Stanchezza post influenza: i consigli del medico per la convalescenza

PUBBLICATO IL 17 GENNAIO 2024

Il 2023-2024 si è rivelata un’annata influenzale intensa, come spesso accade, anche se in realtà i dati affermano che siamo assolutamente nella media e nel 90% dei casi ha un decorso benigno. 

In alcuni casi, anche una volta guariti, ci sono strascichi più o meno importanti, tra cui una stanchezza post-influenza dalla quale si fa fatica a riprendersi. Quindi cosa ci aspetta usciti dalla fase acuta? Quanto dura la degenza e, soprattutto, quando possiamo dire di esserne definitivamente fuori?

Lo abbiamo chiesto alla dottoressa Diana Canetti, medico infettivologo dell’Unità Operativa di Malattie Infettive dell’IRCCS Ospedale San Raffaele Turro, diretta dalla professoressa Antonella Castagna.

 

Quanto dura la convalescenza

“Una volta passata la febbre, cioè che questa si risolva spontaneamente senza l’ausilio di farmaci anti-febbrili, e migliorati i sintomi, si consiglia di riposare almeno per 1 altro giorno (24 ore) e poi è possibile provare a riprendere le proprie attività quotidiane - spiega la dr.ssa Canetti -. 

Ciò non vuol dire che non si debba ricorrere a farmaci antipiretici, che è giusto prendere in caso di temperature elevate, ma sospenderli quando si comincia a stare meglio o comunque ridurli fino a quando lo stato febbrile non regredisce da solo”.

 

Spossatezza post influenza: bisogna preoccuparsi?

La spossatezza rappresenta uno degli strascichi più frequenti dell’influenza, nonché uno dei più persistenti. “Più che preoccuparsi - prosegue - è necessario capire bene come affrontarla senza allarmarci, perché è una reazione del tutto normale ed è molto probabile che dipenda sia da quanto la sindrome influenzale è stata intensa, sia da come la persona l’ha affrontata

Esistono, infatti, diversi fattori che ci permettono di superare più o meno velocemente una malattia di questo tipo, in un certo senso ‘proteggendoci’. Tra questi:

  • alimentazione adeguata;
  • corretta idratazione;
  • osservazione di un buon riposo rigenerante;
  • attività fisica costante, anche outdoor ogni volta possibile. Ovviamente in caso di influenza, questa va sospesa nei giorni più acuti, ma quando si comincia a stare meglio, riprenderla gradualmente può aiutarci!”.

 

I consigli del medico

“Non abbiate fretta di riprendere del tutto le vostre attività quotidiane, se non vi sentite nel pieno della forma - conclude Canetti -. Anzi, prendiamolo come un periodo di recupero per il nostro corpo e dedichiamoci profondamente a lui, ascoltando ciò di cui ha bisogno. Ecco qualche piccolo, ma efficace consiglio, da tenere sempre a mente:

  • rispettare i tempi di convalescenza: il riposo è consigliato per almeno altre 24 ore dalla scomparsa spontanea di febbre e sintomi;
  • assumere nutraceutici su consiglio di esperti: assumere integratori alimentari (es. multivitaminici e omega 3) durante tutto l’anno contribuisce alla nostra salute e può aiutarci ad arrivare al periodo influenzale in migliori condizioni generali;
  • evitare l’automedicazione eccessiva, soprattutto l’utilizzo di antibiotici: talvolta, spossatezza e sintomi persistenti possono essere un effetto collaterale di farmaci assunti in modo improprio. È sempre raccomandato consultare il proprio medico o farmacista di fiducia che sapranno senz’altro prescrivere la terapia più adeguata ed efficace;
  • osservare una buona idratazione: acqua o bevande non zuccherate in quantità adeguate al tuo peso sono utili soprattutto a reintegrare quanto perso durante la sudorazione causata dalla febbre. ”.

Quanto bere per reidratarsi? 

La specialista fornisce una semplice formula che può aiutare a capire di quanti liquidi avrebbe bisogno il corpo durante e dopo l’influenza: “Esempio pratico per persone sane: centimetri di altezza + chilogrammi di peso, diviso 100 litri di acqua al giorno. 

In caso di febbre, circa 0.5 litri di liquidi ogni grado di febbre sopra i 37°C”.

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