Come riconoscere e curare l'influenza intestinale

PUBBLICATO IL 21 DICEMBRE 2023

L'influenza intestinale è un disturbo che può colpire in qualsiasi momento dell'anno, ma che spesso è più diffuso durante i mesi invernali e primaverili, a causa anche di fattori come una maggior concentrazione nei luoghi chiusi. Una situazione di malessere che può creare disagio, in particolare durante i periodi di festività e quando si è in viaggio. 

Il Prof. Pier Alberto Testoni, specialista in Gastroenterologia e in Chirurgia dell’Apparato Digerente ed Endoscopia Digestiva della Casa di Cura La Madonnina, ci parla meglio di questa patologia e ci spiega cosa la causa e come viene curata.

 

Cos’è l’influenza intestinale

“L’influenza intestinale, chiamata più correttamente gastroenterite virale, è un’infezione che determina un’infiammazione a carico di stomaco e intestino” spiega il professore. 

Viene detta ‘influenza’ in quanto, proprio come quella stagionale, è causata essenzialmente da virus che vanno a infettare l’organismo, sebbene si tratti di patologie che, seppure con sintomi a volte sovrapponibili, presentano caratteristiche differenti e sono causate da virus diversi.

 

Quali sono le cause

L’influenza intestinale si contrae entrando in contatto con il patogeno che la determina, tramite:

  • contiguità diretta con una persona infetta;
  • consumo di alimenti o liquidi contaminati: tra i cibi a cui prestare maggior attenzione vi sono pesce crudo e frutti di bosco consumati a crudo (anche surgelati), comprese le fragole;
  • oggetti contaminati da una persona con l’infezione in corso (bicchieri, posate, servizi igienici etc.).

I virus più comuni che la determinano sono:

  • norovirus (o norwalk virus): la causa più comune di gastroenterite e colpisce per lo più i giovani e gli adulti. Nella maggioranza dei casi la trasmissione è attraverso cibo e acqua contaminati;
  • rotavirus: la causa più comune nei bambini. L'infezione è comunque rara al di sotto dei 6 mesi, probabilmente per merito della protezione conferita dagli anticorpi materni trasmessi per via placentare e/o contenuti nel latte materno. Viene trasmesso soprattutto attraverso il contatto con bambini infetti od oggetti contaminati;
  • adenovirus: alcuni ceppi appartenenti a questo gruppo di virus inducono una gastroenterite che può durare anche a lungo (7-10 giorni) e colpisce in prevalenza i bambini.

In casi molto più rari, la sintomatologia tipica dell’influenza intestinale può essere causata anche da batteri presenti in alimenti contaminati quali, ad esempio, escherichia coli, salmonella o da parassiti. In questi casi però il termine di influenza è inappropriato.

 

Sintomi e come si riconosce

L’influenza intestinale presenta una sintomatologia che può essere caratterizzata da:

  • diarrea acquosa;
  • dolori e crampi addominali;
  • nausea e/o vomito;
  • perdita di appetito;
  • malessere generale;
  • dolori muscolari (mialgia);
  • senso di forte spossatezza (astenia);
  • mal di testa;
  • febbre.

 

Quanto dura

La sintomatologia dell’influenza intestinale varia di gravità e intensità: può durare 2-3 giorni o persistere anche fino a 2 settimane, e di solito si risolve spontaneamente. 

Se, e in ogni caso per le categorie più fragili per le quali è richiesta un’attenzione maggiore, la sintomatologia non si risolve in maniera spontanea nel giro di 2-3 giorni, è opportuno consultare il medico.

 

Rischi e complicanze

“La complicanza principale dell’influenza intestinale è sicuramente la disidratazione, che può essere determinata dalla diarrea e/o vomito protratti, soprattutto per le categorie fragili quali: anziani, bambini, soggetti immunocompromessi e pazienti in terapia con diuretici” spiega il professore. 

In questi ultimi casi alla disidratazione si può accompagnare uno scompenso elettrolitico e dell’equilibrio acido-base, per cui si richiede un controllo più attento, che in alcuni casi può richiedere anche il ricovero, così da monitorare il quadro clinico e reintegrare per via endovenosa i liquidi persi. 

Inoltre, poiché i virus che causano la gastroenterite danneggiano le cellule della mucosa intestinale, si può avere anche un difettoso assorbimento dei nutrienti, se l’infezione perdura per un lungo periodo. In particolare, il malassorbimento dei carboidrati può indurre una diarrea osmotica che complica ulteriormente il quadro clinico.

 

Quando rivolgersi al medico

È sempre opportuno rivolgersi al medico se:

  • diarrea, vomito e/o febbre sopra i 38° C durano da almeno 2 giorni, con diversi episodi durante la giornata;
  • si manifestano sintomi di disidratazione quali sete abnorme, secchezza della bocca, assenza/scarsità di urina o urina di colore scuro, accompagnati da una forte spossatezza;
  • sangue nelle feci.

Per bambini e neonati, occorre consultare quanto prima lo specialista, se il bambino:

  • ha episodi di diarrea e vomito da diverse ore;
  • ha febbre superiore ai 38,5 °C;
  • presenta sintomi di disidratazione quali pannolino asciutto da più di 6 ore, pianto senza lacrime, bocca asciutta e fontanella infossata;
  • è letargico e non reagisce agli stimoli;
  • presenta sangue nelle feci.

 

Influenza intestinale e influenza stagionale: le differenze

L’influenza intestinale e l’influenza stagionale sono patologie che possono avere manifestazioni cliniche simili, ma che sono diverse fra loro.

  • L’influenza stagionale è causata solo da virus influenzali, che si diffondono attraverso droplet (goccioline di saliva contaminata) nelle vie aeree superiori, con sintomi quali tosse, mal di gola, congestione nasale etc.
  • L’influenza intestinale, invece, è determinata principalmente da virus a localizzazione intestinale, ma in alcuni rari casi anche da batteri e parassiti. È trasmessa soprattutto per contatto con alimenti od oggetti contaminati da feci e vomito infetti e più raramente per via aerea, con sintomi tipici quali diarrea e vomito.

 

Come si cura

Ad oggi non esiste una cura farmacologica mirata per l’influenza intestinale. Generalmente la guarigione avviene spontaneamente nel giro di qualche giorno, reintegrando i liquidi persi a causa di vomito e diarrea. Gli antibiotici non sono efficaci, se non in presenza di sovrainfezione, perché agiscono su batteri e non sui virus.  In caso la sintomatologia persista per alcuni giorni, il medico potrà prescrivere farmaci mirati.

 

La dieta per l’influenza intestinale

Nelle fasi acute dell’influenza intestinale, oltre a bere molto, il professore ricorda che è preferibile:

  • assumere alimenti liquidi contenenti zuccheri e sali minerali, mentre i cibi solidi possono risultare più difficili da digerire e stimolare vomito e diarrea; 
  • prediligere, ad ogni modo, carboidrati complessi quali riso, patate, panificati e pasta, oltre a pesci magri (es. nasello, sogliola, spigola) e carni bianche (es. tacchino, pollo, coniglio);
  • evitare latticini, alimenti integrali o ricchi di fibre quali, ad esempio, frutta e verdura crude (specialmente se ricche di foglie e quindi di cellulosa), che favoriscono il transito intestinale e possono peggiorare la diarrea.
Cura e Prevenzione