Impianto protesico MOP: tutti i vantaggi della procedura di preservazione dell’anca

PUBBLICATO IL 12 APRILE 2023

Uno dei fiori all’occhiello dell’Istituto Clinico San Siro è rappresentato dalla Chirurgia di Rivestimento dell’Anca o Artroplastica di rivestimento, una procedura mininvasiva di rivestimento d’anca che permette un ritorno alla propria quotidianità in tempi rapidi.

Il rivestimento MOP, acronimo di metal on polyethylene (metallo su polietilene), è un nuovo tipo di rivestimento ad uso esclusivo in Italia da parte dell’équipe guidata dal professor Antonio Moroni che lo utilizza da 3 anni a questa parte, con un’ampia casistica di interventi.

Ma cosa distingue il rivestimento MOP rispetto alle altre tipologie come metallo-metallo o ceramica-ceramica che peraltro al momento non è disponibile? Quali sono i vantaggi e i rischi? Ce ne parla proprio il Professor Antonio Moroni, responsabile dell’Unità Operativa di Ortopedia e Traumatologia - Chirurgia di rivestimento dell'anca all'Istituto Clinico San Siro e consulente presso la Casa di Cura La Madonnina.

 

Cos’è il rivestimento d’anca 

“La chirurgia di rivestimento dell’anca, o artroplastica di rivestimento, è una procedura che, rispetto al tradizionale intervento di protesi di anca dove la testa del femore viene amputata e sostituita artificialmente, prevede la conservazione e il rivestimento dell’articolazione stessa - spiega il professor Antonio Moroni -.

Quindi preservando l’anatomia e la fisiologia dell’anca, vengono rivestite sia la parte femorale, sia la parte acetabolare. Questo con numerosi vantaggi per i pazienti:

  • minore invasività;
  • ripresa rapida della quotidianità;
  • notevole riduzione delle complicanze;
  • possibilità di riprendere lo sport;
  • maggiore durata nel tempo.

A questo proposito, lIstituto Clinico San Siro rappresenta una delle pochissime strutture in Italia a ricorrere a questa innovativa procedura custom-made (personalizzata).”

 

Le diverse tipologie di impianti: quale preferire?

Esistono fondamentalmente 3 tipi di impianti che si differenziamo per tribologia, ovvero per lo studio dei materiali di interazione tra femore e acetabolo. Tra questi:

  • rivestimento MOM, metallo-metallo;
  • rivestimento ceramica-ceramica (non disponibile al momento);
  • rivestimento MOP, metallo-polietilene.

Il rivestimento metallo-metallo

Il rivestimento metallo-metallo è una procedura che dà senz’altro ottimi risultati, ma che non può essere utilizzata in qualsiasi soggetto. Esistono sfortunatamente molte persone che potrebbero avvantaggiarsi degli ottimi risultati dati dalla chirurgia di rivestimento, ma che non possono eseguire un rivestimento metallo-metallo.

Si parla, soprattutto, di persone con determinate caratteristiche morfologiche dell’anca o con condizioni di salute che non lo permettono. In particolare:

  • pazienti con teste del femore di piccola taglia (diametro inferiore a 46 mm), perché non esistono impianti metallo-metallo con queste misure;
  • donne giovani in età fertile, perché questo tipo di rivestimento determina per un certo periodo di tempo una liberazione di ioni metallici che vanno in circolo e che, in caso di una gravidanza, possono superare la barriera placentare;
  • pazienti con allergie, ad esempio, nei confronti del nichel, il cromo, cioè quegli elementi chimici che costituiscono la lega metallo-metallo;
  • pazienti con problematiche renali (es. insufficienza renale).

Il rivestimento ceramica-ceramica

“Per ovviare alle problematiche sopracitate, di recente, sono stati condotti diversi studi soprattutto sul rivestimento con tribologia ceramica-ceramica che, di fatto, è ancora oggi in via sperimentale e non utilizzata in Italia - continua -. 

Un impianto che, da un punto di vista concettuale, presenta però degli svantaggi: potrebbe essere accompagnato da rumori articolari (simili a scricchiolii) che, soprattutto in un paziente sportivo, potrebbero causare disagio e fastidio. Inoltre, l’eccessiva rigidità della ceramica potrebbe portare a una rarefazione dell’osso perimplantare, cioè la differenza di elasticità troppo elevata tra osso e ceramica potrebbe comportare nel tempo una riduzione della resistenza meccanica dell’osso intorno alla protesi”. 

Infine, persiste sempre il problema delle rotture: è vero che le ceramiche di nuova generazione presentano una resistenza meccanica molto superiore rispetto a quelle precedentemente adottate, però utilizzarle in pazienti sportivi (che corrono, saltano, cadono, ecc.) potrebbe comportare un rischio elevato di rotture della ceramica.

Il rivestimento MOP

“La strada che abbiamo intrapreso è quella di un impianto protesico MOP (metal on polyethylene, metallo su polietilene), che sfrutta tutte le più moderne tecnologie sia di design sia di realizzazione dell’impianto che può essere custom-made, cioè prodotto in maniera specifica per ogni paziente, grazie a una precisione assoluta delle misure rilevate con una TC del bacino che i pazienti devono eseguire precedentemente all’intervento - specifica l’esperto -.

Dal punto di vista tribologico, la MOP sfrutta l’accoppiamento più comunemente utilizzato nella chirurgia protesica d’anca tradizionale, senza quindi alcuna liberazione di ioni metallici. È dunque un metallo che viene ceramizzato allo scopo di renderlo utilizzabile anche in pazienti allergici. Viene prodotto, fra l’altro, con la stampante 3D, più precisa e tecnologicamente avanzata, con caratteristiche ottimali da un punto di vista biomeccanico. 

Inoltre, il polietilene ad alta intensità è materiale dotato di una notevole capacità elastica che funge come elemento sostitutivo della cartilagine articolare. Un impianto che ha concettualmente delle caratteristiche molto migliori nel riprodurre la comune anatomia e fisiologia dell’anca.

Con questa tipologia di rivestimento - conclude Moroni - possiamo vantare un’esperienza pluriennale presso l’Istituto Clinico San Siro, una delle poche strutture nel paese a garantire al paziente una valida e duratura alternativa alla chirurgia tradizionale”.

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