Astenopia: quando l’affaticamento oculare diventa un disturbo da trattare

Astenopia: quando l’affaticamento oculare diventa un disturbo da trattare

PUBBLICATO IL 03 DICEMBRE 2025

Astenopia: quando l’affaticamento oculare diventa un disturbo da trattare

PUBBLICATO IL 03 DICEMBRE 2025

Consulta l'Unità operativa di Oculistica dell’Istituto di Cura Città di Pavia

L’astenopia, o affaticamento oculare, è una condizione comune caratterizzata da occhi stanchi, bruciore e vista annebbiata. 

Insieme al dott. Francesco Sandolo, responsabile dell’Unità operativa di Oculistica dell’Istituto di Cura Città di Pavia, vediamo di cosa si tratta, quali sono i sintomi più comuni e come alleviare questo disturbo. 

 

Cos’è l’astenopia o affaticamento oculare

L’astenopia è un disturbo che si verifica quando gli occhi vengono sottoposti a condizioni di stress visivo

Non si tratta di una malattia vera e propria, ma di una risposta fisiologica degli occhi dopo averli utilizzati intensamente per attività come la lettura, l’uso prolungato di dispositivi digitali o anche la guida. 

L’astenopia può influire sulla qualità della vita e sulla produttività quotidiana e comprenderne le cause, i sintomi e i possibili rimedi è importante per gestire al meglio questa condizione.

 

Sintomi comuni dell’astenopia

I sintomi più comuni dell’astenopia sono:

  • bruciore agli occhi; 
  • visione offuscata
  • occhi stanchi e pesanti.

L’astenopia può includere anche: 

  • cefalea frontale;
  • dolenzia dei bulbi oculari con pesantezza e fastidio intorno o dietro agli occhi; 
  • facile stancabilità; 
  • diminuzione della vista soprattutto da vicino. 

Possono associarsi inoltre:

  • lacrimazione; 
  • arrossamento della congiuntiva e dei margini palpebrali; 
  • secchezza; 
  • sensazione di corpo estraneo; 
  • fastidio alla luce; 
  • sdoppiamento della vista; 
  • ammiccamento ripetuto; 
  • nausea o tensione generale. 

A lungo andare può risentirne la colonna cervicale in termini di tensione, rigidità o dolore e il benessere psicologico in termini di maggiore stress percepito.

 

Cause dell’astenopia: cosa la provoca

Le cause dell’astenopia possono essere anatomo-funzionali, ambientali o variamente associate (compresenza di più fattori). 

I difetti visivi: ipermetropia e presbiopia

I difetti visivi che predispongono all’affaticamento visivo sono innanzitutto l’ipermetropia e la presbiopia, in particolare se non corretti adeguatamente. Entrambi rendono difficile la visione da vicino, ma hanno cause e manifestazioni diverse. 

L'ipermetropia è un difetto presente alla nascita, causato spesso da un occhio troppo corto; questa condizione anatomica rende difficile la messa a fuoco da vicino e, in misura minore, da lontano. 

La presbiopia è invece un naturale processo di invecchiamento che avviene dopo i 40 anni, dovuto all'irrigidimento del cristallino, e che rende difficile la messa a fuoco solo da vicino. Le persone ipermetropi spesso notano prima e più intensamente la presbiopia, poiché il loro occhio era già sotto sforzo per mettere a fuoco.

Cause ambientali

Le cause ambientali dell’astenopia comprendono: 

  • la lettura prolungata senza pausa; 
  • l’uso continuativo di dispositivi digitali (PC, smartphone, tablet); 
  • posizione e distanza dello schermo
  • l’esposizione a luci troppo forti o troppo deboli
  • guida per molte ore, soprattutto di notte; 
  • ambienti con aria secca o condizionata.

 

Diagnosi e trattamento dell’astenopia 

La diagnosi di astenopia si basa principalmente sulla descrizione dei sintomi e sulla valutazione delle abitudini visive del paziente. Un esame oculistico completo può essere utile per escludere la presenza di difetti visivi non corretti o altre patologie oculari. L’oculista può anche: 

  • valutare la qualità del film lacrimale e la presenza di eventuali segni di infiammazione; 
  • prendere gli adeguati provvedimenti terapeutici. 

 

Quando rivolgersi all’oculista (e non solo)

È bene rivolgersi a un oculista se i sintomi persistono per più settimane, per evitare l’aggravarsi della condizione e il conseguente peggioramento.

Talvolta può essere utile consultare un fisioterapista per avere consigli e accorgimenti per migliorare la postura di lavoro o di studio, oltre a trattare eventuali tensioni e rigidità cervicali. 

In casi specifici anche uno psicoterapeuta può essere utile per la gestione dei sintomi stress-correlati mediante tecniche di rilassamento, soprattutto quando sono presenti fattori di stress ambientale.