Secrezioni dal capezzolo: cosa sono e quando preoccuparsi?

PUBBLICATO IL 08 LUGLIO 2022

Non è insolito che la donna si allarmi e vada dal medico o dallo specialista per il riscontro di secrezioni dai capezzoli, cioè di una fuoriuscita di liquidi di vario tipo.

È noto come le secrezioni lattescenti (galattorrea) siano frequenti, anzi normali, durante la gravidanza e nei mesi, a volte anche anni, dopo l’allattamento. Ma alcune volte queste secrezioni non sono correlabili a questi eventi. È necessario sottolineare, infatti, che molte di queste secrezioni  sono di natura benigna, ma un tipo particolare di liquido che fuoriesce deve essere preso in considerazione come possibile indice di malattia neoplastica

Perciò, quando preoccuparsi e rivolgersi allo specialista? Ce ne parla la dottoressa Doris Mascheroni, responsabile dell’Unità operativa di Medicina Interna all’Istituto Clinico Villa Aprica di Como.

 

Come originano e come sono

“Le secrezioni provengono dai dotti galattofori, i canalini che durante la gravidanza portano il latte. Possono fuoriuscire solo da un seno o da entrambi e possono essere spontanee oppure indotte da una spremitura del capezzolo - spiega la dott.ssa Mascheroni -. 

Più frequentemente questo liquido è giallo o trasparente, ma, come detto, può essere anche simile al latte (galattorrea). La densità è variabile da soggetto a soggetto, potendo essere francamente liquida o avere una consistenza pastosa, un po’ densa: spesso le donne si accorgono di ‘crosticine’ sopra il seno o addirittura che macchiano il reggiseno o la maglietta”.

 

Quali sono le cause

A volte non si ha una causa precisa che determini queste secrezioni. Può esserci: 

  • un’infiammazione del tessuto mammario
  • un’ectasia (dilatazione) dei dotti galattofori

Frequentemente, il fenomeno può verificarsi:

  • in soggetti femminili che assumono ormoni: ad esempio, la pillola anticoncezionale; 
  • in coloro che soffrono di ipotiroidismo (la tiroide non produce una quantità sufficiente di ormoni)
  • in coloro che abbiano assunto determinati farmaci. 

Ciò comporta talora un aumento di prolattina, ormone secreto da una ghiandola nel capo di nome ipofisi. È quindi opportuno eseguire il dosaggio nel sangue della prolattinemia e, in caso di evidente incremento del valore, approfondire gli accertamenti con una risonanza magnetica dell’ipofisi.

 

Quando rivolgersi allo specialista 

“Le uniche secrezioni potenzialmente pericolose sono quelle ematiche, cioè di sangue rosso vivo o scure, proprio perché mescolate con sangue. Infatti, queste possono essere indice della presenza di un papilloma del dotto galattoforo, cioè di una piccola neoformazione, assolutamente benigna, ma che deve essere asportata, dal momento che con il passare del tempo può degenerare in tessuto maligno - sottolinea -.

Analogamente, la presenza di un’infezione del tessuto mammario può causare infiammazione locale, anche della cute oltre che della ghiandola, e una secrezione che spesso è di colore verde”. 

 

La diagnosi: quali esami svolgere 

Nel complesso, quindi, in caso di galattorrea, è necessario considerare l’opportunità di una visita specialistica senza allarmismi, per una diagnosi precisa, e solo nel caso di secrezione con sangue si opta per un piccolo intervento chirurgico di resezione del dotto dove è presente il papilloma che determina l’evento.

“Gli esami da eseguire sono: 

  • mammografia e ecografia mammaria che sono  in grado eventualmente di  mostrare solo una dilatazione dei dotti; 
  • visita clinica specialistica che può inquadrare il caso e indirizzare ad altre indagini. 

Va detto comunque che anche in caso di un papilloma del dotto galattoforo, e quindi una secrezione con sangue, il piccolo intervento chirurgico di resezione del dotto è del tutto curativo, non determina conseguenze per il futuro e non produce danni estetici”, conclude la specialista.

 

Come curare le secrezioni 

Non sempre bisogna ricorrere alla chirurgia:  infatti, tutti gli altri tipi di secrezioni che, va ripetuto, sono manifestazioni del tutto benigne, non necessitano di interventi chirurgici e meritano solo un controllo specialistico.

La galattorrea, qualora fosse secondaria a un aumento della prolattina nel sangue, come detto prima di solito per patologia dell’ipofisi, deve essere trattata con farmaci specifici, ma in questo caso è fondamentale la consulenza dello specialista endocrinologo.

Secrezioni sierose, invece, se secondarie ad assunzione di determinati farmaci (di solito antinausea e antivomito, antipsicotici cioè farmaci psichiatrici, estrogeni e alcuni antipertensivi) sono da trattare con la sospensione del medicinale che le ha causate, il quale può eventualmente essere sostituito con un’altra molecola - conclude Mascheroni -. Più spesso, le piccole secrezioni sierose non vanno neppure trattate con farmaci, in quanto regrediscono spontaneamente”.

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