interno”. 

L’esecuzione dell’esame richiede meno di mezz’ora e non può prescindere dall’utilizzo del mezzo di contrasto.

 

A cosa serve la fluorangiografia

Sulla base delle immagini digitalizzate dei vasi sanguigni della retina ottenute con la fluorangiografia retinica, lo specialista oculista è in grado di:

  • diagnosticare eventuali patologie oculari di origine vascolare
  • pianificare un’eventuale terapia medica oppure un trattamento laser fotocoagulativo;
  • guidare l’esecuzione del trattamento laser fotocoagulativo;
  • monitorare l’evoluzione clinica della patologia.

 

 

Gli esami preliminari da effettuare 

Prima di sottoporsi alla fluorangiografia, al fine di eseguirla nella più totale sicurezza, è necessario sottoporsi ad alcuni esami, soprattutto in pazienti con patologie già note (cardiopatia, insufficienza renale, ecc) o con dichiarate allergie a farmaci e/o alimenti. Nel dettaglio gli esami richiesti sono:

  • esami del sangue (creatinina per la valutazione della funzionalità renale che si rende necessaria per il corretto smaltimento del colorante usato come mezzo di contrasto, glicemia, emocromo completo etc.);
  • elettrocardiogramma, qualora il paziente abbia una preesistente patologia cardiaca.

In caso il paziente risulti allergico a farmaci, è utile eseguire una profilassi cosiddetta desensibilizzante che prevede l’assunzione di: 

  • cortisone in compresse (la sera prima dell’esame e la mattina stessa); 
  • ketotifene in compresse (la mattina stessa dell’esame).

  

 

Effetti collaterali e rischi

L’angiografia con fluoresceina è un esame minimamente invasivo e solitamente non comporta effetti collaterali importanti. Tra gli effetti collaterali più comuni ci sono:

  • visione oscurata o leggermente colorata per qualche minuto;
  • colorazione giallastra della pelle per alcune ore;
  • urine di colore giallognolo o arancio scuro fino a 24 ore dopo l’esame;
  • sensazione di bruciore in corrispondenza del punto del braccio dove è stata effettuata l’iniezione, solitamente causata dalla fuoriuscita di un po’ di colorante dalla vena.

Le reazioni allergiche alla fluoresceina sono molto rare e possono manifestarsi come: 

  • dermatite allergica;
  • prurito; 
  • difficoltà respiratoria. 

Queste reazioni vengono solitamente trattate con un antistaminico o un cortisonico orale o iniettabile, a seconda della severità dei sintomi. Le reazioni allergiche sono eventi rari, ma non devono essere mai sottovalutate.

 

Le precauzioni dopo l’esame

Dopo l’esame si può avere ipersensibilità alla luce a causa della dilatazione delle pupille, per questo è consigliabile indossare degli occhiali scuri da sole. Poiché la dilatazione delle pupille può determinare anche un offuscamento della visione, è bene che il paziente venga accompagnato.

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