La diagnosi e la cura per la scoliosi dell’adulto
PUBBLICATO IL 20 MAGGIO 2022
“La scoliosi dell’adulto è una deformità della colonna vertebrale in senso tridimensionale, dovuta a flessorotazione vertebrale che determina una curvatura del paziente sia dal punto di vista frontale (pendente lateralmente o scoliosi vera e propria), sia sagittale (dorso curvo con gibbosità o gobba).
Differente dalla scoliosi adolescenziale dovuta solo a rototraslazione vertebrale congenita, la scoliosi dell’adulto peggiora anche e soprattutto a causa della degenerazione dei dischi vertebrali”.
Approfondiamo l’argomento con il Dott. Riccardo Sinigaglia, Responsabile dell’U.O. di Ortopedia sez. VII dell’Istituto Clinico Città di Brescia.
I sintomi
La scoliosi dell’adulto si manifesta con:
- dolori alla colonna vertebrale, soprattutto a livello lombare, ma anche dorsale o cervicale, a seconda della gravità e della sede della scoliosi o deformità vertebrale;
- progressiva deformità della colonna, in particolare con cifosi o gibbosità (dorso curvo) o con pendenza laterale (scoliosi).
La diagnosi
Fondamentale è la radiografia del rachide in toto, ossia con due proiezioni antero-posteriore e di profilo, e in ortostasi, ovvero eseguita in piedi, grazie alla quale si ottengono immagini della colonna al fine di identificare alterazioni congenite e processi degenerativi.
Questo permette di:
- analizzare le deformità;
- classificarne l'angolazione e quindi la gravità;
- valutare eventuali dismetrie degli arti inferiori, come una gamba più corta dell'altra, che possono influenzare l’inclinazione iniziale del bacino o la presenza di asimmetrie di crescita del torace.
In seconda analisi può essere utile sottoporsi ad una eventuale TAC o risonanza magnetica del rachide, generalmente parziali del segmento cervicale, toracico o lombare per valutare meglio:
- rotazioni vertebrali;
- deformità vertebrali singole, come emivertebre, vertebre unite, cuneizzazioni vertebrali in esiti fratture o saldature ossee spontanee;
- alterazione dei dischi intervertebrali o delle parti molli circostanti, come ernie discali secondarie, compressioni foraminali, stenosi foraminali o segmentarie, con o senza deficit neurologici.
La cura: dal trattamento conservativo alla chirurgia
Come percorso di cura, prima di tutto, va provato un:
- trattamento conservativo farmacologico antinfiammatorio e/o cortisonico;
- utilizzo di bustino ortopedico in tela armata contenitivo;
- stile di vita sano con riduzione del peso corporeo;
- ginnastica riabilitativa.
Nel caso in cui questo approccio conservativo non determinasse i risultati sperati, è bene valutare l’eventuale ricorso alla chirurgia con decompressione e artrodesi vertebrale strumentata con viti e barre peduncolari, soprattutto in casi con:
- deformità vertebrale oltre i 40° di scoliosi;
- cifosi con difficoltà a mantenere lo sguardo retto;
- problematiche neurologiche agli arti inferiori.