
Intervento di protesi peniene: una soluzione definitiva per la disfunzione erettile grave
PUBBLICATO IL 04 SETTEMBRE 2025
Le protesi peniene vengono impiantate nei casi in cui un uomo soffre di disfunzione erettile (DE) grave. Si tratta di una soluzione chirurgica definitiva per consentire un'erezione meccanica sufficiente durante i rapporti sessuali.
Affrontiamo l’argomento con il dott. Davide Barletta, urologo e andrologo dell’Istituto di Cura Città di Pavia, esperto nell’impianto di questi device innovativi.
Che cos’è la disfunzione erettile
Parliamo di disfunzione erettile o impotenza sessuale per indicare la difficoltà dell’uomo a raggiungere o mantenere l’erezione del pene. È una problematica che impatta in modo importante sulla serenità e sul benessere psicofisico della persona che ne soffre, coinvolgendo la sfera intima e relazionale con il partner.
I rapporti sessuali possono essere difficoltosi, insoddisfacenti, fonte di stress o in alcuni casi addirittura impossibili. A differenza di quanto si possa pensare, la manifestazione della patologia avviene non solo con l’avanzare dell’età, ma in alcuni casi a soffrirne sono anche i giovani.
Le cause sono diverse: possono essere di natura prettamente fisica, psicologica o come per la maggior parte dei casi un mix di entrambe.
La disfunzione erettile può manifestarsi one spot, in modo saltuario e situazionale, ma se il disturbo si manifesta con una certa frequenza e non risponde alle terapie consigliate dallo specialista andrologo, va trattata in modo radicale.
Tra le tipologie di disfunzione erettile ci sono:
- disfunzione erettile di mantenimento: caratterizzata dall’incapacità di mantenere l’erezione;
- disfunzione erettile di induzione: che si manifesta con l’incapacità di raggiungere un'erezione completa.
Come avviene l’intervento di protesi peniena
“L'intervento di protesi peniena – spiega lo specialista - è indicato nei casi di disfunzione erettile grave, dopo che tutte le terapie effettuate in precedenza hanno fallito.
In seguito a un’attenta analisi anamnestica del paziente, viene proposto l’intervento che sarà eseguito in anestesia spinale o generale per una durata di circa 1 o 2 ore massimo.
La fase pre-operatoria consta nella visita anestesiologica, nella valutazione degli esami del sangue e cardiologica e nell’assunzione di una terapia antibiotica per prevenire le infezioni.”
L’operazione in sé è delicata, ma non particolarmente complessa. Il chirurgo esegue una piccola incisione infrapubica o penoscrotale grazie alla quale sarà possibile inserire i cilindri della protesi nei corpi cavernosi del pene.
Le tipologie di protesi
“Esistono diverse tipologie di protesi – continua il dott. Barletta - che vengono scelte ad hoc in base al quadro clinico e alle esigenze del paziente.
Nel caso del modello idraulico tricomponente, viene impiantata anche una pompetta nello scroto e un serbatoio di liquido nella pelvi che consente di riempire a comando i cilindri riposti all’ interno dei corpi cavernosi, in modo tale da avere una erezione completa”.
Al termine dell’operazione, l’incisione viene suturata con punti riassorbibili e la cicatrice sarà poco o nulla visibile già dopo circa 2-3 mesi.
“Meno complesso e veloce – spiega lo specialista - è l’inserimento di protesi malleabile o semirigida, che consta di soli 2 cilindri in silicone che vengono impiantati a livello dei corpi cavernosi.
Questa non necessita di attivazione meccanica in quanto risulta essere ‘sempre attiva’, consentendo una turgidità dell’asta del 70% circa, mentre il restante verrà garantito dalla vascolarizzazione residua dei corpi cavernosi.
Entrambe le soluzioni sono efficaci e determinano un’importante soddisfazione di qualità di vita sessuale del paziente.
La scelta della tipologia dell’intervento dipenderà dal quadro clinico del paziente, oltre che dalle esigenze e abitudini sessuali dello stesso e verrà discussa ampiamente con lo specialista andrologo.
La degenza ospedaliera è di 1 giornata e il dolore post intervento, seppur minimo, verrà gestito con farmaci antidolorifici per qualche giorno.
Nei modelli idraulici, la pompetta verrà attivata dal medico qualche giorno dopo l’operazione e ne verrà insegnato al paziente il suo corretto funzionamento di attivazione e disattivazione.
Tra i consigli post operatori per il recupero:
- evitare di fare attività fisica nelle successive 4-6 settimane l’intervento e
- riprendere ad avere rapporto sessuali dopo circa 6-8 settimane.”
Risultati e soddisfazione dei pazienti
“Tra i pazienti a cui è stata impiantata la protesi si registra un alto grado di soddisfazione: oltre il 90% dei soggetti ex DE dichiara di vivere la propria sessualità e intimità in modo normale. Le erezioni con l’impianto avvengono su richiesta e con un aspetto naturale, soprattutto con le protesi idrauliche.
E’ bene precisare – conclude il dottore - che sensibilità e orgasmo rimangono invariati, perché la protesi non va a toccare e incidere in senso negativo sulle vie nervose relative alla sensibilità e al piacere.”