Disfunzione erettile severa e protesi peniene
PUBBLICATO IL 26 APRILE 2023
La chirurgia protesica del pene può essere indicata nel trattamento di disturbi erettili severi. Parola allo specialista.
L’Unità Operativa di Urologia dell’Istituto di Cura Città di Pavia, diretta dal dott. Dimitrios Choussos con i dottori Antonio Casarico e Massimiliano Timpano, specialisti in urologia e andrologia, si occupa anche di patologie andrologiche e, perciò, di disfunzione erettile.
Con il termine disfunzione erettile (o DE) si intende l’incapacità di raggiungere o mantenere un’erezione per una funzione sessuale soddisfacente. Si tratta di una problematica diffusa nella popolazione maschile, con un’incidenza superiore nei soggetti anziani; nei casi più severi può trovare una soluzione grazie agli impianti protesici.
Le cause
Le cause della disfunzione erettile sono di natura organica e/o psicologica. Le malattie come il diabete, l’ipertensione, la dislipidemia (eccesso di lipidi nel sangue) e quelle cardiovascolari contribuiscono all’insorgenza di questa patologia. Non tutti sanno che la disfunzione erettile può essere la prima manifestazione dell’aterosclerosi e di malattie cardiovascolari. Tra gli altri fattori scatenanti:
- disturbi endocrini;
- ipogonadismo (diminuzione del testosterone);
- fattori iatrogeni (indotti cioè dalle terapie, sia mediche sia chirurgiche);
- disturbi neurologici;
- uso di sostanze come tabacco, droghe, alcool e alcuni farmaci;
- disturbi psicogeni.
“Sebbene in alcuni casi, in particolare negli uomini più giovani, la disfunzione erettile trovi causa nella sfera psicologica – spiega il dott. Choussos -, in molti altri deriva da malattie organiche, in particolare malattie cardiovascolari, diabete mellito, iperlipidemia e ipertensione arteriosa. Questa patologia può quindi essere indicatore di altre condizioni di salute che necessitano di approfondimenti clinici e cure mirate. Ad esempio, la disfunzione erettile può essere la prima manifestazione di aterosclerosi e malattie vascolari. Esiste inoltre anche una correlazione tra ipertrofia prostatica benigna e DE, sebbene la causalità non sia chiara”, precisa lo specialista.
Indipendentemente dalla cura, questa patologia è assai invalidante, perché colpisce la sfera intima e personale del soggetto, minando la serenità e la qualità del rapporto con il proprio corpo e con il partner. La DE può avere effetti negativi sull’autostima, sulle relazioni e sulla qualità generale della vita dei pazienti.
La diagnosi
Primo passo nella gestione della disfunzione erettile è raccogliere un’accurata anamnesi sessuale, medica e psicologica del paziente. L’esame obiettivo, eseguito dallo specialista andrologo o urologo, è fondamentale per ottenere un quadro preciso dei genitali e della prostata.
Per fare diagnosi vengono consigliati i seguenti esami del sangue:
- valutazione dello stato ormonale: Testosterone; PRL; ormone stimolante la tiroide(TSH);
- analisi del sangue, pannello chimico del siero, profilo lipidico, glicemia;
- livelli di antigene prostatico specifico (PSA).
Importanti anche i test funzionali come:
- Test di erezione farmacologica: eseguita tramite iniezione diretta di prostaglandina E1 (PGE1; alprostadil) nei corpi cavernosi;
- Ecocolordoppler penieno dinamico: in casi selezionati consente la valutazione della funzionalità vascolare e della struttura dei corpi cavernosi del pene in condizioni di erezione indotta con iniezione endocavernosa di prostaglandina E1;
- Test di imaging, seppur eseguiti raramente, tranne in situazioni che comportano traumi pelvici o interventi chirurgici.
Come si cura la disfunzione erettile
“Dopo aver fatto diagnosi - spiega lo specialista andrologo - sarà possibile impostare le terapie più idonee per la risoluzione del problema:
- farmacologiche;
- fisiche rigenerative o riabilitative, come la terapia extracorporea con onde d’urto a bassa intensità (LI-ESWT) e i fattori di crescita (iniezione intracavernosa di plasma ricco di piastrine (PRP))”.
Impianti penieni: cosa sono e quando sono necessari
Qualora queste terapie dovessero fallire, l’ultima chance rimane la chirurgia protesica peniena, supportata dalla terapia sessuale, come anche per gli altri percorsi di cura. Esistono 2 tipologie di protesi:
- protesi malleabile: se si opta per questa versione vengono impiantati 2 cilindri corrispondenti nei corpi cavernosi. Questo tipo di impianto non ha un meccanismo di gonfiaggio, ma fornisce permanentemente un’adeguata rigidità al pene per consentire la penetrazione durante i rapporti sessuali;
- dispositivi gonfiabili: sono costituiti da 2 cilindri inseriti nei corpi cavernosi, una pompa nello scroto, per gonfiare i cilindri, e un serbatoio separato, posto sotto la fascia del basso addome oppure lateralmente alla vescica.
“La chirurgia protesica peniena, seppur mediante interventi complessi, presenta un elevato tasso di soddisfazione da parte del paziente e della partner”, conclude il medico.